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venerdì 23 dicembre 2022


"Ho gettato via la mia tazza quando  ho visto che un bambino  beveva al ruscello dalle proprie mani" Socrate

 La semplicità , anche in educazione, è purtroppo una caratteristica che spesso viene dimenticata.
Come adulti siamo alla ricerca di " riempire" di giochi , di attività , di libri.
Ma semplificare le routine dei bambini, vuole dire la possibilità di crescere più rilassati, tranquilli e produttivi.
Se osserviamo un bambino attorniato da tanti giochi, la sua attenzione e interesse è breve su tutti, con frenesia passa da uno all'altro, senza esplorare, capire, immaginare.
Molto spesso poi i giochi più semplici sono quelli a cui si dedicano di più.
Semplicità anche rispettando l'età senza adultizzare precocemente proponendo giochi o attività non adeguate all'età
Laura , una bimba di 5 anni , mi ha confidato, che le avevano regalato unghie finte molto lunghe con disegni di farfalle, e non vedeva l'ora di mettersele....anche se sapeva che poi non poteva fare molti giochi perché si staccavano o rompevano.
 Educare al bello è fondamentale, ma educare al bello nella semplicità , nella vita quotidiana, nelle persone che incontri, nelle cose che ti ritrovi in casa per inventare giochi, per costruire e rappresentare...un presepio...un albero di Natale, una stella... lo è ancor di più.

mercoledì 7 dicembre 2022




 " I bambini hanno bisogno di sporcarsi"

Eccessiva agitazione  dei genitori di una sezione d'infanzia, dove i bambini, sono usciti , perché nonostante sia dicembre, il sole illumina  e "riscalda" il giardino. I bambini, con tanto di stivali , giacca , hanno però "sguazzato" in alcune pozzanghere e toccato acqua e fango....chiaro, si sono sporcati.
 Certo l'igiene è importante, ma anche e soprattutto giocare, scoprire e imparare lo sono.
 Quando un bambino, scava , impasta acqua e terra....fa una frittata , o impasta la pizza, tutto ciò fa parte del suo percorso di apprendimento. 
 Come educatori, genitori, dobbiamo vigilare che nulla sia pericoloso, ma che si divertano, siano felici.
 I bambini di fatto sono degli esploratori e guardando e toccando scoprono il mondo, i sensi, i colori...arricchiscono la propria esperienza. Senza avere il terrore di essere sgridati, per cui giocare con il "freno a mano inserito".
 Ci sono studi che affermano che sporcarsi fa bene al sistema immunitario. Come i bambini che vivono in posti troppo igienizzati, non sviluppano completamente le difese naturali e si ammalano più spesso.
Ma senza passare da un eccesso all'altro, non è bene che i bimbi siano sempre sporchi e che possano fare tutto, ma lasciare spazio alla curiosità e alla scoperta aiuta a sperimentare e imparare.
 Ricordando anche che vivere all'aria aperta significa " giocare con la natura", e tra i giochi preferiti dai bambini, ci sono proprio quelli che la natura offre: stare in equilibrio su un tronco, scavare buchi , manipolare e impastare acqua e terra, giocare con le foglie.

venerdì 18 novembre 2022



Amare i nostri bambini non vuole dire annullare ogni tipo di frustrazione, o i lamenti, " le gnole" fanno parte di un meccanismo di comunicazione, per mettere alla prova l'adulto. Più siamo sicuri e tranquilli e affettuosi quando diciamo  NO ai figli, più lo comprenderanno.
Chiaramente ci vuole tempo e costanza.
Ricordo che l'adulto è in relazione con il bambino, con la capacità di ascoltare le emozioni e i bisogni, ma anche la capacità di rispondere adeguatamente.

Ma se voglio che i bambini siano felici, curiosi, Ottimisti, devo puntare ad esserlo prima io come educatore. L'esempio conta più delle parole.
Se voglio che i miei figli, i bambini che ho in sezione al nido, o all'infanzia, non siano pessimisti, lamentosi, brontoloni, devo partire da me.

Partendo dai messaggi sui social, dove la critica, l'osservazione, il lamento, sono costanti, contro i vicini, lo stato, il comune, la società sportiva , la Chiesa ....,quasi che chi scrive è perfetto e gli altri sbagliano, possimo comprendere che questo è ciò che i bambini vedono e sentono, anche troppo
Oggi più che mai i bambini hanno bisogno di esempi positivi e fiduciosi, ma anche responsabili e coerenti. Se faccio parte di un gruppo, le regole condivise, mi aiutano a rispettare tutti e tutto, compreso lo spazio, che sia sezione  o giardino o la città. 
Impegnarsi è faticoso, ma insieme è meglio, ci si incoraggia, si possono raggiungere traguardi ottimi, oppure ci si può aiutare per migliorare, "se non va bene una volta, ci riusciremo la prossima.".
La fatica e il sacrificio, da cui spesso i bambini vengono "protetti", non vanno demonizzati, ma vissuti come un modo di ottenere risultati desiderati nella propria vita.



 

lunedì 31 ottobre 2022



 
Davanti a genitori separati, davanti a rancori e "appunti" di tutto ciò che fa l'altro o l'altra, è davvero difficile chiedere di immedesimarsi nei figli, nel provare a capire cosa vedono, sentono, quali emozioni provano.
Da entrambe le parti ritengono di stare molto attenti a non turbare i bimbi, eppure ci sono disattenzioni o gesti e parole impulsive che lasciano il segno.
Una delle cose fondamentali che va evitata, è  parlare con altri, dei figli, a voce alta, per sottolineare difetti, difficoltà , capricci.
Si pensa spesso che i bimbi sotto i 3-4 anni non capiscano... invece assorbono tutto, l'ansia, le difficoltà e paure del genitore, la rabbia o la tristezza.
Un bambino anche di 1-2 anni, sente benissimo che c'è qualcosa che non funziona tra i genitori.
E allora va rassicurato che non c'entra nulla in quello che sta accadendo, e l'amore del babbo e della mamma, ci saranno sempre. Come?
Stabilire tempi e modi da condividere, che portino complicità e serenità, che sia gioco, lettura, una passeggiata,  SICURAMENTE senza cellulare, tutta dedicata a loro, anzi scelto con loro.
Attenzione a non cadere nel raccontare " errori" dell'altro genitore. Il bene del bimbo è al primo posto. Il massimo è mantenere un dialogo tra i due genitori.
Non cedere a ricatti e capricci, che dimostrano le difficoltà del figlio, perché voler bene è anche saper dire di no. Sapere dare riferimenti sicuri per la crescita. Coccolarlo, ma non comprarlo con giochi, cioccolate e merendine o utilizzo del cellulare.
I bambini lavorano molto di immaginazione, sta a noi il compito di rassicurarli, mettere un filtro, con comprensione, atteggiamenti affettuosi in modo che prima o poi possano esprimere i propri sentimenti ed essere ascoltati e capiti nelle loro paure.



venerdì 14 ottobre 2022



" Non si nasce con l'istinto della lettura come si nasce con quello di mangiare e bere"
Bisogna educare i bambini alla lettura -Gianni Rodari.

Non so se è dovuto al periodo che stiamo sorpassando, oppure alla velocità con cui cambiano le cose e non riusciamo più a gestirle nel modo giusto.
Ma seguendo i bimbi  da zero a sei anni, noto sempre di più come, l'utilizzo di smartphone da parte dei bimbi, è in aumento con la complicità dei genitori.
Quando si fa  la spesa, nel colloquio al nido o a scuola con l'educatrice, in attesa della visita del 
 medico, in auto nel tragitto per arrivare a casa, i bambini osservano, giocano, ipnotizzati dai colori, suoni e immagini dei cellulari.
Noto anche che sono aumentate le difficoltà di linguaggio e la necessità di sedute di logopedia, oppure  difficoltà nelle relazioni, nel gestire e condividere emozioni.
Eppure quando le educatrici o le maestre leggono al nido o all'infanzia, utilizzando la voce recitante, o esprimendo con il volto i sentimenti e l'emozioni, il silenzio tra i bimbi regna e dopo anche le osservazioni, le domande, le gioie e le paure davanti " ..al lupo".
Tutti gli studi riconoscono l'importanza della lettura, anzi della condivisione dei libri, per gli innumerevoli benefici quali il linguaggio, l'empatia, la relazione, l'apprendimento, la complicità , la condivisione di emozioni, il ragionamento critico.
Tutto ciò fin dalla nascita, scegliendo in modo adeguato all'età i libri, ascoltando gli interessi dei protagonisti, creando un angolo all'interno della casa, facendolo insieme o contemporaneamente ( quanto è importante l'imitazione in questa fascia di età), senza presentare il libro " come un'alternativa alla tv o al cellulare" Rodari.

































 










sabato 24 settembre 2022


 Entrando al Nido d'infanzia i bimbi entrano, per la prima volta, a far parte di una comunità, così come le loro famiglie.

Comunità con regole, con rapporti nuovi da costruire, con la condivisione degli spazi e dei giochi, condivisione del pasto e del  dormire.

Per i genitori è condivisione del percorso educativo di crescita del proprio figlio con le educatrici, le insegnanti, il coordinatore pedagogico o didattico.

Quante emozioni e opinioni e riflessioni vengono messe al centro.

 Quando è chiaro l'obiettivo e tutti viaggiano per lo stesso percorso, anche se con fatiche, cambiamenti di opinione, i bambini hanno davvero infiniti benefici.

Ma non sempre è così semplice, perché ognuno ha le proprie abitudini, le proprie regole di vita quotidiana, i propri principi.

Dunque il dialogo, l'ascolto, il confronto, nel rispetto dei propri ruoli, è basilare, per camminare insieme nello stesso progetto educativo.

Vigostskij, psicologo e pedagogista sovietico dei primi del '900, enfatizzava l'importanza dell'ambiente nello sviluppo emotivo dei bambini.

Sempre di più la pedagogia ha sottolineato che le interazioni e le relazioni che il bambino instaura fin dai primi mesi di vita, scoprire le regole del vivere insieme, risolvere i conflitti, la collaborazione vissuta nel gioco, sono fondamentali per uno sano sviluppo emotivo e cognitivo.



venerdì 2 settembre 2022


 " Vi chiedo che mia figlia, quando è a scuola, non si sporchi", " State attente a non farlo sudare", " La tuta? Ma lei non la vuole"
Ecco alcune osservazioni emerse in questo periodo, negli incontri con i genitori di bimbi che iniziano l'avventura la nido e alla scuola dell'infanzia .

Anche se insieme a tutte le famiglie, si condividono, obiettivi, metodologie, progetti, l'idea di bambino e di obiettivi, molto spesso, sono diversi tra genitori, educatrici, maestre, coordinatori, e non ci sono sempre punti d'incontro.
Sicuramente davanti a paure e ansie, la pazienza e il dialogo, senza giudizio da entrambe le parti, sono basilari.

Mi piace sottolineare, alcuni diritti che Gianfranco Zavalloni( dirigente, ideatore della "pedagogia della lumaca") espose in suo decalogo: il diritto di sporcarsi a giocare con sabbia, foglie, erba, pozzanghere..
Il diritto all'uso delle mani a piantare chiodi, ...incollare, plasmare creta..
Cerchiamo allora, superando fatiche e paure,  di " guardare il mondo con gli occhi dei bimbi e delle bimbe".

lunedì 25 luglio 2022


 

....Mina cantava" Parole , parole, parole..."
Capita di ascoltare genitori che parlano con i propri figli, per spiegare qualcosa, o richiamarli, o per  giocherellare con loro.
Possiamo trovare i due estremi: nonni o genitori che parlano utilizzando versi e suoni dei bimbi stessi ad esempio" guarda il bubu o il bau  bau"  chiaramente cambiando anche il timbro della voce .
Oppure si usano termini particolari  o costruzioni linguistiche complesse come mi è successo di sentire ultimamente.

In un rifugio in montagna, a lato del nostro tavolo,  una famiglia  pranza al tavolo con 2 bimbe di 1/2 anni e   l'altra di 3/4 anni.

Il Babbo : " Camilla CONNETTITI , incomincia a mangiare!"

Dopo poco ancora " Attenta Lucia, la posata è AGUZZA, può farti male".

Nella fase neonatale o prescolare, i bambini, hanno necessità di ascoltare, sentir parlare gli adulti, in modo semplice, non utilizzando vocaboli scorretti e inventati o troppo complicati o metafore, ma semplici, tanto da  associarli ad un oggetto, un azione. E soprattutto meglio usare il nostro normale timbro di voce pronunciando le parole in modo corretto. Ricordiamoci sempre che i bambini cercano di imitarci e il linguaggio non verbale è fondamentale: sguardi, toni di voce , mimica facciale.

Per stimolare il linguaggio è importante guardarsi in faccia, giocare comunicando, leggere storie, ripetendo i vocaboli, usando filastrocche, senza usare il "bambinese" , piuttosto sillabando e
facendo in modo che il bambino acquisisca , faccia suo il termine e di lì possa andare avanti, imparane altri. 

Inoltre fare in modo che il bambino chieda e non solo indichi cosa vuole, racconti con i suoi tempi , senza anticiparlo per fare più in fretta. 



martedì 28 giugno 2022

 


....quanti pensieri, quante domande o racconti ci sono negli occhi di un bambino. Paure o gioie, dubbi o ascolto infinito.

Quando sono davanti agli occhi di un bambino, cerco di capirne il suo linguaggio, che è molto più chiaro delle parole soprattutto fino ai 3-4 anni.

 Ci sono studi, teorie, che spiegano cosa guardare e come valutare gli sguardi dei bambini, quali emozioni carpire, ma alcune cose sono lampanti per chiunque guarda con attenzione e delicatezza.

" Luca raccontami cos'è successo, perché Paolo piange, è successo qualcosa che mi vuoi dire ?"

Silenzio e volto girato. " Dai...per favore, guardami in faccia. Mi dici perché Paolo piange è successo qualcosa?"

" Non mi faceva giocare con lui.... mi ha dato un pugno.."

" E' andata proprio così?"

Gli sto chiedendo di fidarsi e di affidarsi. Se ti da la mano si è già ad un buon punto della comunicazione e della relazione.

Entrare in ascolto, non distrattamente, non mentre facciamo altre cose. Guardare è un atto di delicatezza e di cura, in cui si sospende il giudizio e la morale, ma si la possibilità di mostrare la fragilità  e le paure, sapendo che si può guardare oltre, e i nostri occhi lo possono testimoniare.

venerdì 3 giugno 2022

   Vedere bambine e bambini che si abbracciano, si salutano, baci alle maestre, genitori che applaudono, salutano....dopo due anni di restrizioni e paure, fa solo piacere e porta molta gioia.

A questo punto capisci quanto è importante la relazione, quanto importante guardarsi in faccia, abbracciarsi, gioire insieme.

Certo, questo tempo ci ha insegnato che la relazione può passare anche  attraverso lo schermo di un computer, sperando che vi sia la connessione continua, che tutti sentano tutto, che non vengano interrotti dialoghi e considerazioni. Sicuramente velocizzano e ottimizzano i tempi, la presenza dei genitori rispetto alla scuola è aumentata.

Ma....

Quando ora ci incontriamo con le maestre e le educatrici, concordiamo che la relazione in presenza è un'altra cosa, come l'attenzione, la voglia di confrontarsi, di partecipare....di esserci.

 Anche i genitori, ora,  gioiscono delle feste e degli incontri fatti insieme in giardino, perché, dopo la novità iniziale, li vedevi che molti si collegavano mentre guidavano l' auto, al supermercato o al parco con i figli mentre mangiano il gelato, e capivi che erano occasioni sprecate per il bene di tutti , in particolare per i bambini.

Il contatto umano, la voce , l'espressione del volto, la gestualità di ogni persona aiutano nella comunicazione, nella relazione, nell'attenzione all'altro.


Vedere un bimbo in sezione arrabbiato per la contesa di un gioco  o innervosito perché non si fa "quello che voglio" e chiedergli, a braccia aperte o allungando la mano  " vieni con me che facciamo un giro in giardino, che controlliamo le fontanelle che quei signori stanno sistemando"  vederlo correre curioso...  e dopo aver ascoltato le sue domande, i suoi racconti,  vederlo sorridere quando  chiedi se vuole tornare in sezione dai suoi amici, comprendi l'importanza del contatto umano, dell'essere lì in quel momento.

Essere presente con tutta la tua persona, cercando di non perdere nulla di chi ti è accanto. 

Perché è attraverso i legami con i  compagni,  la relazione con l'educatore , che nascono le motivazioni per apprendere, per stare bene e sentirsi sicuri, per avere fiducia in se stessi  e costruire la propria personalità.


sabato 16 aprile 2022

 "Mi sono fatta male", urla, avvicinandosi, Angela con lacrime e singhiozzi. Io sto giocando con un gruppo di bimbi della scuola dell'infanzia.

" Ma dove, fammi vedere" le dico. Allunga la sua manina, obiettivamente non vedo nulla. 

" Ma esattamente dove?" e mi indica un punto ben preciso.

"Se vuoi ti do un bacino su dove hai male" e lei, mentre scendono sulle guance grandi lacrime, scuote la testa affermativamente.

Le bacio la manina e ...improvvisamente "esplode un sorriso".  " Grazie" e corre via.

La gioia da entrambe le parti, perché mi sono sentito , non tanto un guaritore, ma un educatore che non ha deriso, ma ha ritenuto importante quella consolazione, esserle vicino.

Per Angela era un modo per superare una tristezza, per un gioco che non andava bene, o perché un amica non stava con lei. Ma mi ha messo alla prova e ha visto che non era sola.

 Sarebbe bello fosse sempre così

La forza di superare insieme il dolore, la paura , la sofferenza  è fondamentale per tutti. 

A maggior ragione per i bambini.

Vedere bimbi scappati dalla guerra, che riprovano a vivere, nonostante la lontananza da casa, dal babbo e dagli amici, dalle proprie cose, che riscoprono il sorriso e che trovano nella mano della maestra quella forza per farcela con fiducia nel futuro, è lo scopo del nostro essere educatori.





venerdì 1 aprile 2022

 


" Il generale ordinò " Butta la strabomba".

 Il pilota guardò giù e vide i bambini che giocavano... e disse" il nemico non lo vedo...il nemico non c'è" ( da La strabomba  di Mario Lodi)

In questi momenti di incontri di famiglie e bambini fuggiti da zone di guerra, il racconto di Mario Lodi  è una luce splendente che illumina.

Ma anche l'atteggiamento e la premura dei bambini lo è in egual modo.

Sicuramente con i bambini sotto i 7-8 anni, dobbiamo stare attenti a come parlare di guerra, di violenza, soprattutto a non usare immagini, o guardare il telegiornale.

I bambini non hanno ancora una netta distinzione tra il tempo, il luogo, la finzione e realtà. La paura e l'ansia possono davvero scombinare totalmente la loro serenità e vivacità.

Ma nello stesso tempo sbagliato non parlarne, o usando bugie per non entrare in argomento.

Far parlare loro, utilizzare le "loro verità" per dare una risposta, tranquillizzando che noi siamo lì con loro, che ci sono persone che tentano di arrivare alla pace.

Mai paragonare la guerra con i litigi dei bambini. Il litigio, fa parte della relazione.

Ma l'arrivo di questi bimbi dall'Ucraina, l'incontro e i sorrisi di incontro, la mano data spontaneamente, " perché non conta di dove sei, cosa fai... basta uno sguardo , un cerchio , un disegno donato ed eccoci amici.

Tanto da farti vedere la sezione e vedere che ci siamo seduti vicini, anche se non parliamo la stessa lingua  e con le parole non ci capiamo, ma  giocando insieme e come se ci conoscessimo da sempre."



venerdì 11 marzo 2022

 " Chi è che comanda qui...Lei! Per cui deve dire alle maestre cosa devono fare, andare secondo la linea che dice Lei...un pò come un domatore di cavalli che seguono le indicazioni e vengono addomesticati..." "

" Io credo a mio figlio ( 2 anni) se dice che non è caduto da solo, ma l'hanno spinto, mi fido di lui!"

" Basta, dovete stare in sezione, non dovete uscire, i bambini si ammalano....poi Linda tutte le volte che esce va cambiata di maglietta.. e dice che non lo fate"

" Non è possibile che Giacomo ( 4 anni) sia vivace, a casa è bravissimo gioca da solo con il cellulare, la play tutto il pomeriggio senza disturbare mai ".



Ecco  frasi che sono "uscite" in alcuni dialoghi con famiglie.

Cooperare, avere una relazione di reciprocità, non vuole dire confondere i ruoli, che devono rimanere definiti e distinti: educatrici, maestre e famiglia.

Spesso le famiglie non comprendono pienamente il percorso educativo, le metodologie e gli spazi utilizzati; d'istinto s'informano della salute, di ciò che hanno mangiato o se sono andati in bagno, rimandando al futuro tutti gli aspetti riguardanti emozioni e sentimenti, della scoperta e autostima.

Tutto ciò presuppone  trasparenza, chiarezza nelle informazioni di ciò che si sta vivendo e soprattutto fiducia reciproca.

I bambini hanno bisogno di questa costruttiva collaborazione, per crescere in autonomia, relazione e apprendimento.

Saper ascoltare i suoi bisogni e desideri, accettare e condividere la sua curiosità e rispondere in modo adeguato senza essere  sottomessi al suo volere e neppure offrire continue soluzioni ai suoi problemi, sono solo alcune considerazioni che scuola e famiglia devono tenere ben presenti nell'educazione.

Necessaria è l'empatia con il bambino, senza infondere ansia, paura, o utilizzando l'autoritarismo.

E' sempre necessario , tra scuola e famiglia, capirsi e fidarsi, tenendo presente che SBAGLIARE fa parte del processo di crescita a tutte le età.

 Poi insieme ci deve essere l'incoraggiamento per fare conquiste, crescendo in autostima e fiducia in sé stessi.



venerdì 18 febbraio 2022

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 Ma le paure dei bambini sono paure piccole ?

" Dai facciamo il trenino e andiamo in sezione" chiede la maestra ai bambini, mentre Maria una bimba di 4 anni che si è attardata a rimettere a posto i giochi, cerca di infilarsi tra i compagni mentre le dico "...ecco il fantasmino che arriva e scompiglia la fila dei vagoni...". La bimba si ferma , mi guarda e mi dice piagnucolando" No! Io non sono un fantasma , non sono un fantasma!". Corro ai ripari e la rassicuro.

In base all'età, alle esperienze, agli adulti che sono vicini, cambiano le paure .

Dai 3 anni le paure non riguardano solo oggetti o persone reali, ma anche personaggi della fantasia. Maria sicuramente aveva visto qualcosa sui mostri o creature paurose fantastiche che le avevano messa ansia e paura.

Ecco allora, considerare quanto è importante cosa guardano i bambini in tv o al cellulare , liberi di poter navigare o giocare, o cosa ascoltano e vivono in casa.... RICORDANDO che... perchè sono piccoli non hanno PAURE PICCOLE. 

 Ai bambini può piacere essere un po'  spaventati, pensate all'uomo nero o alla strega colore, ma se si esagera possono aver paura delle loro fantasie.

E' normale che si presenti la paura, che ci da l'allarme davanti a situazioni minacciose, o tristi...pensiamo alla separazione dei genitori, che per quanto può essere preparata, il bambino continua a dire "non voglio".

Lo stile educativo con cui il bambino cresce è fondamentale: non serve " sei grande non devi aver paura" oppure " non avere paura", o ancora sottolineare errori dei figli, per ampliare il loro senso di inadeguatezza .

Cercare di entrare nel loro mondo, senza minimizzare, anche ora, cercare di comprendere quali significati assumono personaggi  e oggetti fantastici, senza l'ansia o mostrando apprensione.

Costruire insieme storie dove il bambino e il mostro diventano amici, o dove ci sono eroi che affrontano le sfide con coraggio ridimensionando le avversità.

 Aiutarli ad esprimere il proprio vissuto per ridurre la tensione, sono alcune strategie che ci possono aiutare.



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mercoledì 26 gennaio 2022

Gettarsi a terra, mordere, alzare le mani: sono i modi in cui i bambini, dai 2 anni, riescono a far uscire la loro rabbia.
 Proviamo a immaginare un bambino che vede il sole, il prato, o bambini che giocano e vorrebbe partecipare, ma ostacoli intricati, nel mezzo del percorso, rendono difficile l'avvicinamento e il contatto, tanto da esplodere.
 L'aggressività, spesso, non è immotivata, perché segnala che il bambino ha qualcosa nel "profondo" che non riesce a comunicare e fatica a controllare impulsi ed emozioni...tutto fuori dal suo controllo.
 In questo momento, il bambino non conosce altro modo per esprimere le sue frustrazioni, e avere tanti stimoli  portano a reazioni diversificate. Tutto ciò fa parte del processo di crescita e autonomia, ma l'importante è sapere come "starci"!
Certamente non aiutano i genitori che si divertono a dare piccoli morsi o pizzicotti ai propri piccoli, tanto per giocare , per divertirsi.
 Per un bimbo è difficile distinguere lo scherzo da un modo da utilizzare normalmente di comunicazione.
 Semplicemente da evitare. 
Proviamo allora a "volare in alto" per avere uno sguardo diverso, da un altro punto di vista, così come deve fare l'educatore.
 Osservare il bambino e l'ambiente, per cercare di comprendere, per capire quali difficoltà, quali emozioni, e per che cosa.
 Non servono spiegazioni prolisse, che difficilmente un bambino segue.
 Piuttosto usando la calma, mai l'aggressività, facciamo sentire che capiamo le sue emozioni, la sua rabbia.
 Manteniamo regole senza cedere, perché aumentano le crisi di rabbia e aggressività .