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giovedì 6 febbraio 2025


 " dai adesso fate la pace, abbracciatevi..." frase classica dopo che due bimbi hanno litigato, per un gioco, un materiale...
Oggi più di ieri, come adulti, abbiamo il compito e la responsabilità di essere educatori di pace.
Fare la pace, chiedere scusa, non è solo un azione, ma è un processo in cui"fare la pace" è il punto di arrivo, soprattutto quando un bimbo è addolorato, spaventato e arrabbiato.
 E' chiaro che l'adulto che interviene, si fermi un momento per evidenziare insieme ai bambini, cosa è successo, per comprendere l'accaduto, e trovare una soluzione.
I bambini si accorgono se un adulto presta attenzione alle loro emozioni, sentimenti, in questo caso alla rabbia o al dolore, ed è pronto ad ascoltare i diversi punti di vista e trovare insieme un modo per non litigare.
A quel punto, ritrovata la calma, le scuse hanno un valore, diventano spontanee. Fatte con un sorriso, un abbraccio, un bacio, ma con la voglia di tornare a giocare...insieme, o anche separati, ma tranquilli.
Fare la pace significa..." andare avanti" e diventa occasione di crescita, comprensione. Ma anche un ripartire con la relazione.
 Come sempre l'adulto deve dare l'esempio, chiedendo scusa quando si esagera con la voce o quando si è  compiuto un torto o  aver preferito il cellulare  o la tv, al tempo da condividere  con i figli, oppure ad ascoltare senza interrompere o  utilizzare parole gentili come grazie, prego, per favore, scusa.
 Con i bambini è importante affrontare anche il tema della guerra, cos'è, perchè, come reagire e sicuramente i libri, i racconti ci aiutano in questa riflessione, per trovare anche modalità da utilizzare nella vita di tutti i giorni.
Sicuramente i bambini vanno protetti da immagini troppo violente o cruente, non avendo strumenti adatti cognitivi ed emozionali per comprenderli... per cui importante è provare " a mettersi nei panni dei bambini".


venerdì 17 gennaio 2025




 In questi ultimi tempi, sempre più ci troviamo a contatto con coppie di genitori giovani, che si separano con bimbi che hanno appena 1-2 anni,  che sono contesi e che diventano " strumento" di litigio e di "ripicca".
A volte ce ne accorgiamo direttamente dai bambini, per modalità insolite di relazionarsi con gli altri bambini, con gli oggetti, giochi o libri, con maggiore nervosismo.
Dolore, senso di tristezza o  colpa, rabbia, paura, sono emozioni che, in base all'età, trapelano o vivono i bambini al momento dell'informazione ricevuta dai genitori o dal nuovo tipo di vita che "subiscono".
Al di là dei contrasti è molto importante che i genitori gestiscano in modo equilibrato e collaborativo il rapporto con i bambini.
Difficile, ma per un figlio improvvisamente vengono a mancare i punti di riferimento, i modelli di crescita. Non solo; spesso i bambini assistono a litigi, offese, urla o silenzi venendo esposto a carichi emotivi pesanti da coloro che dovrebbero proteggerli.
 Ma con i bambini piccoli, se la separazione è affrontata bene, può essere non traumatica. Vanno rispettate alcune esigenze fondamentali dei bambini.

Un primo aspetto è che  vanno informati, ne hanno diritto, utilizzando parole adatte alla loro comprensione.
Così come le visite separate, in particolare al papà. Se molto piccolo, il distacco dalla mamma deve essere graduale, stando attenti che non venga vissuto come un abbandono. Ci deve essere sempre una forte collaborazione tra i genitori per mantenere un atteggiamento affettivo e rassicurante , anche nell'addormentamento.
L'osservazione, da parte degli adulti, di questi momenti , delle reazioni dei piccoli protagonisti, ci possono aiutare a comprendere e a modificare alcuni atteggiamenti, oppure chiedere aiuto o consigli anche in consulenza.