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giovedì 30 dicembre 2021

 " Anche se sei triste, anche se sembra che il mondo ti crolli addosso, non arrenderti perché ogni giorno è un nuovo giorno" - da Chicken little, amici per le penne.

" Quando non puoi dire una cosa gentile, è molto meglio starsene zitti"- da Bambi.

" Un eroe non si misura dalla sua forza che possiede, ma dalla forza del suo cuore" - da Hercules

" L'amore è mettere il bene di qualcun altro prima del tuo"- da Frozen.

Queste sono frasi prese da film-cartoni di successo che bambini di varie generazione hanno visto e rivisto.

Sono pensieri che vanno benissimo alla fine di quest'anno, che vanno sempre bene in ogni momento della nostra vita.

Con i bambini a maggior ragione. Guardano, ma soprattutto,  ascoltano storie che dicono qualcosa, che li fanno impaurire, che li fanno gioire ed emozionare.

 Un filo conduttore comune si evidenzia: la positività, il rispetto dell'altro, sapere e scoprire che in ognuno di noi c'è il bene che deve uscire.

Nella vita di tutti i giorni capita non essere d'accordo, lamentarsi, brontolare, ma  non può e non deve diventare solo questo. Per gli adulti e come bambini.

" Mi fa schifo, mi fa vomitare, io con lui non gioco, faccio quello che mi pare,  adesso non ne ho voglia, lasciami in pace..." e cosi via. Queste sono modi di dire in famiglia e a scuola, anche di bimbi di 3-4 anni. 

L'ottimismo e la speranza esistono e possiamo educare a questo. Che non vuol dire non stare con i piedi per terra, ma cercare di scrollarci di dosso tutto ciò che annebbia e incupisce la vita.




 Affrontare e vedere tutto in modo diverso, per me, per noi e per chi ci sta vicino. E' questione di allenamento e di motivazione, anche per chi educa.

Provare a rimotivare, ad avere pazienza, a mettere entusiasmo nell'affrontare nuove esperienze e situazioni. 

Cercare di riconoscere gli errori, gli atteggiamenti sbagliati e provare a ricominciare, fa parte del processo di crescita.

" Anche nei momenti più bui arriva la luce, quando meno te lo aspetti"- da Encanto.



venerdì 17 dicembre 2021


 PERCHE'?....PERCHE'...? PERCHE'?...PERCHE'...?

Quante volte ci siamo trovati a dover rispondere ai perché dei bambini e spesso siamo stati in difficoltà.

Tra i 2 e 5 anni , cioè quando si inizia a parlare, quando si formano le prime frasi, quando si inizia a  relazionarsi con le parole, i bambini chiedono continuamente o molto spesso, alla ricerca di chiarimenti, risposte, che a volte non sono convincenti o tardano ad arrivare.

In questo periodo di clima natalizio, dove decorazioni, racconti, presepi e alberi, doni e feste, i bambini mostrano quell'entusiasmo ed eccitazione, che mettono alla prova l'educatore e i genitori.

Non solo per l'organizzazione, la fantasia e la gestione dell'euforia, ma anche per le domande, che arrivano come si suol dire" fulmini a ciel sereno".

" Bello questo presepio, l'avete fatto tutti insieme. Questa è sicuramente la Madonna..." . Angela bimba di 5 anni di una sezione infanzia che mi sta ascoltando, mi ferma e dice"...ma cosa dici è Maria, la mamma di Gesù, non la Madonna" . Ecco qua , ora vai a spiegare perché Maria è la Madonna, qual è il significato e...cosa via. 

Come adulti , non essendo, credo, tuttologi, proviamo a rispondere nei modi più fantasiosi.

Ma alcune certezze vanno tenute presenti.

In uno studio fatto dall'università del Michigan, hanno visto che davanti alle risposte poco convincenti degli adulti ( nella ricerca più del 25%) i bambini continuano a chiedere perché....non accettano le risposte o non sono chiare ed esaustive e la curiosità non è appagata.

L'adulto deve essere una persona che da fiducia, che non racconta " balle", che solitamente si ritorcono contro. E' importante perdere qualche minuto in più per dare la risposta con sincerità e trasparenza.

Anche dicendo " non lo so , però ora ci informiamo insieme".














venerdì 3 dicembre 2021

 Pronti via....si parte! Inizia il tempo di scoperta, ricerca e ascolto.

Open day, open meet ....oppure meglio: scuole aperte, per le famiglie che vogliono capire qual è la miglior scuola dell'infanzia per il loro figlio. Già la scelta del nido non è stata semplice....

Intanto il passaggio dal nido, che nello stato italiano è, per ora, un servizio, al mondo della scuola è importante, a partire dai rapporti numerici tra educatrice / maestra e i bambini ( ad esempio in Emilia Romagna al nido i bambini di 2 anni sono 10 per ogni educatrice , che si riduce a 7 per i bimbi di 1 anno. Nella scuola si passa 1 a 25,  in alcuni momenti della giornata).

Quali caratteristiche tenere presente in queste visite/incontri:

-l'accoglienza delle famiglie e dei bambini basato su trasparenza e ascolto.

- le finalità della scuola che tengano conto della cura del bambino, con la sua individualità e i suoi talenti

- il rapporto con le famiglie nella co-costruzione del progetto educativo

- e, come per tutto lo 0-6, gli spazi , il loro utilizzo, l'idea di fondo. Sono "l'educatore in più".

Non ultimo, sapere che fin dal nido, oltre all'accudimento e la cura, i bambini sono SOGGETTI ATTIVI, e non semplici spettatori indottrinati. Che attraverso l'interazione con gli adulti, il gruppo dei pari, gli spazi, raggiungeranno traguardi legati all'identità , l'autonomia e competenze adeguate in tutti gli ambiti.








venerdì 19 novembre 2021


E' bellissimo quando vedo bambini di 2-3 anni, di famiglie bilingue, che passano, con i genitori,  da una lingua all'altra con naturale semplicità. 
Ascoltare un adulto che parla in un'altra lingua, senza timore e senza fastidio, è una conferma che i bambini nei primi anni di vita acquisiscono più facilmente e in modo naturale, altre lingue.
Gli studi confermano che, l'espressione simultanea di più lingue, aiutano i bambini nell'apprendimento linguistico e cognitivo, grazie alla plasticità del loro cervello che ne assorbe con facilità i nuovi suoni.

Stimolare la curiosità, utilizzare con costanza, nelle routine del nido e all'infanzia o di casa, lingue diverse, o vocaboli, aiuta il bambino ad affrontare le novità che si presenteranno, senza ansia e con entusiasmo.
Genera livelli di competenze diverse che aiutano ad agire nel mondo in modo flessibile e con capacità cognitive e relazionali sviluppate.

Imparare giocando è il metodo migliore, dove il movimento segue l'esposizione dei vocaboli. 
Vale anche per la musica, la lettura e i cartoni animati senza sottotitoli.
Fondamentale è la costanza dell'adulto e non la sporadicità.

Come diceva la Montessori, riferendosi al periodo 0-3, la mente del bambini è una mente " assorbente inconscia" in grado di assimilare tutto ciò che arriva dall'ambiente circostante, senza sforzo e in modo involontario.

venerdì 5 novembre 2021

 " La bellezza salverà il mondo" F Dostoevskij 

Spesso a scuola mi capita che un bimbo si accosti e mi faccia vedere il suo disegno dicendo " ti piace? l'ho fatto io: E' Bello", oppure in giardino ti donano una margherita, con un sorriso che illumina il  volto, perché ti consegnano la cosa più bella al mondo.

Bombardati di pubblicità che convincono genitori e bambini ad acquistare giochi, zainetti, cellulari che vanno di moda, spesso confondiamo ciò che piace con ciò che è bello.

Educare alla bellezza vuol dire fornire un senso critico, fornire una propria interpretazione, davanti a ciò che abbiamo intorno, ad osservare, ascoltare, sperimentare , valorizzare i 5 sensi... a partire dalla propria casa, dalla propria classe, dal giardino, per allargare gli orizzonti e scoprire e conoscere le cose, non dalla tv, ma con gli occhi, con l'ascolto e l'osservazione e della realtà circostante, per scoprire personaggi, paesaggi, oggetti, opere d'arte..."risvegliare i sensi".

Già la Montessori nel ripensare agli spazi sezione, introduceva l'armonia dell'arredamento, la gradevolezza dei colori, la semplicità degli oggetti, e tutto ciò diventano una palestra di apprendimento.

 Scoprire cos'è la bellezza significa coinvolgere il bambino nel rintracciare la positività della  realtà,  stupirsi e  raccontare la sua meraviglia mentre, in una passeggiata, guarda la natura o passeggiando per la città, o mentre ascolta,  divertendosi , uno strumento suonare. 

In questo autunno è bello vedere i bambini che escono da scuola passando dal giardino e che raccolgono le foglie da terra, di svariati colori, per portarli  al babbo o alla mamma, dono d'affetto, di gioia.

Bellezza è anche nell'utilizzo delle parole, perché migliorano la relazione. Oppure bellezza nella scelta dei libri, dei racconti dei disegni.

Bellezza ...significa imparare ad essere contenti e grati di ciò che si ha  e portarne rispetto. 

 " Se si insegnasse la bellezza alla gente, le si fornirebbe un'arma contro la rassegnazione, la paura, l'omertà...è per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l'abitudine e la rassegnazione, ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore" ( Peppino Impastato , martire della mafia).

colline di Castel Raniero


venerdì 22 ottobre 2021

CIRCLE TIME....

ma cos'è, cosa c'entra con i bambini ...?

E' il tempo in cui, solitamente alla scuola dell'infanzia e non solo, all'inizio della giornata, si sta in cerchio e si dialoga, senza essere giudicati o valutati.

Ascoltare, sviluppare l'attenzione, stimolare il " raccontarsi" e apprendere, con curiosità, nuove abilità.

L'adulto facilita la discussione, fa rispettare le regole che insieme sono state stabilite: si parla uno alla volta, ci si ascolta, tutti hanno diritto di parola, si alza la mano per prenotarsi....tutto ciò con lo scopo di creare un clima collaborativo e amichevole. 

Ma soprattutto per conoscersi meglio, perché ognuno sia libero di esprimere i racconti della sua giornata, i suoi stati d'animo, " cosa mi piace e cosa no", rispecchiarsi nelle esperienze degli altri e perché no...risolvere i conflitti nati in un gioco, oppure per incomprensioni.

Tutto ciò lo si vive già fin dai 3 anni . 

Come adulto rimango sempre stupito della partecipazione, impegno e ascolto che mettono i bambini in questa esperienza.

E tutti hanno il loro momento, possono esprimersi con difficoltà e con i propri tempi....ma tutti aspettano. Nessuno è nella penombra, in secondo piano.

I bambini, se esistono le giuste condizioni, hanno sempre la possibilità di esprimersi, anche in casa, dare spazi e momenti ben precisi, con regole da rispettare da entrambe le parti. Possiamo davvero scoprire un mondo di emozioni e sentimenti, come di osservazioni e domande.

Così nasce una comunità dove tutti sono importanti.
 

venerdì 8 ottobre 2021

 "Questi sono i bambini nati durante il covid ". Così mi ha detto, in questi giorni,  un'educatrice nido.

Perché "questi"? 

 Settembre, ottobre sono i tempi  di inserimenti in comunità, sezioni nido o infanzia, e sono emerse più difficoltà dei bambini nel momento del distacco, aumentata la paura, l'ansia, anche la difficoltà di giocare con l'altro per molto tempo senza discutere o litigare o di stare a tavola per mangiare.

I tempi passati in famiglia, con  i nonni, l'apprensione dei genitori davanti ad un pianto o a " voglio stare con te" sono diventati enormi macigni che influenzano l'ambiente e l'esperienza educativa

Mai come in questo momento è importante lavorare ed educare insieme.

"Né la scuola, né la famiglia, possono farcela da sole oggi. EDUCARE é troppo difficile, è un compito che non sopporta più la solitudine". Così dice  Paola Milani , pedagogista e psicoterapeuta, a proposito del momento che stiamo vivendo.

La crescita, l'evoluzione di un bimbo è sempre in divenire, ed è il risultato tra genetica e ambiente.

E' chiaro che prendersi cura dei bisogni dei bambini, come aiutarli a stare in un gruppo di coetanei e non solo con i genitori , i nonni e gli zii, diventano fattori fondamentali di maturazione.

Quando si parla di prendersi cura, significa, esserci, ascoltare, dialogare, giocare, accudire, fornire stimoli, leggere, scoprire, dare affetto.

Ma anche lasciar fare, avere relazioni con i bambini, senza il nostro continuo controllo,  stabilire regole e dire dei no, saper prendere delle decisioni .

La famiglia rimane l'area più influente nello sviluppo cognitivo, emotivo e personale di un bambino.





giovedì 23 settembre 2021

 Green pass, niente assembramenti, mascherine per gli adulti, bambini 0-6 senza mascherine, giardino senza green o con green : è riiniziata la scuola cos'ì come il percorso educativo del nido, ma spesso i termini e le riflessioni che si pensa abbiamo vissuto a scuola,   in questo periodo, sono stati solo questi.

Ma non è così.

Stamattina al portone d'ingresso che immette nel giardino, salutavo mamme e babbi che entravano con bimbi più o meno sorridenti o un pò più piangenti, per chi sta facendo l'inserimento.

Vedo un a bimba di 4 anni, trasferitasi da altra città, che ha faticato nella frequenza in questi primi 15 giorni, anche per problemi familiari.

" Chiara ciao buongiorno, ben arrivata" La bambina si è voltata, mi ha guardato, sul suo volto è apparso un enorme sorriso mi si è avvicinata spalancando le braccia. Mi ha voluto abbracciare. Poi spedita è entrata.

Niente di miracoloso. In questi giorni ho cercato di essere presente nella ripartenza, in mezzo alle sezioni, alle maestre e ai bambini. Chiara l'avevo già vista piangere, stringendo forte le gambe della madre.

Così un giorno l'ho presa in braccio, abbiamo salutato la mamma, tra le lacrime, siamo entrati in giardino. Messa a terra due bimbe le si sono avvicinate ed è partita la giornata.

Non è  sempre così, almeno apparentemente. 

Ma Chiara, ha ribadito che l'attenzione,


attraverso uno sguardo, un saluto, un abbraccio, fin da bambini aiuta a crescere, aiuta a fidarsi e a credere nella speranza, anche quando riniziare una nuova giornata, "senza la mamma e il papà,  mi fa piangere ".

venerdì 10 settembre 2021


 
" Tanto sono piccoli e non capiscono o non si accorgono di niente".... diceria spesso utilizzata per non impazzire più del dovuto.

Eppure i primi 2000 giorni di vita di una persona sono ritenuti fondamentali per il futuro di ciascuno.

Ma se un bambino nasce in grandi città come Lagos in Africa o a Shanghai in Cina, oppure nel territorio delle foreste amazzoniche o alle pendici dell'Himalaya, cambia qualcosa nella  sua crescita, cambiano le priorità?

Un  documentario pensato e seguito da studiosi, filmando 10 zone del mondo e osservando 100 bambini nei loro primi 2000 giorni di vita, ha cercato di dare una risposta a queste domande.

Dallo studio svolto tre cose sono emerse uguali per tutti i bambini, che sono ritenute fondamentali , ovunque siano nati:

- la compagnia delle altre persone, per osservarle, ascoltarle, per costruire legami, per riconoscere emozioni, per imparare a parlare e a muoversi.

- la salute.

- forse ovvio, ma non scontato, L'ESSERE AMATI, nel rispetto del proprio essere persona, nell'accudimento, nel prendersi cura. In  questo modo sarà più semplice fissare e raggiungere determinati obiettivi.

E allora non è vero che tutto ciò che si progetta per e  con i bambini va sempre bene o è tempo perso o di minore importanza: anche costruire legami di fiducia tra educatori e famiglie.

Tutto ciò che viviamo a casa
, come al nido o alla scuola dell'infanzia, incide profondamente sul futuro della vita di un bimbo.

" I figli sono come aquiloni: insegnerai loro a volare, ma non voleranno il tuo volo; insegnerai loro a sognare, ma non sogneranno il tuo sogno; insegnerai loro a vivere, ma non vivranno la tua vita. Ma in ogni volo, in ogni sogno, e in ogni vita, rimarrà per sempre l'impronta dell'insegnamento ricevuto."

Madre Teresa di Calcutta 

 

venerdì 27 agosto 2021

 " Mia figlia arde dal desiderio di partecipare alla vita del nido. E' vivace, si relaziona facilmente, è solare e le piacciono tanto i bambini."

Questo è il messaggio di una mamma, inviatomi recentemente, per chiedere se c'era posto al nido.

Tutto normale, se non che la bambina non aveva ancora compiuto l'anno.

Quando incontro i genitori che iscrivono i bimbi  al nido e alla scuola dell'infanzia, cerco sempre di far risaltare la differenza tra ciò che vedono e vivono  a casa e ciò che vivranno i bimbi quando entrano e vivono in un gruppo, quando scoprono una comunità, e ognuno con le proprie storie, paure, qualità, sentimenti e abitudini.

Vengono messe in gioco tante emozioni, ma  sta a noi adulti aiutare i bambini a vivere serenamente l'esperienza per crescere e valorizzare i propri talenti.

La relazione, l'imitazione, il gioco, le regole del gruppo e della giornata sono tappe e momenti diversi da quelli che si vivono in ambiente domestico.

Se a casa ho un libro, o una bambola che uso quando e dove voglio,
nel gruppo, devo condividerlo, imparando a relazionarmi, a discutere o a piangere fino ad arrivare ad una consapevolezza degli altri bimbi, di tempi e modalità che pian piano saranno acquisite per vivere con gioia tutta l'esperienza.

 La complicità e la collaborazione con le famiglie sono basilari .

In particolare, in questo percorso di ambientamento o inserimento ( il succo non cambia) un aspetto è fondamentale: la fiducia reciproca.

L'anno passato davanti ad una mamma che piangeva nel momento del distacco con il figlio di 3 anni, abbiamo costruito una serie di momenti di relazione, di chiarimenti e incoraggiamenti, per aiutarla nel controllo dell'ansia e nella relazione di fiducia con le maestre.

L'esperienze 0-6 sono uniche e possono aiutare tanto, nel cammino di crescita dei bambini e di costruzione di comunità per le famiglie, se sono esperienze radicate sulla collaborazione, trasparenza  e la conoscenza di tempi e obiettivi e momenti vissuti.

venerdì 13 agosto 2021

In questa calda estate, di sole focoso e afa assillante, tra le tante pseudo notizie o repliche televisive, 
un immagine ho memorizzato, che mi ha fatto  rabbrividire.
Non sono qui a perorare una causa o prendere le distanze, ma di una cosa sono indignato: quando i bambini vengono USATI.
Una mamma che urla, nella massima rabbia, a sua figlia di 5-6 anni di dire ad un giornalista che è scemo, incitandola, richiamandola più e più volte . Fino a che la bambina ubbidisce.
Si incolpa la scuola , gli insegnanti, gruppi e associazioni per non svolgere bene il proprio ruolo di educatori.
Ma qui bisogna ripartire dalla base.
Vengono richiesti aiuti per bimbi in difficoltà, con problematiche di linguaggio, di relazione, di incapacità nel rispetto delle regole di un gruppo, o agli stessi genitori.
Ma i bambini GUARDANO, CAPISCONO, IMITANO soprattutto le persone che stimano e amano.
Non possiamo continuare a delegare, tutti abbiamo un ruolo educativo, ogni momento e in ogni luogo.
La società del futuro inizia da ora, da come facciamo le cose, da come le viviamo e da come gestiamo i vari momenti della nostra giornata.
E prendendo spunto da un classico della letteratura ...
" e i bambini stanno a guardare...."









 

giovedì 22 luglio 2021

Le OLIMPIADI e i BAMBINI (video)

 



venerdì 16 luglio 2021


 Un bambino ci può sempre comunicare o "insegnare" qualcosa, attraverso i suoi giochi, le sue domande, gli sguardi e le sue considerazioni.

Spunti, che se ascoltati, con la loro spontaneità e trasparenza, ci possono aiutare nell'imparare a dare il giusto peso alle cose, nella nostra vita e nel cammino da educatori.

Mentre guardo affascinato il lago di Anterselva, illuminato dai riflessi del sole, sento alle mie spalle un babbo che dice alla figlia, più o meno di 4/5anni " Vai a tirare i sassi nell'acqua come sta facendo quel ragazzo. Prova a fare tanti cerchi ....".

La bambina si avvicina al ragazzo, prende un sassolino, guarda il lago, poi si china e lascia cadere il sasso in una piccola pozzanghera  vicino ai suoi piedi e vede....il cerchio prendere vita. Lo ripete e sorride ogni volta, mostrandolo al babbo.

Praticità  e riuscita a portata di età,  a misura di persona....e non di genitore.

Mentre passeggio, incrocio una mamma con due figli. La mamma si ferma e chiede ai bambini di fare un selfie insieme, con i monti alle spalle.

I figli obbediscono, ma la foto giusta arriva dopo 4/5 scatti. I bambini immobili.

"Fatta"esclama la mamma con grande soddisfazione. "Possiamo ora andare a giocare nel prato?" "Aspettate che posto subito la foto su Facebook , poi ve la faccio vedere"

Ma i due bambini stanno già correndo sul prato. 

.....quando ti fanno capire quali sono davvero le cose importanti e soprattutto come "spendere"bene insieme il tempo in vacanza.

Le accortezze, le attenzioni degli adulti sono importanti sia come esempio educativo, per valorizzare ciò che è importante  da ciò  che non lo è,  sia come modalità di comunicazione,  per dire che siamo vicini ai bambini con il desiderio di ascoltarli e capirli.

venerdì 9 luglio 2021

Anche in questo periodo, capita di ricevere telefonate di babbi o mamme, che hanno i figli al centro ricreativo estivo, cariche di ansia, preoccupazione o arrabbiate.

" Mio figlio l'hanno preso in giro....mentre uno giocava con un cerchietto di legno l'ha fatto cadere sul piede di mia figlia, non si è fatta niente ma ci è rimasta male"

Qualche ora dopo ecco la telefonata....

Posso dire che l'impegno dei genitori è di far crescere i figli con amore e in sicurezza, tuttavia arriva un momento in cui L'IPERPROTEZIONE diventa un pericoloso nemico.

Può pregiudicare l'indipendenza dei bambini, la capacità di arrangiarsi ed assumersi le proprie responsabilità, essere consapevoli delle scelte  e risolvere i problemi della quotidianità a contatto con gli altri bambini , o anche in casa.

Aiutare i piccoli in casa, non significa accorrere sempre ad ogni richiesta di aiuto, oppure prendendo le difese a spada tratta contro gli altri bambini.

Tutti possono sbagliare e fare scelte senza pensare alle conseguenze, anche i nostri figli .

Non per niente la saggezza del passato ce lo insegna " sbagliando s'impara".

Attenzione perché l'iperprotezione, può avere conseguenze sul comportamento e sullo sviluppo ( tanto ci sono sempre i genitori a risolvere ogni intoppo) e difficoltà nell'assumersi responsabilità.

Per non parlare della bassa tolleranza alle critiche , non accettando i propri errori o fallimenti e incolpando gli altri.

Amare i bambini, non significa provvedere a proteggerli sempre con uno scudo spaziale, ma aiutarli ad "arrangiarsi" chiaramente in base alle situazioni , cercare di risolvere situazioni o superare ostacoli con le proprie forze in collaborazione degli educatori e del gruppo dei bambini.




venerdì 25 giugno 2021

 " Educare la mente senza educare il cuore non è affatto un'educazione " Aristotele.

Fin dalla nascita, la sensibilità è presente in ogni persona in modo esponenziale...a fior di pelle.
Osservando i bambini nelle relazioni, al nido poi alla scuola dell'infanzia, si può verificare com'è più facile, spontaneo e limpido l'apertura agli altri.
Già verso i 4-5 anni, ciò è meno evidente, proprio perché non sempre stimolati all'educazione e alla sensibilità verso il prossimo.
Purtroppo nel cammino scolastico, l'educazione del cuore e la spiritualità, vengono dimenticati per lasciare spazio alla ragione e alle emozioni.
Invece, proprio all'infanzia, attraverso esperienze motivanti, si può passare a comportamenti che sono frutto di decisioni personali.



Questo anche nelle nostre case, mettendo in moto la GRATUITA', nel fare piccoli lavoretti, per il bene di tutti, come stare attenti a chi ha bisogno di gesti di affetto o incoraggiamento.
E allora il percorso può essere fondamento di futura maturità da giovane e da adulto....e direi che se ne sente il bisogno.
Teniamo presente allora, di lasciare spazio ad una cultura di dialogo e collaborazione e di calore umano.
Se è vero che ogni uomo cerca il bene e aspira all'amore, verifichiamo sempre come educatori, i nostri valori e le metodologie, perché " si educa molto con quello che si dice, ancor di più con quello che si fa, molto di più con quello che si è ". ( Sant'Ignazio di Antiochia)

venerdì 18 giugno 2021


 "....queste dipinte mura, Quei figurati armenti, e il Sol che nasce Su romita campagna, agli ozi miei Porser mille diletti" (Leopardi).

Tempo d'estate , tempo di vacanze, tempo di gioco libero e di fantasia.

C'è ancora l'idea che, anche durante le vacanze estive o quando tutta la famiglia è in vacanza,  più si stimolano i bambini e più acquisiscono competenze.

Anche i bambini si stancano e possono avere voglia di Ozio, inteso come la possibilità di avere tempo libero senza giornate piene di orari da rispettare e impegni  a cui partecipare. Durante tutto l'anno le giornate sono piene di orari e relazioni tanto da dare stanchezza emotiva e fisica e la sera diventa difficile, anche per un bambino,  divertirsi con i genitori, stanchi della giornata lavorativa.

Il tempo  "non impegnato" non è "tempo perso" o vuoto da riempire.

Ecco allora la riscoperta dei ritmi lenti, dove la fantasia può pian piano prendere il giusto spazio e un bambino impara ad essere indipendente, ad assumere la propria responsabilità e a gestire il tempo da sé.  Condividere attività, passeggiate all'aria aperta, hobby con la famiglia e riprendere contatto con le emozioni e l'affettività.
Spesso i bambini, come gli adulti, hanno difficoltà a tollerare l'attesa. 
Per un bambino il riposo, la vacanza possono essere uno stimolo a riscoprire il tempo libero come momento di crescita e di scoperte attraverso il gioco libero.
Vacanze è tempo di esperienze diverse e viaggi che, al di là dello stress organizzativo, contribuiscono a rafforzare i legami della famiglia, a tutte le età. 
Le vacanze contribuiscono a creare ricordi indelebili che rafforzano i legami e stimolano scoperte e curiosità.

venerdì 28 maggio 2021

Giocare è un'attività seria.

Costruire e modificare, inventare e provare, far cadere e ricominciare, esplorare e comunicare : queste sono le caratteristiche che un bambino mette in atto con i GIOCHI. 


Tempo fa i bambini giocavano solo e si divertivano con ciò che trovavano, dalla natura o dalle cose date in casa. Con poco si fantasticava e si progettavano giochi per sé stessi o di gruppo.
Quanto tempo passato con le bilie e la pista scavata in terra o le palline dei ciclisti. Si studiavano e ci si accordava sulle regole, si tifava , si discuteva e si faceva pace.
Poi è venuta l'epoca dei Giocattoli "pensati dagli adulti",  sempre più futuristici, creando un mercato e condizionando il tempo dei bambini.
Ma se ci facciamo caso , un Gioco acquistato, molto colorato e accattivante, attira l'attenzione di un bimbo per un tempo più o meno limitato, se non essere dopo poco dimenticato.
Per un bambino può essere un gioco tutto ciò che stimola la fantasia, dà l'opportunità di costruire , imitare, cambiare in corso anche l'utilizzo e chiaramente relazionarsi.

Con un gioco , il bambino crea legami di intimità anche con i genitori. La cosa migliore è STARCI , rispettando le sue regole, le sue modalità, lasciando la possibilità di sbagliare e soprattutto non inserirsi con " aspetto che ti faccio vedere io come si fa".
 In questo, ripetendo le stesse sequenze, riuscirà a padroneggiarle.
Se come educatori entriamo nell'ottica che il Giocattolo è un modo per entrare nel mondo dei bambini, accettando le loro regole e i loro svolgimento, creeremo un legame di forte condivisione.
I giocattoli sono il mezzo per i bambini per giocare e il gioco ti aiuta a capire e conoscere la vita.
E' una cosa seria.
 A noi, non alla tv o al cellulare o al gioco comprato in edicola ogni giorno, il compito di ESSERCI e STARCI.
Provate a contare quanti giochi avete in casa ...quanti esagerati stimoli, troppe distrazioni e di conseguenza incapacità di attenzione e concentrazione per tempi prolungati.
Il giocattolo non serve per "distrarlo" o sostituire il genitore , ma come strumento educativo.
Gioca con i bambini e ti faranno entrare nel loro mondo reale e ...fantastico, condividendo storie ed emozioni.
( blog ripreso del 26-06-2020)


venerdì 14 maggio 2021

 Charlie Chaplin ha detto "Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.

I ricchi comprano rumore.
L'animo umano si diletta nel silenzio della natura, che si rivela solo a chi la cerca."

E' un periodo che spesso viene da dire BASTA, a questo rumore assordante, ai numerosi strilli sovrapposti, a questi sapienti che hanno verità in tasca....
Poi spenta tv, cellulari e tutto il resto, fuori il mondo ha dato una visione di sé, impensabile: il SILENZIO del giorno, della sera, il silenzio delle città, i rumori della natura in città.
Effettivamente viene da chiedere se esiste ancora il silenzio, davanti a noi adulti che non sappiamo ascoltarci, che urliamo e cerchiamo di parlare più forte dell'interlocutore, o alla musica a tutto volume che proviene dall'auto che passa alle 7 della mattina.
Eppure il silenzio è uno stato di mente e corpo, fondamentale per il nostro benessere.
Ci aiuta rigenerarci, a rielaborare ciò che è accaduto, a riposare.
Il silenzio è più vissuto come vuoto, come qualcosa da riempire. Quasi avessimo paura di confrontarci con noi stessi, facendo un'eco di incontri avuti o fatti accaduti e con  la certezza di sentirsi inadeguati , davanti alle riflessioni, agli"esami di coscienza" che ne possono uscire . Ma soprattutto aver paura di ascoltare l'altro che potrebbe davvero avere ragione.

Ora volgiamo lo sguardo ai bambini e d'istinto mi viene da ricordare la tipica frase" Basta, ora fate tutti silenzio o vi metto in punizione". Non è certo l'imperativo  o il richiamo che aiuta i piccoli a scoprire il silenzio , ma piuttosto capiscono che non bisogna parlare .
Ma anche se gli adulti oggi fanno fatica a viverlo e testimoniarlo, per i bambini il SILENZIO è importante per interconnettersi con gli altri, scoprire il piacere di ascoltare.
Per cui non va imposto , ma vanno create le condizioni perché si manifesti spontaneamente.
La concentrazione, la calma, la curiosità , il gustare il presente diventano allora competenze che si acquisiscono e non scompaiono. I sensi si amplificano permettendo di scoprire cose, pensieri, emozioni e un attenzione al mondo circostante fatto di persone e natura.
Partendo già dal volume della nostra voce, al creare un clima di quiete, che non è farli sentire degli zombie davanti alla tv,  eviteremo giornate piene di confusione e li aiuteremo a valorizzare ritmi e pause come preziosi momenti di quiete.
Proponiamo loro di ascoltare anche brani musicali, di ascoltare una storia, di fare un giro insieme e individuare quali suoni e chi appartengono.
" Il silenzio delle labbra cucite non è silenzio. Si può raggiungere lo stesso risultato tagliandosi la lingua, ma nemmeno quello sarebbe silenzio. È silenzioso colui che, potendo parlare, non proferisce alcuna parola inutile."  Gandhi
( blog del 9-05-2020........oggi ancora di più)


venerdì 7 maggio 2021

 Enzo Biagi a proposito di MAMME, ha scritto " Le verità che contano, i grandi principi, alla fine restano sempre due o tre. Sono quelle che ti ha insegnato tua madre da bambino"

Quante mamme ho conosciuto lungo il mio percorso lavorativo.

Di ogni incontro ricordo qualcosa, dopo ogni incontro ho memorizzato e scoperto atteggiamenti, gesti che mi hanno aiutato a crescere come educatore, insegnante, coordinatore.

Non scordo, alla scuola dell'infanzia, quando trovammo una mamma stesa sul pavimento, che cercava di guardare attraverso la porta a vetri della sezione, come stava e cosa faceva suo figlio. DARE FIDUCIA PER SUPERARE L'ANSIA.

Alcune mamme, per aiutarci nella progettazione che riguardava i continenti e le culture diverse dalla nostra, si presentarono  vestite da indiane e spiegarono il significato dei loro costumi. Oppure le mamme nigeriane in costume tradizionale del loro paese con un piatto tipico da far assaggiare ai bambini. COLLABORAZIONE ED ENTUSIASMO

A volte l'amore per il figlio si trasforma in travolgente energia, come quando una mamma per il compleanno del figlio, si presenta  a scuola con 50 palloncini argentati , festoni e vassoi di dolci per far festa.  ENERGIA E CONDIVISIONE

E ancora l'organizzazione di due mamme, per andare con tutte le famiglie della stessa  sezione di nido, al mare, in una domenica di maggio. Orari dei treni, trasporto per arrivare alla stazione per chi non aveva altre possibilità, pranzo al sacco. FARE COMUNITA'

C'era mamma Adel che per portare sua figlia al nido, impiegava a piedi con il passeggino, non avendo altro mezzo, 30 minuti ad andare e 30 a tornare. Ed ecco un'altra mamma che si offre concordando i tempi per passarla a prenderle in auto. CONDIVISIONE

Ricordo anche l'uscita di una sezione materna, alla fattoria di una mamma. Giro sul carro trainato dal trattore in mezzo ai campi, raccolta dell'uva e pigiatura, mungitura della mucca per scoprire da dove viene il latte e ... la mamma sempre  con il sorriso , gioiva con tutti i bambini. CORRESPONSABILITA'.

E' proprio vero " Una buona mamma vale 100 maestri" Palmer G.H.

AUGURI MAMME



venerdì 30 aprile 2021

 Mai come in questi tempi, tra tante preoccupazioni, c'è anche quella per le relazioni dei nostri bambini e ragazzi: molti abbiamo ritenuto  quanto fosse importante tornare a scuola, per andare oltre ai social, alla dad, ai contatti attraverso  lo schermo.

 SOCIALIZZAZIONE : quando i bambini iniziano il loro inserimento, per la prima volta, in una sezione, una comunità diversa dalla famiglia, l'istinto è la ricerca di protezione dei propri spazi e giochi. E' bello dopo qualche tempo vedere la condivisione che è nata con altri bambini, che porta a essere sereni, a litigare, a giocare condividendo ciò che prima era proprietà privata. 


E' come se il bambino capisse che è parte del mondo e non al centro del mondo.

Tutti nascono con immani potenzialità per le relazioni sociali, così come per l'aggressività e la violenza. L'ambiente, inteso come persone e spazi e luoghi, determina quale sarà la caratteristica predominante del comportamento futuro. Ecco allora l'importanza della coerenza dell'adulto nel fornire regole basilari per la vita sociale

La socializzazione, nella fascia 2-6 anni, porta pian piano a scoprire e interiorizzare la comunità, la società con le sue regole e permette l'apertura e la conoscenza di sé e la condivisione delle proprie emozioni , in particolare attraverso il gioco.

Fondamentale, come sempre, il ruolo dei genitori e degli educatori, nell'interazione con i bambini.

Se anche la famiglia non ama relazionarsi con altri o ha pochi contatti umani e rimangono i soli punti di riferimento, anche i figli saranno poco inclini alle relazioni interpersonali

Al di là del tempo che verrà ricordiamoci sempre di cercare di offrire un ambiente stimolante e arricchente, per crescere nelle abilità sociali e imparare a interagire con l'ambiente intorno, senza paure. Troviamo sempre il tempo di ascoltare i sentimenti o pensieri dei bambini e stimolarli a prendere decisioni e portarle avanti, senza nascondere le proprie emozioni.

venerdì 16 aprile 2021





Avendo avuto qualche problema d'udito , anch'io ho sperimentato suoni "sparati" nelle orecchie , seduto all'interno di una cabina come se fossi a Rischiatutto.
 In base al volume e all'intensità del suono, dovevo alzare la mano, per segnalare se SENTIVO.
Ma non mi è mai stato chiesto di guardare la dottoressa , i suoi occhi, per sintonizzarmi con lei.
Oggi più che mai ASCOLTARE è diventato un gesto da eroi, pensiamo ai programmi politici o agli stessi dibattiti parlamentari.
Nella scuola dell'infanzia, la mattina inizia con il circle time, un momento vissuto in cerchio, in cui oltre alla presentazione dell'attività della giornata da parte della maestra, i bambini parlano e raccontano di sé stessi:  il racconto della domenica, o le paure legate alla salute di un nonno, oppure la gioia del regalo ricevuto, fa davvero capire che i bambini vogliono che tu faccia parte del loro mondo, cercano di condividere emozioni e sentimenti, oppure cercano conforto e coraggio.
L'importante è non essere distratti o disattenti perché anche ogni comportamento e gesto di un bimbo è un modo di comunicare.

Francesco, 4 anni , mi si avvicina e mi dice che lui ha un pugnale. Io subito gli dico che è un'arma pericolosa e poi mi giro per guardare un gruppo di suoi amici che stanno costruendo torri con le costruzioni. Sento che vengo che qualcuno mi tira la maglia. E' Francesco, mi abbasso per ascoltarlo bene e " Guarda che il pugnale mi serve perché sono il cacciatore che accompagna Biancaneve nel bosco e la devo difendere". Come cambia la visione del mio pensiero... stava guardando le immagini della favola....ed presentava la sua preoccupazione per Biancaneve.



Quando entro in una sezione, per chiedere una cosa alla maestra, capita di vedere un bimbo che si accosta e perché venga ascoltato , le tiri il grembiule.
Gli adulti sono un punto di riferimento, la loro attenzione è fondamentale  e di qui parte la fiducia .
Nel tempo, se è mancato l'ascolto, a fatica lo si recupera ....pensiamo all'età dell'adolescenza.
Può capitare che la nostra attenzione venga richiesta da un figlio, in un momento che facciamo altro e siamo distratti, non liquidiamolo velocemente e distrattamente. Rassicuriamolo dicendo che ci sarà un momento di ascolto totale. Facciamo in modo che diventino appuntamenti costanti e rassicuranti ricordando comunque che siamo interessati a ciò che ci vogliono raccontare.
Ricordiamoci che ASCOLTARE è diverso da sentire, perché ci vuole attenzione , silenzio, controllo
per captare il messaggio di chi abbiamo davanti, senza correre il rischio di elaborare la nostra risposta mentre l'altro ancora sta parlando.
Solo così, anche i bambini, capiranno che stiamo dando a loro l'importanza che meritano creando quel clima di attenzione e rispetto fondamentale.
"Parlare è un bisogno. Ascoltare è un arte" Goethe
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venerdì 9 aprile 2021



Nel calendario delle giornate internazionali dell'ONU, il 12 aprile è la giornata  dei viaggi dell'uomo nello spazio; questo da quando Gagarin nel 1961 eseguì il primo volo spaziale, aprendo la strada all'esplorazione di questo mondo in cui si muovono corpi celesti. 

Un'anno fa,  ho iniziato qui, la mia esplorazione attorno al mondo dei bambini, un mondo che ogni giorno, ogni esperienza, ogni storia, offre nuove scoperte, nuove emozioni e anche nuove teorie.

L'uomo che è sempre alla ricerca di risposte,  andare oltre per poter scoprire e capire, per poter crescere e conoscere il mondo in cui vive.

Ma anche  l'uomo che, oltre alla ricerca di scoperte e ricerca di risposte nell'infinito, continua a studiarsi , a  cercare di capire chi è,  a sperimentare teorie e pratiche per crescere e vivere utilizzando tutte le potenzialità e i talenti delle persone.....fin dal concepimento.

In questo cammino ho sempre sostenuto l'importanza della cura educativa, contro la sciatteria, contro il "va sempre bene" o " per farlo felice gli do tutto quello che mi chiede", soprattutto da quando siamo certi che i primi 1000 giorni di vita, influenzano il futuro del bambino....della persona, il cervello si sviluppa più che in qualsiasi altro momento, l'ambiente gioca un ruolo cruciale nella crescita, così come le esperienze vissute nella prima infanzia sono condizionate dal contesto in cui i bambini nascono e crescono  e dagli adulti che si prendono cura di loro.

" L'intera opera educativa può essere letta come aver cura dell'altro perché l'altro impari ad aver cura di sé " - Luigina Mortari

La sfida di  chi vive nel campo educativo, anche i genitori, è proprio quella di rimettere al centro la CURA: negli spazi fisici e nelle relazioni, nelle proposte educative, nelle reti e nelle collaborazioni, vissute come corresponsabilità, perché
i bambini possano vivere il bello e il buono, possano sentirsi protagonisti a loro volta nella cura del mondo e delle persone che incontrano.

" Perché si diventa uomini e donne solo ricevendo cura e imparando ad avere cura a nostra volta ." L. Mortari




mercoledì 31 marzo 2021

 Avete presente quando i bambini incominciano con una serie di domande che non ha fine?

Giulio di 4 anni mi si avvicina, mentre sono in giardino e  sto scattando foto . " Cosa fai ?" " Faccio delle foto". " a che cosa ?" , io rispondo che oltre ai bambini che giocano fotografo il cielo, i colori della natura, i fiori e gli alberi. Silenzio. Poco dopo " ma sopra il cielo azzurro e sopra le nuvole bianche, chi c'è , ci sono davvero gli angeli, e c' è silenzio o ballano e cantano?"

I bambini sono dei piccoli metafisici: i loro perché interrogano sul senso del vivere e del morire ( perché la nonna è morta ? e dove andata?).

Il discorso religioso, la spiritualità si inseriscono nel cammino di conoscenza del mondo e delle cose, già nei primi anni di vita. E' necessario che gli adulti aiutino il bambino ad avvertire e poi pian piano a capire che la realtà non si esaurisce in ciò che guardiamo o prendiamo in mano.

Anche il silenzio diventa importante, spesso vissuto come vuoto e come qualcosa da riempire subito, e non come occasione di scoperta. Piuttosto il rumore, la fretta, che non aiutano riflettere e  diventano  fughe, anziché possibile vie per creare un equilibrio e scoperta di serenità.

 Ritengo importante fin da subito la crescita spirituale, come già diceva la Montessori, che propone una pedagogia dell'interiorità  e introduce l'aspetto della visone ecumenica, che abbatte ogni barriera, per costruire un dialogo che va oltre le religioni.

Raccontare storie, bibliche o altro, forma nei bambini un certo immaginario e una scoperta di simboli.

Tutti i simboli sono importanti e rimandano ad altri significati.

 Questo è il lavoro dell'interiorità, in cui i bambini colgono che c'è un senso che va oltre.




venerdì 19 marzo 2021




 Tra le poche immagini di mio padre, ricordo quando mi aiutò ad imparare ad andare in bici. 

Dopo anni, ricordo benissimo quando io ho accompagnato i miei figli nella stessa esperienza con la prima bicicletta: cadute e abbracci di incoraggiamento, consigli ed esempi, mano sul sellino e corsa dietro mentre i bambini pedalavano, richiesta di pausa perché senza fiato, gioia nell'osservare che tuo figlio pedala senza il tuo aiuto, corre e sorride perché ce l'ha fatta e va da solo.

La figura del papà, il suo ruolo nella cura, nella crescita ed educazione dei bambini, possiamo già trovarlo in questa esperienza: accompagnare e consigliare, incoraggiare e accudire, essere di esempio, condividere fatiche, gioire insieme, sorvegliare con affetto quando incomincia ad andare solo.



La figura del Papà, ha come riferimento  San Giuseppe, che viene considerato  educatore e confidente, in grado di accudire e stare vicino con premura e speranza .

Nel passato l'educazione è sempre stata condizionata dai padri, in maniera autoritaria e individuale, velocizzando i processi di crescita ( sorvegliare gli animali o lavorare nei campi, piuttosto che giocare o leggere libri).

Ognuno porta con sé qualcosa della sua storia personale di figlio, bella o brutta che sia l'esperienza, e da lì può trovare il modo particolare di diventare genitore, stabilendo quali sono i principi e i valori da condividere, quali le metodologie e le esperienze.

Meglio se stabilite insieme tra i due genitori. Ciò che occorre non è l'individualismo, ma la coerenza delle scelte, regole e rinunce,  di entrambi.

Fin da piccolo il bimbo, quando vi è il primo distacco dalla mamma, vede nel papà un "porto sicuro" , come dire " ciò che è intorno non non è una minaccia" .



Da qui  il padre diventa una figura protettiva, stimolante e incoraggiante verso il bimbo, per le sue scoperte e la crescita, ma soprattutto autorevole nel suo esempio e nella sua etica.


venerdì 12 marzo 2021

 "  Vieni subito in casa o chiamo i carabinieri", voce di madre che grida dalla finestra di qualche condominio che dà sul parco.

" Se non fai il bravo vai nell'ufficio del direttore", maestra in difficoltà davanti all'eccessiva vivacità di un bambino.

Minacce, urla e punizioni, secondo molti adulti, servono per incutere timore e convincere i figli ad obbedire. Come se in questo modo ottenessimo l'importanza che ci spetta e il rispetto dei figli.

Quando ero bambino l'educazione normalmente si trasmetteva attraverso l'autorità del genitore o dell'insegnante: più era duro e severo, più si faceva silenzio e si obbediva. 

Nel tempo si è passati da durezza, punizioni anche fisiche ( penso alla bacchetta usate nelle gambe) a la totale preoccupazione di non ferire il proprio figlio, di non traumatizzarlo, tanto da far decidere a lui.

Ora possiamo sicuramente pensare che non è tanto l'autorità che è necessaria, ma l'autorevolezza !

Spesso gli adulti hanno paura di esercitarla, tanto da essere a loro volta maltrattati. 

Ma l'autorevolezza porta  a guardare oltre, per cui, non solo "ti voglio bene", ma "penso al tuo bene".

"Francesco ( 4 anni) prima di salire in bici , devi decidere se ti vuoi mettere il giubottino , perchè hai freddo, oppure basta la felpa..?."

L'adulto sta rischiando di demandare sempre di più ai bambini, i compiti da educatore. 

Ma le regole e limiti stabiliti dagli adulti sono fondamentali per acquisire responsabilità. 

I bambini vanno abituati al confronto, a tollerare le frustrazioni delle regole. Si può discutere in modo costruttivo, arrabbiarsi quando serve e anche punirli se la punizione è contestualizzata e non fine a se stessa, ha un fine e viene spiegata.


Confondiamo spesso accudimento ( continui regali, preoccupazione per ciò che mangiano , preoccupazioni per l'abbigliamento, se sono coperti bene ,ecc.) con educazione. 

Educare con regole chiare, agendo con  chiarezza, mantenendo la calma, cercando di comunicare senza urlare, spiegando le scelte e facendole rispettare con FERMEZZA. 

venerdì 5 marzo 2021


" Questi sono i binari, questa è la locomotiva, questi sono i vagoni" . Gabriele di 2 anni racconta, indicando un trenino giocattolo creato con fantasia, ad altri bimbi della sua sezione. Lo ascoltano, e se qualcuno dice che non è vero, lui ribatte seccamente  " Certo che è vero  io li ho visti alla stazione con mio babbo e me li ha spiegati tutti".

Mai come in questo periodo ci accorgiamo di quanto è importante ciò che abbiamo intorno, ciò che è presente nel nostro paese, nella natura che ci circonda. 

Per i bambini dovrebbe essere sempre così: avere approcci alla vita reale,  scoprire e conoscere ciò che c'è intorno, toccando con mano  e guardando con i propri occhi e non quelli teleguidati o virtuali.

L'esplorazione della realtà, che può essere la piazza del paese, i negozi, come i parchi e il fiume, sono un arricchimento che è altro dal libro , dal film visto su tabled. Dalla conoscenza del territorio, parte una cultura di appartenenza, che aiuta a comprendere, pian piano che esiste un'organizzazione, una comunità.

Penso a come le educatrici  del nido e infanzia, quando propongono ai bambini, la natura in base alle stagioni. Quando presentano l'inverno, vi sono esplosioni di idee per rappresentare la neve: polistirolo, neve artificiale, carta igienica, bambagia  ...... e tutti i bambini a toccare, giocare con il materiale proposto. Ma quando arriva la neve VERA, le espressioni cambiano , i sensi sperimentano aspetti non certo verificabili con la neve FINTA.

Dove è possibile e quando, favorire l'esperienza sul posto, della scoperta degli animali , dell'odore del fieno, o del mangiare e giocare con la frutta è altro rispetto alla fantasia.
Anche per la città, la nostra comunità, è un modo per essere in rete e mettere in relazione, non solo a parole, ma vivendo esperienze.
Penso con piacere a quando una sezione di 5 anni ha incontrato in municipio il sindaco: a parte l'attenzione e la curiosità, mi hanno sorpreso le domande fatte che spaziavano da pura curiosità ( ma dormi qui?) a se lui era potente come un re e  la città era il suo popolo.





 

venerdì 26 febbraio 2021

 " Mio figlio è bullizzato,  perché alcuni suo compagni gli dicono spostati, va via, non voglio giocare con te" , analisi di una famiglia di un bimbo della scuola dell'infanzia.

 Ormai il termine BULLISMO è utilizzato  in modo incessante e semplicistico, per spiegare qualsiasi comportamento aggressivo o trasgressivo.

 Sempre più famiglie, anche al nido e alla scuola dell'infanzia, accorrono per difendere  e proteggere il loro bambino, rischiando di mettere in crisi un percorso educativo che  tiene conto di tutti gli aspetti della vita, anche il CONFLITTO.

Il conflitto in sé non è dannoso, deleterio è non gestirlo.

Quando le maestre tentano di spiegare l'accaduto, è sempre molto difficile presentare il prima, il dopo e soprattutto il fatto che dopo 10 minuti i bambini giocano e si divertono insieme, come se non fosse successo nulla.

 I motivi scatenanti del conflitto tra pari all'infanzia, scatta per la difficoltà di condivisione del materiale, dello spazio, o per contatto fisico per un gioco. Le reazioni sono verbali o fisiche.

 Già fino ai 5 -6 anni c'è un cammino di crescita sull'autoregolazione emotiva, che chiaramente non è completo, soprattutto con i maschietti.

Eppure tutto ciò è una palestra, perché aiuta i bambini a strutturare nuovi schemi mentali, nuove competenze affettive e relazionali.

L'educatore diventa, in queste situazioni, un mediatore in ascolto, che non colpevolizza la persona, e non lascia neanche correre. Dopo l'intervento immediato, quando i bambini non arrivano ad una soluzione accettabile, l'adulto crea un punto d'incontro, dove l'ascolto di entrambi i protagonisti, e il racconto delle emozioni sono fondamentali. Va creato un ponte. La negoziazione e l'ascolto attivo aiutano il bambino a "conoscere" le proprie emozioni. 

Poi si passa all'accordo senza vinti e vincitori, ma stabilendo come procedere. Chi rinuncia a qualcosa non è il più debole, ma anzi è colui che ha competenze e risorse interiori che l'altro non ha ancora raggiunto.

"La paura dell’adulto è che i bambini non siano in grado di agire da soli quando sono in una situazione di contrasto. Così si legittima un interventismo piuttosto coercitivo che implica la necessità di dire ai bambini ciò che devono fare. «Basta!», «Smettetela!», «Giocate senza litigare», «Fate la pace». L’inefficacia di questo tipo di intervento, per quanto animato da equità e parvenza di imparzialità, è data dal fatto che una soluzione imposta non rappresenta ovviamente un livello adeguato di compenetrazione relazionale tra i bambini." Daniele Novara-Litigare bene


venerdì 19 febbraio 2021


" Basta , mio figlio non deve più stare vicino ad Antonio e Cristina" 
E' davvero difficile comprendere genitori che si inseriscono nella vita della scuola, nella vita di un gruppo, con queste richieste.
 In particolare quando i bambini ne subiscono i pensieri e le malignità anche quando non ci sono.
 Già questo fa pensare ad un genitore che si sostituisce al figlio, parla e decide a nome suo. 
Le scoperte di un bambino, i suoi apprendimenti, le sue relazioni, le sue discussioni e capricci, fanno parte del cammino di crescita, con tutto il gruppo in cui è inserito e dove le maestre o le educatrici sono le registe attente del percorso, pronte ad intervenire, solo se necessario.
Questo vale anche per le tutte le esperienze a casa, al nido o a scuola.

 "Tutte le volte che facciamo una cosa che il bambino può fare da solo,

gli rubiamo un pezzo di vita" scrisse Jean Piaget psicologo infantile e pedagogista svizzero.

Un bimbo, fin dalla nascita, fa le sue scoperte e le sue esperienze.
Certo, importanti sono le stimolazioni, ma "VIETATO" sostituirsi alle scoperte o alle prove.
Un aspetto da evitare quando si propone un'attività o un esperimento, è quello di spiegare continuamente la cosa e  finire dicendo " aspetta che ti  faccio vedere io come si fa",  come se questo ci facesse sentire importanti  e fondamentali davanti agli occhi del bambino.
Non è pensabile proteggerli da tutti i rischi, i bambini hanno necessità di affrontare esperienze ed avventure alla ricerca di autonomia, per consolidare capacità e competenze.
Avendo avuto esperienze, come educatore, con varie fasce d'età, è incredibile notare come spesso i "lavoretti" e in seguito i compiti, sono splendidi, ordinati, rispettosi degli spazi al nido,  lo sono un pò meno all'infanzia ,e alle "medie" sono spesso un disastro.
Un bambino, soprattutto da piccolo, DEVE PROVARE A FARE DA SOLO, sbagliare da solo e riprovare. Di questo la Montessori era una pioniera: l'autocorrezione, provare e riprovare.
Ricordo mio figlio, a 5/6 anni, mentre provava ad andare in bici: sarà caduto e si sarà rialzato almeno 30 volte in 1  ora.
Alla fine ci è riuscito...ed era felicissimo.

"L'ESPERIENZA PRECEDE LA COMPRENSIONE " J.Piaget

venerdì 12 febbraio 2021

 ore 7,40.....urla, strilli, pianto....l'eco della tromba delle scale che amplifica i suoni.

Non è un thriller, ma un bambino di 4 anni che, in braccio al babbo, strepita perché non vuole staccarsi dal cellulare, per entrare in sezione alla scuola dell'infanzia, vuole continuare a guardare cartoni, filmati, violenti e non. Così dalle 6,30, ci dicono.

Tranquillamente il babbo risponde" dai non fare così, quando torni a casa puoi riiniziare a guardarli".

Stesso giorno, ma al pomeriggio. Ore 16,45 , traffico intenso. Una auto accosta ai bordi della strada. Il babbo scende e dal sedile dietro prende un bimbo di 3-4 anni con tanto di sguardo calamitato sul cellulare . Lo piazza accanto all'auto, risale per mettere le 4 frecce, mentre il bambino rimane immobile vicino all'auto con lo sguardo rapito da filmati del cellullare e le auto continuano a sfrecciare.

E vogliamo nominare i bimbi nel passeggino con il cellulare in mano.....

Che i bambini sono molto attratti dalla tecnologia è un dato di fatto ( nativi digitali)

Ma perché sono così attratti? Non sono uno scienziato, ma i pediatri ci dicono, da tempo,  che davanti a gratificazioni, come anche visionare un video pieno di movimento e colori,  il cervello produce dopamina, che genera sensazioni di piacere, di gratificazione nel bambino, che cercherà di mantenere a lungo  e la ricercherà nel futuro.

Passare alla dipendenza è un attimo.

Come adulti, genitori, educatori, fondamentale è trovare un equilibrio sui tempi  e modi di utilizzo della tecnologia, soprattutto con bimbi così piccoli....e non solo.

Sedentarietà, obesità, poco sonno, avere tutto e subito ....basta un click, per non parlare di contenuti violenti che possono portare a problemi comportamentali. Ma soprattutto difficoltà relazionali e nel linguaggio, favorendo la dimensione solitaria.

Va usato il buon senso, come in tutte le cose, anche nell'educativo.

Scegliere quali video e immagini, stare accanto soprattutto ai bimbi piccoli, stabilire e rispettare i tempi. Non utilizzare le modalità tecnologiche, durante i pasti , in camera da letto. Distinguere tra gioco, attività all'aperto con altri bimbi,  che deve essere presente in maggiore quantità rispetto al tempo dedicato al cellulare o computer. Non utilizzare gli strumenti per calmare... se non raramente, anche perché  diventa difficile  la gestione delle emozioni. 

Poi trovare altri materiali , giochi per dare modo al bimbo di trastullarsi, curiosare,( libri, pasta di pane, pongo, colori). senza demonizzare le tecnologie, va anche detto che anche gli adulti dovrebbero, davanti ai bambini, dare il buon esempio , limitandone l'uso. 

Ricordiamo che essere rassicuranti e irremovibili, ma calmi, davanti ad un capriccio è la metodologia , sicuramente più faticosa, ma necessaria per non farsi travolgere, dando possibilità al bimbo di sfogarsi e cercando di tranquillizzarlo con un abbraccio.

Fiume Lamone al tramonto

venerdì 5 febbraio 2021

Quando una nuova famiglia si presenta per portare il bambino al nido, oltre a sottolineare l'entrata nella comunità del bambino, con tutto ciò che comporta la relazione, la condivisione di spazi e giochi e attenzioni, sono le regole. Una comunità, un gruppo per funzionare, per dare a tutti  spazi e tempi per crescere, conoscere e scoprire, ha delle regole. Per il nido, per  i bambini, come per le famiglie con cui si collabora, per la crescita di ogni bambino.

Limpido come l'acqua.....si potrebbe pensare. Ma non è così. Gli adulti stessi , pensando che i bambini non osservino o comprendano, si permettono deroghe alle regole in modo autonomo .

 Eppure le regole sono sempre esistite, nella comunità civile e religiosa, nelle società sportive, in qualsiasi tipo di gioco, di lavoro, nel commercio, nelle famiglie.

Le neuroscienze oggi ci dicono che una famiglia con un positivo sistema di regole e la capacità di immedesimazione dei genitori nelle emozioni dei figli , portano quest'ultimi a crescere più tranquilli e sereni. E ci dice anche che il cervello, con i "paletti", produce ormoni della calma e benessere.
Un neonato si guarda intorno, per vedere il mondo come funziona. Più passa il tempo e più osserva, più si comporta in base a ciò che vede:" basta urlare e la spunto, sputo ciò che mangio cosi decido io quello che voglio, visto che me lo chiedono decido tutto io ...." attenzione perché una persona , anche un bimbo, si crede onnipotente. I risultati li scopriremo quando diventa adolescente.
Lo scopo delle regole è proteggere, crescere nell'autoregolazione, nel benessere.




 Soprattutto oggi, anche con i social e il tempo che i bambini "spendono" abbandonati a se stessi o addirittura incentivati dagli adulti stessi, perché così " sono impegnati e si divertono" ....ha detto una mamma davanti ad una mia osservazione.
Come un fiume ha bisogno di argini, per arrivare al mare, per crescere autonomi e indipendenti, oltre all'affetto e al volersi bene servono educazione e regole.
Ma stabilito ciò, va ricordato quante e quali e soprattutto come devono essere le REGOLE:
limitate, ad esempio a tre anni ne possono recepire e rispettare 6 o 7;
concrete, " riordina subito" dipende a chi viene detto , ma se si invita  a mettere le costruzioni nel proprio contenitore è più chiaro, oppure " tra un pò vai a letto", meglio "finito il cartone , a letto";
semplici e positive , " vi ho detto di non fare a botte", meglio " gioca con tua fratello";
condivise tra genitori e coerenti con la vita della famiglia.
Chiaro che ci sono anche i gesti provocatori e di sfida, e quello è il momento che il bambino ci mette alla prova e chiede, a modo suo, qual è la cosa giusta da fare.

Come pure le regole non rispettate, soprattutto dopo i sei anni, viaggiano con sanzioni, stabilite insieme.
Un altro aspetto è l'attenzione ai ricatti " se mangi tutto ti do la cioccolata", ma anche NO, non se ne esce più. I NO fanno crescere, basta avere interiorizzato, come genitore, la regola e non cedere ai capricci. La fermezza e l'autorevolezza sono basilari.
"L'autorità è importante, abbiamo sbagliato a calpestarla: significa aver idee precise, intervenire e imporsi, rimanendo però su un piano affettivo. Non è il comando secco, da caserma.
Un figlio deve sentirsi dire: non posso accettare quello che hai fatto, ma sono qui, ti voglio e ti vorrò sempre bene. Tutto si svolge all'interno di una relazione di sentimenti"
 Vittorio Andreoli- psichiatra e scrittore

venerdì 29 gennaio 2021


Già la grande pedagogista Montessori, ci segnalava una cosa importante, più che mai oggi attuale: gli adulti facciano gli adulti.
"Il bambino è sensibile a un punto estremo, impressionabile in modo tale che l'adulto dovrebbe sorvegliare tutti gli atti e le parole, perché esse gli rimangono scolpite nella mente".
Maria Montessori-il bambino in famiglia 1936

Siamo in un periodo storico in cui, molto spesso, i genitori non sanno più dove condurre, in questa vita,  i propri figli. Fanno fatica ad avere certezze  morali, razionali, spirituali.
Sono aumentate le paure di non essere bravi genitori, di fare troppi errori.
Ed ecco allora la necessità di chiedere aiuto agli specialisti, per chiedere consigli.
Da sempre si sa che non si nasce genitore, ma si diventa.
 Un genitore è una persona, che sicuramente non è perfetta, ma deve essere AUTENTICA.
per essere un educatore affidabile, questa è la prima cosa.
Ogni tanto chiediamoci che cosa vedono i nostri figli quando ci guardano: persone che stanno bene con se stesse?
I dubbi, le indecisioni, ci demoliscono, ci mettono in crisi.


Ma oggi servono  genitori AFFIDABILI, che chiedono obbedienza, perché diano indicazioni nella vita.
Adulti  appassionati della vita, che sanno riflettere e prendere le proprie decisioni con coerenza.
Persone autorevoli che danno LIMITI, senza cedere alle pressioni, ma offrono relazioni significative.
Quando a scuola sento un genitore che chiede al proprio figlio di 3-4-5 anni "Ti vengo prendere prima di pranzo, dopo pranzo o nel pomeriggio?"  oppure in questo periodo, ad un bimbo di 2 anni " ti do il gel sanificante nelle mani  o non lo vuoi ?" penso subito ad un bambino che, come è normale che sia, mette alla prova, ma di fronte, chi ha?
 "Non saranno né la televisione, né internet a creare disagio ai bambini e agli adolescenti, quanto una certa indisponibilità degli adulti ad esserci."     Paolo Crepet-La gioia di educare.
E allora, come genitori,  dobbiamo non tanto essere perfetti, ma sicuri, coerenti e decisi nelle cose da fare, non mettendo più  del dovuto, confusione ai bambini, facendo fare a loro scelte non adeguate all'età e al momento. Noi siamo gli adulti.

venerdì 22 gennaio 2021

E' importante dare tempo ad ogni cosa: tra queste al primo posto  il parlarsi.

Per questo ci vuole tempo....far formulare la domanda o un racconto, oppure il racconto di un emozione al proprio figlio, prestandogli attenzione, vuol dire avere pazienza, vuol dire non interromperlo per velocizzare il tutto, vuol dire fargli sperimentare suoni e parole da condividere per imparare e crescere.

In questi ultimi tempi sono aumentati i bambini che usufruiscono di trattamenti logopedici, probabilmente anche per questo, più raro il dialogo, meno uso della parola, all'interno della casa.
Si parla con qualcuno perché si desidera avere un contatto, un dialogo che può partire da un sorriso, un abbraccio, ma soprattutto con la voce.

Quando a scuola un bambino "esplode", fa i capricci, piange, un metodo utilizzato è farlo sedere per calmarsi, prendere respiro. La maestra  si accomoda vicino a lui, cercando di essere all'altezza del suo sguardo, cercando di contenerlo, se necessario o attendendo che torni la tranquillità. Dopo qualche minuto il bambino può essere pronto all'ascolto e al racconto, delle sue emozioni, del perché la rabbia e il pianto. In quel momento si possono introdurre o riparlare di limiti, di regole del gruppo.

In quel momento il bambino ascolta," assorbe", come sempre, ogni nostra emozione e parola.

Rimangono appese nella sua persona, nel suo interesse, e nel tempo forse , diventano competenze.


Al di là delle varie motivazioni scientifiche e culturali, subito viene in mente a quanto tempo passano i bambini davanti a tv o al cellulare , ai social  ecc. " perché cosi stanno fermi, non disturbano, passano il tempo.
 Nel colloquio per l'inserimento al nido del figlio di 11 mesi, il genitore, ha colloquiato per 45 minuti con l'educatrice, avendo in braccio il bimbo che giocava con i video del cellulare.

A questo proposito inserisco una frase, che mi piace molto, della pediatra Claudia M .Gold " tenere il bambino nella mente", guardare con gli occhi di un bambino , e capire cosa è giusto per lui, in quel momento
La nostra voce fin da subito è un faro, un punto di riferimento ed è importante come la usiamo. Non possono diventare altri strumenti o modalità che si relazionano al posto nostro e riempiono tempi. 
Come non possono diventare i bambini coloro che  gestiscono le nostre capacità, emozioni  nel cammino educativo. Il tempo della relazione è ora.

venerdì 15 gennaio 2021

 Le paure, tutte le paure dei bambini, anche il coronavirus.

Rimango sempre molto stupito quando i bambini della scuola dell'infanzia raccontano di aver visto, anche da soli, determinati film (Il signore degli anelli, film di guerra, gli avengers), oppure quando ti dicono " sai che al telegiornale hanno fatto vedere un ragazzo che ha ucciso un uomo con una pistola".
Poi riguardi gli stessi bambini, mentre ascoltano una storia o una favola letta dalla maestra, con un'attenzione e una partecipazione direi totale, coinvolgente. Bambini che durante la lettura si chiudono gli occhi, o rimangono a bocca aperta, cercando di immaginare con la loro fantasia le scene e i fatti.
In base all'età, possiamo elencare diverse paure vissute dai bambini: il buio, l'abbandono, i mostri e fantasmi, le urla e la violenza e tante altre.
Davanti a questi vissuti un'aspetto è fondamentale: l'atteggiamento degli adulti.
Lo psicologo Lazarus definì che le emozioni nascono dalle credenze e non dalla realtà e le credenze dei più piccoli , per cui anche le paure, sono più aperte agli aggiornamenti, al superamento.
Ma il superamento passa anche attraverso il nostro ascolto, il nostro rispetto del vissuto del bambino, la pazienza e l'affetto, l'esserci come un'opportunità per superare le paure.
Necessario è il rispetto dei tempi e la modalità di comunicazione del bambino: se tutti i racconti vengono manifestati apertamente, maggiore è la probabilità di estinzione, in qualsiasi modalità, verbalizzazione, disegno, racconto di storie e favole.


La nostra capacità di osservazione ci farà capire anche i messaggi non verbali, che sono sempre un modo di comunicare importante.
Attenzione alle nostre emozioni, alle ansie trasmesse ai bambini che vengono amplificate come contagio emotivo, così pure attenzione ai mass media , a ciò che guardano: NON E' GIUSTO CHE POSSANO GUARDARE TUTTO . Inoltre niente frasi giudicanti del tipo "ormai sei grande non puoi aver paura del buio"
Fa riflettere  quando un ventenne ricorda paure avute da piccolo , rimaste impresse, che condizionano ancora il suo vissuto.
" Nessuno è disposto ad aprire il proprio cuore se non si è certi che l'altro è in ascolto"
L.J.Cohen
( riflessione ri- proposta,  del 16 maggio 2020)