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giovedì 12 dicembre 2024


" C'era una volta ..." 
Perchè leggere le favole...
Intanto leggere e provare il piacere della lettura insieme. Infatti le ricerche ci dicono che chi ha avuto il piacere di ascoltare storie e racconti, una volta diventato grande, è diventato un assiduo lettore. 
Pensando poi alle favole, alle storie più o meno conosciute, il bambino, identificandosi con i personaggi, scopre la sua interiorità, o entra nell'universo delle sue emozioni . 
Inoltre scopre il vasto mondo delle relazioni, le positività e complessità .
Immedesimandosi con i personaggi, i bambini, entrano in relazione  e provano ad affrontare le proprie paure, le gioie, la rabbia,  e  sperimentano situazioni di speranza.
 L'immaginazione trova il suo spazio, così come il pensiero critico, e il bambino ha la possibilità di trovare soluzioni, anche diverse dai protagonisti della storia, dei problemi e delle difficoltà. Ricordiamo che, come diceva lo scrittore Chersterton:" Le favole non dicono ai bambini che i draghi esistono. Perchè i bambini lo sanno. Le favole dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti ".
Infine le favole sono modi di condividere e scoprire valori come l'amiciazia, il rispetto,l'onestà, la generosità....imparando, in modo semplice, che da le azioni portano conseguenze ben precise.




 

mercoledì 20 novembre 2024


 Proteggere un bambino significa ESSERE PRESENTE in ogni circostanza, sostenendo, dimostrando affetto, aiuto nel gestire l'emozioni.

Ma iperprotezione, ansia e preoccupazione, modificano quell'ESSERE PRESENTE in genitori ,  che proiettando le proprie paure, orientano il comportamento del bambino verso una direzione precisa anzichè lasciarlo libero di manifestarsi in modo spontaneo.
Negli ultimi anni, nella cultura popolare, si è diffuso il termine "genitori spazzaneve" riferendosi a coloro che che fanno di tutto e di più , per rimuovere ogni ostacolo e difficoltà dalla vita dei figli, in modo che la vita sia più serena e tranquilla.... come essere in una campana di vetro.
 Intanto bisogna fidarsi, cercando di vivere "meglio" i momenti che condividete.
Poi smettere di preoccuparsi  e occuparvi di tutto, lasciando che i bambini ci provino da soli, anche sbagliando....sì, anche se l'ansia è tanta. 
Il compito del genitore, come dell'educatore, non è sostituirsi ai bimbi, ma esserci. 
Non si riflette mai abbastanza sull'importanza dei ragazzi nel fare da soli, sbagliare, soffrire e rialzarsi per imparare ad affrontare le difficoltà.
Esserci dopo un litigio con un amico, dopo essere caduti, dopo aver perso un gioco, con un abbraccio, un sorriso, con il vostro sostegno dopo un brutto voto. Esserci attraverso un incorragiante presenza e soprattutto come valido esempio per loro.

venerdì 25 ottobre 2024

Dormire per un bambino, è fondamentale per la  crescita.
 Dormire bene migliora lo sviluppo psico-fisico.
Il tempo del sonno, in un'età in cui il bambino si sta formando, almeno fino ai 10 anni, va assolutamente protetto. 
In particolare nella prima fascia  0-3, quando ci sono problemi di sonno  perché i bimbi sono combattuti tra il desiderio di stare con i genitori, le persone a cui vogliono bene, e la voglia di essere indipendenti.
Anche qui la regolarità dei tempi e momenti sono indispensabili, come le routine al nido.
Chiaro poi che l'applicazione di alcune regole per il buon sonno, da parte degli adulti, è il primo aspetto da cui partire.
Ma quali regole?
In questo periodo storico la prima regola da rispettare è non dare e usare il cellulare a letto. Gli studi confermano l'accumulo di neurotossine, che agiscono sul sistema nervoso, e causano disturbi del sonno e insonnia cronica. Prima di coricarsi evitare bevande con caffeina ( cioccolata, coca cola, tè). Non fare giochi di movimento che possono interferire con l'addormentamento. Stare vicino al bimbo fino all'addormentamento ( se ha problemi o piange)  senza colmarlo di attenzioni. Creare un rituale per l'addormentamento fissando orari regolari per il sonno e dormendo nel proprio letto. 
Sicuramente la ninna nanna cantata dal genitore occupa un posto privilegiato, rafforzando il legame tra bimbo e genitore.
 Importante è ricordarsi che ogni bimbo è diverso...non esistono regole che vanno sempre bene per tutti.
l'importante è tenere un atteggiamento tranquillo che trasmetta serenità al bambino.

 





venerdì 4 ottobre 2024


 E' giusto che sia il bambino a scegliere? Esiste giusto e sbagliato per il bambino?

 Prima di tutto dobbiamo distinguere tra bisogno e desideri. 
Un bambino che chiede di giocare o avere un cellulare... non è certo un bisogno, ma un desiderio.
 A questo punto sta al genitore  porsi come "specchio" per andare un pò oltre la superficie della richiesta e capire il sentimento del bambino e il motivo della richiesta.
L'educatore si deve sentire libero di dire si o no davanti alla richiesta del bambino, in base alla situazione del momento. Davanti alla chiarezza e l'onestà della risposta sarà come fare i conti con le necessità e i sentimenti degli adulti che ha vicino. E la rabbia o il capriccio, accettati dall'adulto con pazienza e calma, diventeranno per il bambino scuola per accettare più velocemente i sentimenti negativi e le frustrazione. Davanti ai si, sarà un modo per condividere la gioia.
Sicuramente sui comportamenti e le scelte dei bambini influisce l'ambiente e le testimonianze delle persone che ha attorno nella vita di tutti giorni.
Se un comportamento negativo è seguito da condizioni negative e spiacevoli, diminuisce la frequenza della ripetizione del comportamento

lunedì 9 settembre 2024


Aver paura di sbagliare, parlare sottovoce e non guardare negli occhi, poca voglia di mettersi in gioco, sono spesso segni di bassa autostima, avere una bassa considerazione delle proprie idee e capacità e pensare che si è poco utili per gli altri.
 In questa situazione molto spesso si fa fatica a chiedere aiuto.
Ciò vale per i bambini piccoli, per gli adolescenti e anche per chi ha già raggiunto da tempo l'età della cosiddetta maturità.

Eppure da piccini i bambini manifestano il desiderio di essere al centro dell'attenzione di genitori, nonni, educatori, attraverso sceneggiate, capricci, fughe quando gli adulti si presentano al nido o a scuola per riportarli a casa.

Prestare attenzione ai nostri bambini, dà loro sicurezza , gioia e ...autostima con un atteggiamento positivo verso la vita .
Qualche giorno fa mi trovavo in un centro commerciale. Ok ...fuori era molto caldo.
mi soffermo a guardare un a mamma con 2 bimbi di 2- 4/5 anni che, mentre faceva giocare i bambini su tutti i tipi di gioco a pagamento, automobilina, trenino, cavallino ecc.,, lei guardava e chattava al cellulare.
Attenzione è ...guardare  in faccia un bimbo quando ci racconta qualcosa, giocare con lui nel tempo che abbiamo insieme, dirgli di no o si quando è necessario, spiegandone il motivo, condividere alcuni momenti della giornata, sottolineare la soddisfazione o l'apprezzamento quando ci aiuta in casa, o ha preparato qualcosa  per noi, abbracciarlo e dire  " ti voglio bene" dando la garanzia che non ci dimentichiamo mai di lui. 
Sicuri di questo poi, è più facile per loro attendere  che gli adulti dedichino loro attenzione.
" Per sviluppare una sana autostima un bambino deve sentirsi prezioso e utile per i suoi genitori e, di conseguenza, "valere" l'affetto e l'amore da parte loro." ( J.Juul > psicoterapeuta danese)

venerdì 16 agosto 2024





 

Tempo di vacanze, tempo di riposo.
Ma non di mancanza di regole.
Bambini di 2-3 anni  che si rifiutano di prendere la medicina, oppure che in un salone di mobili fanno quello che vogliono, stendendo stoviglie ovunque o saltando sui divani. Oppure decidono loro a che ora andare a letto, o giocare a nascondino in Chiesa.
Più allarmante è vedere gli adulti impotenti e accondiscendenti.
Nel tempo finalmente si sono riconosciuti i bambini come persone da rispettare fin da subito.
Ma ciò non vuole dire sottomissione, impoverendo la crescita, ma necessità delle regole della comunità, regole da comprendere e interiorizzarle, tanto da sapersela poi cavare.
Il bambino osserva, curiosa, memorizza fin da subito. L'ambiente e le persone che lo circonda è fondamentale, per vedere come ci si relaziona, come si presta attenzione agli altri, come si ascolta e si dialoga.
Ma i bambini ci mettono alla prova sfidandoci, cercando di capire dove sta il limite quando fanno un capriccio: cogliere questi gesti provocatori è il momento in cui il bambino chiede di insegnargli una regola. Sgridarlo e basta è perdere un'occasione fondamentale.
La vacanza deve essere un momento di riposo e di scoperta, per imparare ..anche dagli errori e dagli sbagli. In questo l'adulto e le regole sono fondamentali per la crescita



 

giovedì 1 agosto 2024


 Lo stupore è un bisogno innato in ogni persona
A differenza di noi adulti, i bambini non danno nulla per scontato, o " già visto". Tutto ciò che li circonda sono fonti inesauribili di scoperta:  nella natura, in un giardino, nel mare, nel guardare insetti o animali.
Guardano il tutto con meraviglia alla scoperta del perché o come. Così nascono domande, ipotesi, scambi di opinione, esperimenti, insomma é apprendimento.
La curiosità spinge però anche ad incontrare ostacoli, che diventano motivo di sfida e crescita, di forza di volontà e caparbia.
 Noi adulti ci dobbiamo porre come "architetti" dello stupore, togliendoci dall'essere sempre insegnanti e conoscitori di ogni risposta e  controllo.
 Mettere a disposizione tempi, spazi, materiali adeguati, senza esagerare, é il nostro compito e l'altro è fidarsi dei bambini e farsi coinvolgere nelle loro esperienze. 
Sicuramente come adulti, attenzione a non dare tutto scontato senza dare valore a ciò che c'è intorno. Quando smettiamo di essere curiosi si rischia la noia, invece è fondamentale lasciare spazio nella relazione con i bambini, alla capacità di sorprenderci e stupirci come se ...  guardassimo "con i loro occhi".
"Se un bambino deve tenere vivo il suo senso innato di meraviglia, ha bisogno della compagnia di almeno un adulto con cui condividerla, riscoprendo in lui la gioia, l'eccitazione e il mistero del mondo in cui viviamo"  R.Carson ( biologa e zoologa)














giovedì 11 luglio 2024


 .....rifugio di montagna, giornata fredda e nuvolosa. Giungono  nonna, mamma e  Luca un bimbo di 6-7 anni . La nonna, con tono perentorio " Luca basta con quel cellulare e quei giochi stupidi, guarda il panorama e respira a pieni polmoni questa aria pura". 5 minuti dopo la nonna si accende una sigaretta e si mette  a fumare davanti al bambino.

In un agriturismo una  famigliola  a pranzo, con babbo, mamma e 2 bambini che guardano video su tablet.
" Basta, adesso siamo a tavola e non si guardano video ma parliamo tra noi" dice il babbo. Qualche minuto dopo suona il cellulare del babbo che si alza e si assenta per almeno 15 minuti.

Facile imporre regole, o  esprimere morali, DIFFICILE MANTENERLE .
L'autenticità del nostro comportamento di educatori è basilare. Autenticità nell'esprimere emozioni, regole, pensieri, in sintonia con il nostro modo di essere, per cui credi e vivi ciò che dici.
Troppo spesso pensiamo che i bambini capiscano poco e non ricordino ciò che vedono...ma non è così.
Mamme che  chiedono all'educatrici pareri su come comportarsi quando il bambino si comporta in un determinato modo...e lo chiedono con il bimbo in braccio. Ma  i bambini a 1 anno e mezzo comprendono molte parole ed eseguono  già semplici richieste. 
Ricordando che per un bimbo  l'imitazione è un fattore di apprendimento, e non solo  imitazione degli adulti, ma  dai 4-5 anni anche degli altri bambini, all'adulto viene richiesta un'autorevolezza, spesso dimenticata e confusa con autorità, che propone con semplicità e chiarezza,  coerenza e regole di vita con positività .  Così i bambini sperimentando e sbagliando, ma con a fianco un a figura di riferimento potranno scoprire il mondo senza paura.

martedì 18 giugno 2024


 " Mia figlia, Lucia, ha 2 anni, e sceglie lei cosa vuole fare, mangiare, o andare, io non la contraddico mai per non farla piangere".

Fino 3/ 4 anni una bimba, non riesce a filtrare l'atteggiamento dell'adulto e la sua rigidità, così come un bimbo non sa regolare le sue emozioni. L'atteggiamento oppositivo capita spesso, se non costantemente.
 Educare alle scelte, passando attraverso lo sbaglio, fa parte del percorso della vita.
Stimolare all'autonomia, imparare a vestirsi da sola, a mangiare con le posate, a scegliere il libro da guardare, è il percorso naturale di crescita.
 E' importante stabilire che ruolo ha l'adulto.
Intanto essere accanto, sapere che possono contare su di noi. Ciò non vuol dire non farli sbagliare, o evitare pianti di delusione davanti a un no.
 Educare all'autonomia non significa lasciarli a se stessi, senza guida e direzione,  affidando un potere decisionale che non possono gestire.
 Intanto in base all'età sono importanti le opzioni che proponiamo ; a tre anni due o tre  su cui scegliere... sono già adeguate. 
 A 5-6 anni far scegliere dove andare in vacanza o il fine settimana, diventa una responsabilità pesante da reggere e uno scontro con la realtà, ed essere così "schiacciati" e confusi oppure totalmente indifferenti.
Autonomia significa accompagnare contemporaneamente con regole e chiarezza. 
Il dialogo e l'ascolto fanno parte di questo percorso di crescita, anche insegnare  come protestare bene perché non si è d'accordo sulle decisioni prese.
Il compito del genitore, dell'educatore è proprio questo, disegnare un confine, dove pian piano il campo di azione del bambino deve crescere mentre crescono competenze e autocontrollo .

venerdì 24 maggio 2024


 " Ma come ti vesti ?" .... titolo di una trasmissione che consigliava abiti per ogni ora del giorno e per ogni occasione.

Se da adulti, condivisibile o meno, l'abito è un modo per presentarci e comunicare chi siamo, per influenzare gli altri... per distinguerci...non è lo stesso per i bambini !

Frequentare il nido o la scuola dell'infanzia, andare al parco  o fare una gita con la famiglia richiedono alcune semplici regole: comodità, autonomia, libertà .

 COMODITA':  si devono sentire a proprio agio, senza nessuna paura di sporcarsi, ed facilitati nei giochi e nelle attività...una delle cose più terribili è a fine giornata sentire genitori che si lamentano" mio figlia/o si è sporcato"

AUTONOMIA : un bambino , a scuola, deve essere indipendente. Non c' è subito mamma o nonni pronti ad esaudire ogni richiesta. Certo educatici e maestre  sono presenti, ma con tutto il gruppo dei bambini. scarpe, giacche  comode e facili da togliere e mettere. Pian pian imparano ..anche ad allacciare scarpe e abbonare il grembiulino, ma all'inizio meglio una zip e  scarpe senza stringhe.

LIBERTA' :  Si ..anche di decidere se si ha caldo o freddo...per cui essere vestiti a cipolla. Solitamente la paura che si agghiaccino fa si che i bambini siano esageratamente coperti, anche all'interno, sudando facilmente. " ma mamma ha detto che devo tenere la giacca..."

 Ricordiamoci che un bambino è contento delle sue conquiste , anche di svestirsi o vestirsi da solo, sono gratificazioni che fanno parte del processo di autonomia

“Una buona scuola è quella dove il bambino entra pulito e torna a casa sporco: vuole dire che ha giocato, si è divertito, si è dipinto addosso, ha usato i propri sensi, è entrato in contatto fisico ed emotivo con gli altri.”(P. Crepet)

giovedì 9 maggio 2024







Enzo Biagi a proposito di MAMME, ha scritto " Le verità che contano, i grandi principi, alla fine restano sempre due o tre. Sono quelle che ti ha insegnato tua madre da bambino"

Quante mamme ho conosciuto lungo il mio percorso lavorativo.

Di ogni incontro ricordo qualcosa, dopo ogni incontro ho memorizzato e scoperto atteggiamenti, gesti che mi hanno aiutato a crescere come educatore, insegnante, coordinatore.

Non scordo, alla scuola dell'infanzia, quando trovammo una mamma stesa sul pavimento, che cercava di guardare attraverso la porta a vetri della sezione, come stava e cosa faceva suo figlio. DARE FIDUCIA .

Alcune mamme, per aiutarci nella progettazione che riguardava i continenti e le culture diverse dalla nostra, si presentarono  vestite da indiane e spiegarono il significato dei loro costumi. Oppure le mamme nigeriane in costume tradizionale del loro paese con un piatto tipico da far assaggiare ai bambini. COLLABORAZIONE ED ENTUSIASMO

A volte l'amore per il figlio si trasforma in travolgente energia, come quando una mamma per il compleanno del figlio, si presenta  a scuola con 50 palloncini argentati , festoni e vassoi di dolci per far festa.  ENERGIA E CONDIVISIONE

E ancora l'organizzazione di due mamme, per andare con tutte le famiglie della stessa  sezione di nido, al mare, in una domenica di maggio. Orari dei treni, trasporto per arrivare alla stazione per chi non aveva altre possibilità, pranzo al sacco. FARE COMUNITA'

C'era mamma Adel che ogni giorno, per portare la bimba al nido, impiegava a piedi con il passeggino,  30 minuti ad andare e 30 a tornare. Ed ecco un'altra mamma che si offre concordando i tempi per passarla a prenderle in auto. CONDIVISIONE

Ricordo anche l'uscita di una sezione materna, alla fattoria di una mamma. Giro sul carro trainato dal trattore in mezzo ai campi, raccolta dell'uva e pigiatura, mungitura della mucca per scoprire da dove viene il latte e ... la mamma sempre  con il sorriso , gioiva con tutti i bambini. CORRESPONSABILITA'.

E' proprio vero " Una buona mamma vale 100 maestri" Palmer G.H.

AUGURI MAMME



 

venerdì 12 aprile 2024











" Mai aiutare un bambino mentre sta svolgendo un compito nel quale sente di poter avere successo"
M. Montessori.

 Già verso i due anni, i bambini sono già nel cammino della formazione della loro personalità che favorisce l'autostima e la fiducia in se stessi, sviluppa atteggiamenti e convinzioni.

Nonostante la guida dell'adulto  sia fondamentale in questo processo di crescita, lo è ancora di più quando lascia spazio  e tempo alle scelte e agli errori del bambino.

Costruire torri, scarabocchiare, fare buche in giardino, voler fare da soli a tavola o in bagno, svuotare o riempire contenitori, fa parte di questo percorso di crescita che tiene conto anche dell'imitazione, del far finta.

 Costruire un ambiente con stimoli e rinforzi positivi, senza l'ansia del giudizio, aiuta a mettersi in gioco e imparare dagli sbagli. Ma soprattutto facilitare  e incoraggiare a scoprire i propri talenti, quali sono le passioni che mettono a proprio agio, quelle attività in cui si sente libero di poter esprimere le proprie emozioni e capacità, sono il compito dell'adulto per far crescere nel percorso di identificazione e personalità.

Un'altra considerazione è non forzare a tutti i costi i bambini nel prodigarsi per completare un lavoretto o una nuova esperienza soprattutto quando si nota il disagio.

Piuttosto incoraggiare e sostenere davanti a difficoltà, perché i bambini possano imparare e scoprire quella capacità che è la resilienza.

venerdì 22 marzo 2024




 Sommersi dal lavoro, dai problemi della coppia, dalla gestione e organizzazione della famiglia, spesso le cronache dei giornali e social, e perché no, testi di canzoni, ci presentano adolescenti e ragazzi,  allo sbando, in crisi.
Purtroppo lo stile permissivo, per affaticamento, stanchezza, il passare la responsabilità come genitore direttamente al figlio adolescente, fa si che il ragazzo, alla ricerca della propria personalità, fa sfociare atteggiamenti per "farsi riconoscere", farsi notare.

Maleducazione, rabbia, violenza, poco rispetto del prossimo, esaltazione della violenza diventano soggetti di fatti quotidiani che provengono da storie familiari, dalla scuola, direi anche dallo sport.
Ma fin dal nido, l'educare, passa attraverso il senso del rispetto: di se stessi, del gruppo, dei giochi e libri, del cibo, del giardino. Contemporaneamente è un  accompagnare il bambino in una crescita libera, dove le poche regole, ma basilari e condivise, sono la cornice dove sperimentare la libertà.
 Ma essere punti di riferimento, con regole e coerenza, è il compito dell'adulto anche nell' infanzia, come nell'adolescenza. Perché i ragazzi possano orientarsi meglio attraverso tutti gli importanti cambiamenti che si trovano a vivere , le regole di casa , favoriscono davvero questo percorso, per avere confini sicuri nella ricerca della propria identità.

venerdì 1 marzo 2024


 Quando pensiamo "che ci vediamo giusto", che " è così e basta", diventa difficile l'ASCOLTO di altre opinioni o punti di vista diversi.

Quando facciamo osservazione, ai nidi o alle scuole dell'infanzia, ma pure come genitori, l'errore più comune è "pensare di aver capito tutto". Fondamentale è il confronto con le altre educatrici e il loro punto di vista.

Una competenza fondamentale da acquisire per un bambino, o meglio, di una persona, è l'abilità di comprendere punti di vista diversi dal nostro, pensieri, sentimenti, emozioni. Capire come si sente un amichetto, o cosa sta pensando, o cosa non riesce a vedere dal posto in cui si trova, facilita i bambini a comprendere il pensiero e l'idea o comportamento altrui, e aiuta a regolare azioni e reazioni nel confronto degli altri.

Nell'educazione è davvero molto importante osservare, un bambino, un gruppo, una situazione. Ma soprattutto cambiare inquadratura, confrontarsi con altri .
In questo percorso educativo, gli adulti,  devono essere pronti e "allenati" ad essere in grado di adottare la prospettiva altrui, ad avere abilità nell' interpretare gesti ed emozioni proprie e degli altri.

Nell'incontro , insieme all'educatrici, con una mamma, per parlare delle osservazioni fatte su  Antonio suo figlio di 3 anni, volevamo chiedere la sua collaborazione e capire i gesti irruenti e a volte pericolosi del bimbo. Volevamo darle qualche "dritta" per contenere suo figlio a casa....e invece...abbiamo trovato una mamma piena di affetto, capace di interpretare la vita, l'emozioni dei suoi piccoli tre figli. Abbiamo ascoltato come riesce a trasmettere principi e attenzione, quali regole, ma anche abbiamo intuito le sue emozioni e la sua commozione....abbiamo davvero scoperto un'altra prospettiva. 
Da li siamo ripartiti.




















giovedì 8 febbraio 2024


 Sembrano mondi lontanissimi, ma far incontrare bimbi e anziani, diventa una ricchezza per entrambi.

Bimbi del nido che ogni mese incontrano i nonni del ricovero a fianco , sono esperienze che fanno "esplodere" emozioni, relazioni, curiosità, affetto da entrambe le parti.
Entrambi hanno bisogno di cura e di attenzioni, di coccole, di essere puliti....di essere ascoltati.
Da questi incontri i nonni migliorano l'autostima, diminuisce lo stress e l'isolamento sociale, e i bimbi vedono, acquisiscono che la vita è un lungo cammino.
Così i bambini accolgono carezze, letture, disegni fatti insieme, curiosando e scoprendo carrozzelle, deambulatori ...che diventano giochi.
 L'ascolto è alla base di tutto, e si impara gli uni dagli altri.
 Per i bambini è un'opportunità di apprendimento, e anche se la prima volta qualcuno piange, poi nel tempo diventa tutto una festa, finalmente con i tempi dei nonni, senza correre, trovando qualcuno che li ascolta con pazienza, nei loro racconti e nelle loro domande. E  loro donano spensieratezza, attenzione e curiosità.
 I bambini hanno una mente molto flessibile, hanno necessità di gioire, fantasticare, ma anche vivere esperienze meno gioiose, da cui trarre spiegazioni a situazioni, come la malattia o al morte di un nonno, che resterebbero irrisolte non spiegate. E' necessaria la rielaborazione anche dei momenti di tristezza, che non vanno nascosti, ma affrontati, per superare poi, le prove, che la vita ci mette sul cammino 












venerdì 19 gennaio 2024







" La musica ci insegna la cosa più importante che esista: ASCOLTARE" ( Ezio Bosso)
 Quando al nido o alla scuola dell'infanzia si cantano canzoni, si usano strumenti come maracas, tamburelli o bottiglie sonore, ma soprattutto quando c'è una maestra/o che suona chitarra, flauto o tamburelli, tutti i bambini si fermano e ascoltano e partecipano.
Anche per  i bambini con qualche problematica particolare, l'attenzione viene davvero rapita, a lungo o per qualche momento.
La musica ha un ruolo nello sviluppo affettivo e cognitivo, coinvolgendo l'intero cervello .
Vengono stimolate le emozioni "facendole vibrare"
Cantare, suonare aiuta a tranquillizzare e ad agevolare lo sviluppo interpersonale, sentendosi coinvolto "INSIEME" e potenziando apprendimento, relazione e creatività.
Sicuramente come ci insegna la Montessori, per vivere pienamente e partecipare al mondo dei suoni, bisogna saper ascoltare: e così suggerì "la lezione del silenzio". Non un silenzio punitivo, ma un momento dove i bambini ascoltano e riconoscono suoni e rumori che li circondano. Il silenzio come occasione per imparare a rapportarsi agli altri. Questo vale anche nella vita di tutti giorni, nelle nostre case, ricreando momenti di silenzio , limitando rumori, tv, dialoghi a voce alta. Ascoltare i bambini quando ci vogliono raccontare qualcosa senza sovrastarli con la nostre voce e la fretta.
" E' importante allora permettere al bambino di vivere anche questa dimensione, preservando sempre nei suoi confronti una relazione di accoglienza e supporto. " M. Montessori