Un bambino ci può sempre comunicare o "insegnare" qualcosa, attraverso i suoi giochi, le sue domande, gli sguardi e le sue considerazioni.
Spunti, che se ascoltati, con la loro spontaneità e trasparenza, ci possono aiutare nell'imparare a dare il giusto peso alle cose, nella nostra vita e nel cammino da educatori.
Mentre guardo affascinato il lago di Anterselva, illuminato dai riflessi del sole, sento alle mie spalle un babbo che dice alla figlia, più o meno di 4/5anni " Vai a tirare i sassi nell'acqua come sta facendo quel ragazzo. Prova a fare tanti cerchi ....".
La bambina si avvicina al ragazzo, prende un sassolino, guarda il lago, poi si china e lascia cadere il sasso in una piccola pozzanghera vicino ai suoi piedi e vede....il cerchio prendere vita. Lo ripete e sorride ogni volta, mostrandolo al babbo.
Praticità e riuscita a portata di età, a misura di persona....e non di genitore.
Mentre passeggio, incrocio una mamma con due figli. La mamma si ferma e chiede ai bambini di fare un selfie insieme, con i monti alle spalle.
I figli obbediscono, ma la foto giusta arriva dopo 4/5 scatti. I bambini immobili.
"Fatta"esclama la mamma con grande soddisfazione. "Possiamo ora andare a giocare nel prato?" "Aspettate che posto subito la foto su Facebook , poi ve la faccio vedere"
Ma i due bambini stanno già correndo sul prato.
.....quando ti fanno capire quali sono davvero le cose importanti e soprattutto come "spendere"bene insieme il tempo in vacanza.
Le accortezze, le attenzioni degli adulti sono importanti sia come esempio educativo, per valorizzare ciò che è importante da ciò che non lo è, sia come modalità di comunicazione, per dire che siamo vicini ai bambini con il desiderio di ascoltarli e capirli.
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