Due giardini, uno con bambini dell'infanzia l'altro con bambini del nido. Una semplice siepe che divide, ma dove ci sono piccoli gradini per salire e per guardare al di là, per comunicare, e stringersi le mani.
Spontaneamente i bambini si includono tutti, non ci sono particolarità fisiche o di lingua che dividono.
Può dividere, per un momento, il litigio per un giocattolo, per una spinta....ma poi si ricomincia a correre, a partecipare alla vita del gruppo.
I bambini al nido non percepiscono diversità , ma cercano più le cose che accomunano che rendono complici. In questa fase l'inclusione riguarda"l'altra/o" con cui interagire. Molti bimbi hanno vissuto più o meno un periodo con la mamma o con i nonni, "scoprendo" gli altri bambini al parco, o quando ci sono amici.
Vivere giornate intere e intense con altri, relazionarsi, condividere spazi, giochi e momenti, quelli sono davvero momenti di inclusione.
Poi dai 3 ai 6 anni, all'infanzia il rispetto delle regole di convivenza con gli altri bambini, oltre a spazi , attività e laboratori, routine, diventano motivo di scoperta delle proprie e altrui emozioni, da riconoscere e condividere, scoprendo che a volte sono totalmente diverse o uguali.
Ogni bambino deve aver la possibilità di poter partecipare ad un percorso educativo di relazioni, acquisizioni di competenze, dove possa sentirsi accettato e stimolato nel suo cammino di crescita.
In questo percorso è importante supportarli con la condivisione di emozioni, positive e negative.
Fare qualcosa insieme per gli altri bambini, ad esempio donare giochi, o invitare bimbi a casa, anche quelli in difficoltà, per giocare con loro e imparare a vicenda. I bambini imparano molto dagli altri bambini, un esempio è l'esperienza delle sezioni eterogenee, dove i piccoli ascoltano e sono attratti deai bimbi più grandi, cha a loro volta vogliono poter tramettere competenze, condividendo le loro capacità.
Ecco allora anche il lavoro e il gioco di gruppo.
" I care" diceva don Milani, " mi prendo cura di te", chiunque tu sia.
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