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venerdì 29 dicembre 2023




 

Come tutte le esperienze che si concludono, piccole e grandi, di periodi lunghi o di un solo momento, si tira la somma, si fa un bilancio finale della situazione.

Si valutano aspetti positivi, aspetti critici da migliorare. Si prova a tracciare un sentiero per il futuro, portandosi dietro il bello di ciò che è stato vissuto e soluzioni per superare le problematicità-

D'altronde a cosa serve, a scuola, la verifica, temuta e odiata?

Anche con i bimbi zerosei, dopo un'attività o un gioco, si tenta di raccontare com'è andata, come migliorare.

" Maestra ma lui non ha rispettato le regole del gioco" , " Mi sono divertita tantissimo". " Lo rifacciamo?"

E' necessario fermarsi e riflettere insieme, così si fa in un piccolo o grande gruppo, in una comunità, in una coppia o in una famiglia o soli.

Da ogni esperienza si può crescere, dopo ogni esperienza escono inventiva, dialogo, e voglia di "farlo meglio" per stare bene...tutti.

I bambini piccoli lo dimostrano sempre e ci provano ricordando bene che cosa si è deciso insieme.

E se si risbaglia, o si cade c'è sempre qualcuno che chiede scusa o mi dispiace.

L'importante è riprovarci...INSIEME


 

sabato 9 dicembre 2023


" Ecco l'ho fatto per te, l'ho disegnato io con la mia mamma"
E' Angelica, 5 anni, mi consegna il "suo capolavoro" : un albero di Natale.
Mi sono emozionato.
Il DONO....quante emozioni e significati dietro questo gesto.
Donare racchiude in sé un grande elemento: creare un legame, una relazione tra noi e l'altro, consente di aprirsi al prossimo.
Così è anche per i bambini: quando ti donano una caramella, un  disegno, un fiore raccolto nel prato, ti stanno donando se stessi...o comunque vogliono un contatto con te perché ti ritengono importante e ti vogliono dire "ti voglio bene", o "ti ringrazio perché ci sei".
Ci dimostrano che, anche davanti a un dono ricevuto, la gioia, lo stupore e la gratitudine nei nostri confronti sono evidenti e esplicitati.
Per questo, cerchiamo di dilatare questi momenti di relazione, di condivisione e di affetto, che fanno aprire, da entrambe le parti, il cuore. Facciamo in modo  che gli oggetti, passino in secondo piano, anche con i nostri bambini, e il nostro legame, la nostra complicità, il nostro amore diventino protagonisti di questi momenti.






 

mercoledì 15 novembre 2023




 " Passo dopo passo ho seguito un orso, sfiorato un vecchio elefante, vicino all'acqua, mi sono sentito osservato...dei rumori strani, dei gorgoglii...una bestia affamata?

Stamattina, ho visto apparire un canguro, una giraffa, un coccodrillo.. ho chiuso gli occhi e ho ascoltato.."

( da Passi da gigante di Anais Lambert)

Storia di un bambino che immagina, fantastica, guarda, ascolta nel suo giardino, una giornata d'inverno.

I bambini sono acuti osservatori e creatori di storie, di situazioni misteriose o divertenti.

La natura, gli alberi, le foglie cadute, bacchetti, terra, ragni o lombrichi, vengono prima scoperti poi utilizzati come giochi, o come " strumenti per contare, raccontare, inventare.

Eppure ... ieri mentre stavo attendendo al semaforo, passano, sulle strisce pedonali, 2 mamme con i propri  figli  di circa 2anni, nei passeggini. Entrambi avevano in mano un cellulare e ed entrambi erano ipnotizzati e immobili.

Tante cose mi vengono in mente: " i bambini sono gli adulti di domani" scriveva B.Munari. Ma che adulti saranno. 

Intanto i pediatri stanno osservando che l'esposizione dei bambini a tv, cellulari , smartphone, portano a disturbi comportamentali, di apprendimento e ritardo nel linguaggio. Per non parlare di disturbi della vista e del sonno.

Mai come ora, soprattutto nella fascia 1-5 anni , c' è bisogno di vita all'aria aperta, di ritagliarsi momenti insieme senza che il cellulare disturbi l'attività, un gioco, una passeggiata, un racconto.

Imparare ad avere una relazione con i nostri bambini, è importante fin da subito. Relazione fatta di frasi e dialoghi, di scoperte e osservazioni, di giochi e attività condivise. 

Ricordiamo che i bambini imparano imitando....ma chi hanno accanto?



lunedì 23 ottobre 2023



E' un attimo; tutti sul tappetone, dopo una lettura, improvvisamente Luca si gira e morde Anna sulla guancia.
Gettarsi a terra, mordere, alzare le mani: sono i modi in cui i bambini, al nido, riescono a far uscire la loro rabbia.
 Proviamo a immaginare un bambino che vede il sole, il prato, o bambini che giocano e vorrebbe partecipare, ma ostacoli intricati, nel mezzo del percorso, rendono difficile l'avvicinamento e il contatto, tanto da esplodere.
 L'aggressività, spesso, non è immotivata, perché segnala che il bambino ha qualcosa nel "profondo" che non riesce a comunicare e fatica a controllare impulsi ed emozioni...tutto fuori dal suo controllo.

 In questo momento, il bambino non conosce altro modo per esprimere le sue frustrazioni, e avere tanti stimoli  portano a reazioni diversificate. Tutto ciò fa parte del processo di crescita e autonomia, ma l'importante è sapere come "starci"!
Certamente non aiutano i genitori che  a casa, si divertono a dare piccoli morsi o pizzicotti ai propri piccoli, tanto per giocare , per divertirsi.
 Per un bimbo è difficile distinguere lo scherzo da un modo da utilizzare normalmente di comunicazione.
 Semplicemente da evitare. 

Proviamo allora  ad avere uno sguardo diverso, da un altro punto di vista, così come deve fare l'educatore.
 Osservare il bambino e l'ambiente, per cercare di comprendere, per capire quali difficoltà, quali emozioni, e per che cosa.
 Non servono spiegazioni prolisse, che difficilmente un bambino segue.
 Piuttosto usando la calma, mai l'aggressività, facciamo sentire che capiamo le sue emozioni, la sua rabbia.
 Manteniamo regole senza cedere, perché aumentano le crisi di rabbia e aggressività , ma facciamo in modo di mantenere la relazione, sottolineando che ha fatto male e "raffreddato" il momento, chiedere scusa con una carezza o un bacio







 

venerdì 29 settembre 2023


 IMPARIAMO A FARE GLI ADULTI !!

Come fanno i bambini a crescere con la consapevolezza di ciò che si può fare o no, come relazionarsi con gli altri, come impegnarsi per apprendere, per scoprire e capire....se gli adulti che li "accompagnano" si sottomettono a qualsiasi richiesta, scordandosi della  responsabilità e autorevolezza di educatori ?

Spesso si confonde" lasciamoli fare, inventare, scoprire e agire" con " faccio decidere tutto a loro, non do limiti e regole" anche a bimbi di 1 o 2 anni.

" Stamattina, mia figlia ( 2 anni), mi ha chiesto, per colazione e io ho preparato, i maccheroni con olio. "

 Un ambiente autorevole è quando ci sono adulti maturi, equilibrati, responsabili, consapevoli dei diritti e doveri, diventando guide efficaci e solide.

 Chiaramente rispettando sensibilità e interessi dei bambini, sanno guidarli verso la maturità e l'autonomia, con attenzione e serenità, e con fiducia nelle loro potenzialità e capacità.

 L'educatore autorevole, sa che un bambino ha bisogno di limiti e regole ben definite, per poter fare scelte con chiarezza, ciò che è possibile e non, ciò che è giusto e non giusto.

 Come adulti dobbiamo essere modelli da seguire, concedendo, nelle relazione , tempo ai nostri figli o alunni, e meno per costruire relazioni sui social, ricordandoci qual è il nostro ruolo.

Davvero ...L'esempio vale più di mille parole.

giovedì 7 settembre 2023


 Attirare l'attenzione utilizzando davvero 100 modalità diverse. Tutti abbiamo esperienza di bimbi che con capricci, urla, lanci di oggetti, fughe cercano il nostro sguardo, la nostra parola, un gesto d'affetto.

D'altronde già da neonati la necessità di attenzione è un esigenza naturale di ogni essere umano.

Esistiamo, se  pensati, guardati, toccati...

La paura di essere abbandonati è sempre in agguato.

Ma la soluzione non è quella di ignorarli. come persone, ma ignorare gli atteggiamenti. Spesso confondiamo bambini e atteggiamenti, etichettandoli purtroppo con soprannomi che rimangono la caratteristica di presentazione del bambino 

Ignorarli a volte è una forma di difesa dell'adulto stesso. 

Mi viene in mente quanti bimbi all'uscita dal nido o dalla scuola dell'infanzia, incominciano a urlare e a richiamare l'attenzione dei genitori, che si sono messi a dialogare per diversi minuti con le educatrici, non accorgendosi che il figlio non vedeva l'ora di vederli...e l'attenzione non è per lui.

 La relazione e l'ascolto sono in questo momento indispensabili, un ascolto reale....non guardo il telefono mentre mi parla... i bambini lo percepiscono subito.

 Poi ci sono i rinforzi positivi, di cui siamo spesso avari di ammissioni , che producono autostima.

Non è che un bimbo è felice di urlare e fare capricci, anzi sta male . Aiutiamolo a tornare "importante", "utile", con un compito vissuto insieme, tanto da condurlo in una strada diversa dal capriccio.

 Passato poi il momento, in una pausa di tranquillità, lontano dall'accaduto, è importante rivedere, con calma, l'accaduto, cercando di far emergere i sentimenti di entrambi e di pensare qual è la soluzione migliore per altri momenti, rinsaldando il legame affettivo e relazionale.

sabato 12 agosto 2023

 Montagna...Vacanze...Riposo...Rilassamento...Serenità...Ci incamminiamo per una mulattiera che porta a un lago a 2000 metri, mulattiera, dice la guida, con un percorso della durata di 45 minuti-1 ora anche con bambini.

E così è.... famiglie, bambini appena nati, di 5-6 anni...di tutte l'età...anzi persone di tutte le età, con cani di ogni tipo.

Il percorso in mezzo al bosco è splendido, la vista impagabile.

Man mano si alternano momenti di piana a piccole salite, quasi sempre ombreggiate.

Incontriamo famiglie di varie nazionalità, più scattanti e più affaticate.

Ma quello che mi colpisce, oltre al luogo, è la modalità dei genitori di vivere questa esperienza con i figli.

Ci sono nonni o babbi caricati di passeggino e mamme con bimbi in braccio, altri che spingono a fatica il passeggino con 2 bimbi.

Ad un certo punto, dietro di noi, sento grida e urla di una bimba, con la mamma che le chiede di non piangere. Ci superano e poi si fermano a lato. La mamma" Anna hai mangiato 2 biscotti 5 minuti fa, puoi resistere  prima di mangiarne altri, almeno 5 minuti?" Le urla e i capricci rimbombano nella vallata.

Davanti ad un salita, per noi, vediamo scendere all'incontrario e correre un bimbo di 5-6 anni con un bastone in mano. In quel momento il sentiero è pieno di sassi e la discesa, per lui, ripida.

Da dietro i genitori urlano " Marco fermati, ti fai male", 1 volta, 2 volte, alla terza la potenza dell'ordine è così forte, che tutti ci fermiamo...e pure Marco. La mamma arriva di corsa, lo prende per un braccio. Il bimbo la guarda e le dice" Ho detto che ti devi togliere dalla mia vista". Rimango stupito dalla formulazione della frase e dalla rabbia e mi aspetto, dalla madre, qualcosa che non arriva, anzi " Caro, mi tolgo dalla tua vista, ma non correre in discesa".

Al ritorno dopo aver scoperto un lago magnifico, una famiglia ci supera, il babbo ha nello zainetto sulle spalle, un bimbo piccolino, e per mano le due sorelline. Insieme ridono e scherzano insieme alla mamma. " Sento delle cornacchie...sono versi di cornacchie, ma possono davvero esserci delle cornacchie in questo posto?" e tutti a provare a fare versi di ogni tipo... poi riprovano altri animali. Si fermano a guardare i monti attorno a loro e insieme ripartono cantando.

Davvero...vacanze insieme... di serenità!


 

lunedì 24 luglio 2023


 BASTA LAMENTARSI.... mi verrebbe da sottolineare in questo periodo storico. 
 Dietro al lamento, ci sono una serie di emozioni negative suscitate da ciò che si sta vivendo in quel momento, senza impegno per trovare una soluzione. Il disagio lo esprimo con la lamentela.

Se poi le lamentele, sono fatte da persone che in una relazione, non lasciano spazio agli altri per diventare il centro di tutta la conversazione, ecco che la pazienza ha un limite....
 Come educatori ci troviamo spesso in situazioni di bimbi che piagnucolano, con richieste, con lagna continua.
 Ma i bambini ... sanno che funziona, per cui ci provano e ci manipolano finché non li esaudiamo, oppure come un temporale ci poniamo davanti a loro.
 Bisogna rispondere adeguatamente alle lagne, non certo con "devi smetterla", perché facciamo capire che hanno ottenuto la nostra attenzione.
Intanto bisogna sintonizzarsi sul loro stato emotivo ( paura, male, insofferenza, stanchezza, rabbia)....cioè sentire ciò che sentono ( anch'io al tuo posto mi sentirei arrabbiato, ma adesso ti dico no)
Poi chiedere di parlarci con la voce normale, perché " ...altrimenti non capisco" sottolineando gli aspetti positivi.
Voler bene ai nostri bambini non vuole dire evitargli ogni frustrazione. Dobbiamo imparare a dire di no, con la consapevolezza che stiamo facendo la cosa giusta.
Poi nella giornata cerchiamo di vivere con loro un momento "magico", senza tv o cellulari, condividendo un gioco, una storia..
Ci vuole tempo e pazienza....e le cose possono cambiare.

venerdì 30 giugno 2023

"DA SOLI CI SI PERDE, INSIEME SI VA LONTANO" Andrea Canevaro pedagogista italiano scomparso l'anno scorso,.

In questi giorni di fine anno educativo e scolastico, nella fascia 0-6 anni, molto spesso nella verifica degli obiettivi, nell' esaminare la "fotografia " del gruppo dei bambini e di ogni bambino, le educatrici riportano come molto spesso i bambini che hanno difficoltà, o hanno diagnosi, sono ben voluti da tutti , le attenzioni sono tante, così come la voglia di riprovarci se un'esperienza è stata non proprio positiva.

Senza troppi ragionamenti si accettano tutti, condividono, litigano, si abbracciano, ridono o piangono.

Vivono il gruppo come un grande piatto, dove tutto è possibile assaggiare, ma tutto è diverso, nei colori, sapori, quantità, spessore. Insieme è buono , bello e gustoso

L'inclusività è anche questo, è conoscersi, apprezzarsi è"...la capacità di cogliere l'inaspettato è un occasione fondamentale da non perdere. Ci può restituire solo cose belle". A. Canevaro




Inclusività è accoglienza
Ma spesso noi adulti siamo in difficoltà davanti al disabile, allo straniero a chi è diverso...
Con i bambini è importante parlare, ascoltare, valorizzare gli interventi di tutti.
Scegliere e leggere dei buoni libri  dove anche attraverso il disegno, linguaggio universale, tutti posso seguire, capire, riflettere.
Fare giochi cooperativi, dove nessuno vince, ma si vince insieme, trovando la modalità per uscire da una situazione complicata.
Vivere e imparare il rispetto per tutti, a proteggere tutti
Ricordiamo che i bambini imparano dall'esempio di noi adulti, che davanti ai bambini è importante essere sinceri con esempi concreti, utilizzando il linguaggio con cura, senza definizioni o etichette che poi influenzano i rapporti. 
La diversità esiste, ma mai come cosa negativa.




 

venerdì 9 giugno 2023

Dopo un disastro naturale, che sia terremoto, o in questo caso alluvione, possono esserci tante reazioni , da parte della popolazione. Tutti hanno visto e sottolineato come in particolare i giovani sono stati disponibili per dare una mano a pulire, a ripartire.
Ma anche il senso di comunità, in un condominio, o una zona della città, è emerso, dove tutti hanno collaborato per aiutarsi a vicenda .
Chiaramente la rabbia, il chiedersi perché e quali responsabilità, sono stati sempre presenti in tutti e in tutto il periodo.
Ma...
dopo circa un mese é iniziata una certa anarchia, una libertà personale nel farsi le regole da soli, perdendo di vista l'insieme.
Ecco con i bambini é necessario la costanza negli atteggiamenti e nelle scelte.
Le regole servono per vivere insieme, come comunità, nel rispetto dei diritti e delle cose di tutti.
Con i bambini possiamo anche riflettere insieme su quali sono le regole per un gioco, nella gestione del materiale, nel come trattare un libro, come dialogare nel "cerchio" dove si ascolta, si risponde, si espone la propria idea. Usando sempre gentilezza e fermezza.
 Di qui nasce la coscienza individuale e la conoscenza di quella degli altri, notando uguaglianze e differenze. Un bambino può provocare, fare capricci...è in quel momento che "chiede che gli venga insegnata una regola". Sgridarlo e basta é perdere un'occasione importante.
Decise le regole siamo i primi, come adulti a rispettarle, a correggersi insieme.
L'educazione civica parte con i bambini, ma come sempre l'esempio é degli adulti.


                                                               







 

mercoledì 24 maggio 2023


"... vorrei mettermi a vendere sai che cosa? La speranza"

 Il nido e la  scuola hanno riaperto, dopo una settimana di acqua, fango , macerie e lacrime.

Quasi tutti i bimbi sono presenti, accompagnati dai genitori e accolti da educatrici e maestre con la convinzione che stare insieme, condividere, ricominciare è necessario per ripartire.

In questo periodo cosa hanno visto gli occhi di questi bambini, quante emozioni si sono sovrapposte, condizionati anche dalle espressioni  degli adulti. Come aiutarli.

Intanto ascoltarli, senza pressioni. A scuola il " circle time", il luogo dove i bimbi, in cerchio ogni mattina ascoltano, comunicano, organizzano, diventa fondamentale.  I bimbi ci tengono a raccontare la loro esperienza, attraverso un fatto, un ricordo, un immagine. Da lì possono partire anche racconti di emozioni, paure, domande.

Attenti a non dare false speranze,  ma proporre soluzioni raggiungibili, condivisibili , perché possano continuare ad aver fiducia in noi, e soprattutto soluzioni o ipotesi chiare senza troppi giri di parole.

Giocare, disegnare sono  modi per comunicare, per esprimere ciò che si prova.

 Mantenere e rendere costanti le routine, le abitudini che danno sicurezza, a casa e a scuola. Incentivando il mangiare insieme, possibilmente senza tv e soprattutto senza le immagini che fanno il resoconto continui di disastri e contestazioni. E anche senza cellulare.

Ma quando c'è il tempo, anche poco, esserci, abbracciarsi, perché sappiano e comprendano che siamo vicini a loro, sempre!



venerdì 21 aprile 2023





" Per aiutare un bambino, dobbiamo fornirgli un ambiente che gli consenta di svilupparsi liberamente" Maria Montessori

"Coraggio bimbi, riordiniamo che poi facciamo lo spuntino con la frutta" dice l'educatrice Antonella.
" Gianni metti a posto per favore quel cavallino e quella mucca"
Gianni raccoglie i 2 animaletti e li ripone nel contenitore insieme a tutti gli animali.

Ci sono competenze che vengono acquisite fin da subito, in base all'atteggiamento dell'educatore, alla ciclicità dell'azione, tanto da ritenere il riordino come fine dell'attività stessa.
Sicuramente l'adulto oltre ad essere coerente con ciò che è richiesto ( segnalo spesso alle educatrici la contraddizione di chiedere il riordino quando la scrivania della sezione o la sistemazione di alcuni spazi sono nel caos) può mettere in atto alcuni accorgimenti.
Innanzitutto per fare in modo che un azione venga interiorizzata, va ripetuta costantemente, e soprattutto vissuta insieme chiedendo la collaborazione, soprattutto nello 0-5 anni. Nei primi anni condividere insieme è basilare.
Avere definito quali sono le cose da riordinare e dove devono essere messe, in quali contenitori o spazi, stabilendo e mostrando, il posto preciso per ogni cosa, il libri, i giochi, i pastelli ... e chiaramente non in un armadio chiuso, ma ad altezza e portata di mano del bambino, favorendo pian piano la sua autonomia, è fornire punti di riferimento,  e aiuta anche a strutturare un ordine interiore.
Non eccedere con tante stimolazioni, tanti giochi o libri. Con nuovi regali, qualcosa va eliminato dalla stanza, togliendo anche gli oggetti rotti o che non funzionano.
 Nel riordino vengono messe in campo, dai bambini, competenze specifiche, di classificazione ( animali, automobili, costruzioni) di colore , di forme ( oggetti tondi , con spigoli), con un percorso di educazione all'attenzione e concentrazione. 
 Ricordiamoci che lo spazio, l'ambiente, può essere l'educatore in più, che per accogliere e rassicurare deve essere a misura di bambino, con spazi contenuti, accoglienti, ordinati, essenziali, in modo da favorire l'agire e il pensiero del bambino. Soprattutto dando la possibilità di orientarsi a livello spaziale e relazionale, aiuta ad avere una sicurezza interna necessaria per  inserirsi nel mondo.

 

venerdì 31 marzo 2023

 L'abbraccio è un gesto importante di affetto, di coraggio, di condivisione , di coccola.

I bambini li abbracciamo per dimostrare il nostro voler bene, il nostro sostegno, la nostra vicinanza, la nostra protezione.

Davanti ad una paura, ad un dolore per l'adulto, ma ancor di più per un bambino, abbracciarsi è come dirgli" sono con te , non ti lascio sola/o".

Ci avviciniamo alla Pasqua e siamo spesso in difficoltà e indecisi su come viverla insieme ai bambini.

E' una tristezza che ai bambini arrivi solo il lato consumistico della festività, senza entrare nel significato dei simboli, tanti, che vengono rappresentati e utilizzati.

Come adulti, al di là della fede, siamo in difficoltà a decidere, e come, parlare ai bambini di sofferenza, morte, dolore e... Vita e resurrezione.

 Eppure la Pasqua è la festa delle feste, è la più bella storia d'amore, è la festa dell'abbraccio.

Fino a 3 anni i bimbi, non comprendono il concetto di morte, ma vedono attorno a loro, smarrimento e confusione.

Dai 4 anni già nelle storie, nelle favole, la sofferenza, l'emozioni compaiono e attirano l'attenzione dei bambini.

Ancora oggi sento genitori o nonni che davanti a poca obbedienza, citano il lupo, come simbolo di male e paura.

I bambini ascoltano attentamente le storie e con i loro tempi, con le loro domande, capiscono e ..." crescono", imparano a confrontarsi e gestire le emozioni, sempre con l'adulto compagno di viaggio.

Utilizzando parole chiare, racconti lineari senza vocaboli difficili, anche la storia della sofferenza, la morte  di Gesù, il dolore dei suoi amici e sua madre, verrà pian piano compresa, attraverso quell'empatia che è indispensabile per capire e conoscere gli altri, conoscere così che oltre il NOI,  ci sono altri , con  emozioni , gioie e sofferenze. L'empatia porta a  crescere e superare fragilità emotive.

Ma tutto questo con L' ABBRACCIO  " sono con te, non ti lascio solo".

E così la Resurrezione sarà la scoperta di una festa, dove il bene vince sul male, dove l'amore fa la differenza su tutto.



venerdì 10 marzo 2023


 " Ma perché non hai i capelli ?" mi chiede Lia  di 4 anni. " Mi sono scivolati giù e sono diventati barba" rispondo " Davvero?"

Per i bambini, almeno fino a 5-6 anni, è difficile distinguere tra realtà e fantasia, non è chiaro come per gli adulti.
 Va tenuto presente che i bambini comprendono pian piano il significato e il senso di ciò che comunicano.
Spesso dicono la verità o sono convinti di raccontarla in modo preciso, e si sentono tristi quando non vengono creduti. Ma proprio perché non è chiara la distinzione di ciò che vedono , ciò che provano e ciò che desiderano, i racconti dei bambini possono comprendere qualcosa che non è successo o non raccontano tutto esattamente. Non possiamo chiamarle bugie  perché non c' ancora la consapevolezza di raccontare balle, " ma specchi in cui si riflette il loro pensiero magico con cui concepiscono la realtà"
Se poi un adulto di cui hanno molta fiducia li interroga" allora è successo così, è stato Giacomo , vero?" è chiaro che fidandosi, non lo contraddicono per corrispondere positivamente a chi hanno davanti
 Come sempre è importante la relazione tra adulto e bambino, adulto che deve coerentemente usare la sincerità  come stile di vita  per costruire un legame basato sulla  fiducia.

venerdì 17 febbraio 2023


 " Ti voglio bene" e Jennifer bacia la bambola, la imbocca con un cucchiaio  e la mette a letto, coprendola delicatamente con una piccola coperta.

L'imitazione, il racconto di ciò che si vive o che piace, è parte dei giochi dei bimbi nella fascia 1-5 anni.
Dalle imitazioni escono fuori e racconti, veri o immaginari dei bambini.
E' un modo per conoscere e scoprire emozioni e affettività.

Osservarli  fa capire e pensare a tante cose, sicuramente anche a cosa succede nella loro vita , in positivo e negativo. Sempre usando il criterio che è un racconto di un bimbo con tutta la sua fantasia e immaginazione.
Tra le cose osservate, più che sui bambini, sui genitori, ce ne sono due che mi fanno molto riflettere: il bacio in bocca per salutare un bimbo e il soprannome " amore mio o amore della mamma".
 Anch'io credo che fino a 2-3 anni, possa essere innocente e sano. 

Ma dopo va distinto l'affetto, dall'amore.

L'intimità nel  bacio tra la mamma e papà non è la stessa cosa dell'affetto con bacio sulla guancia al proprio figlio. Ricordiamoci che dai 5 anni circa il bimbo passa alla fase edipica e la relazione e i gesti cambiano di significato.
 Anche l'utilizzo della parola amore, parola abusata e ripetuta a pappagallo, rischia di perdere il proprio significato e contesto. L'importante invece è recuperare l'importanza del nome di battesimo, solitamente deciso dopo dibattiti, ricerche, compromessi. Chiamare in un momento di gioia o in un richiamo con il nome ha un significato diverso e rafforzativo di ciò che si vuole dire, lasciando da parte altri termini che possono disorientare i figli.

venerdì 27 gennaio 2023



 Mi colpisce subito Gianni, un bimbo che sta mangiando i maccheroni, ma sulle guance scendono come fiumiciattoli grandi lacrime.....mi avvicino al tavolo dove, insieme a lui  a pranzo ci sono altri 4 amici. Mi siedo, lui mi guarda e mi dice " VOGLIO MAMMA". 

Si potrebbe pensare alla normalità, se si è all'inizio dell'anno scolastico, se è un bimbo di tre anni, se ha litigato con qualcuno....niente di tutto questo.
Le maestre mi dicono che effettivamente che Gianni
, bambino solare, attivo , partecipativo, è da qualche settimana che improvvisamente, si intristisce fino a piangere.
Anche la mamma, alla richiesta di eventuali fatti o momenti accaduti a casa che possono aver turbato il bimbo, ribadisce che è tutto normale.

Sappiamo che anche il pianto è un linguaggio, da neonato per segnalare la fame o il pannolino sporco, dai 4-5 anni il pianto può essere segno di frustrazione, di tristezza  e ansia.
Spesso capita che nel tempo veniamo a sapere di separazioni di genitori, di liti pesanti in famiglia che si svolgono davanti ai bambini, di genitori che hanno perso il lavoro.
Sicuramente non è facile o possibile parlarne.
In queste situazioni però i bambini ne subiscono le conseguenze, si trovano in una situazione di incapacità a gestire emozioni e rabbia e paure.
La collaborazione e le informazioni passate alle educatrici e maestre possono davvero fare la differenza nell'aver cura di quel bambino...di Gianni, prestando attenzione ad atteggiamenti particolari, aiutando a "tirar fuori" il mondo interno che si porta dietro e con gesti di cura, fargli capire che non è solo nell'affrontare ..."il lupo" ,  e intervenire e arginare le conseguenze dannose il prima possibile.

mercoledì 4 gennaio 2023


I BAMBINI SONO DELLE SPUGNE, osservano, prendono esempio, imitano gli adulti di riferimento.
Nel dibattito continuo sull'accettazione e accoglimento del diverso, dobbiamo ricordarci di distinguere tra organizzazione e rispetto della dignità umana....e accoglienza  che è arricchimento, attraverso la scoperta di culture, tradizioni e atteggiamenti verso il mondo, diversi dalle nostre.
I bimbi amano stare con i coetanei e non badano alle diversità, alla provenienza, incuriositi dalle storie o abitudini diverse, apprezzando il valore dell'originalità e della singolarità.
Se al nido non percepiscono diversità, concentrandosi sulle cose che accomunano, all'infanzia la negoziazione e la convivenza nel e del gruppo è un obiettivo educativo, che gli insegnanti costruiscono lavorando sulle regole, gli spazi, i giochi comuni, e cercando di conoscere e condividere le emozioni di ciascuno.
Accogliere è dare fiducia, è dialogo, per diventare gruppo, comunità, abituando all'ascolto e disabituando al pregiudizio e giudizio,  ascoltando i diversi punti di vista senza sentenze.
Davanti alle domande dei bambini, l'educatore deve rispondere sinceramente, in modo tranquillo e rispettoso.
Ribadendo che tutti sono unici, a partire dall'aspetto, dai gusti, dai modi di fare, dagli interessi.