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venerdì 29 maggio 2020


" Ci hanno insegnato,fin da piccoli, come è formato il nostro corpo, i suoi organi, le sue ossa, le sue funzioni, i suoi punti, ma non abbiamo da che cosa è composta l'anima".
Mario Benedetti-poeta e scrittore
Veniamo da un periodo dove anche i bambini hanno vissuto emozioni di ogni tipo, condizionati dal clima familiare e di società.
Anche ora con la ripresa delle attività , quelle estive, le attività, i giochi, la socializzazione saranno accompagnate da limitazioni che potranno influiranno sulle emozioni dei bambini, sulle loro domande e curiosità. Ma la loro resilienza è grande e dipenderà molto dagli educatori e dal loro accompagnamento perché i bambini svelino le loro paure , ma trovino il modo per riconoscerle, superarle e andare avanti .
Le emozioni regolano i rapporti sociali.
Ogni persona è in grado di provare emozioni fin dai primi mesi di vita. Subito vengono subite, crescendo i bambini imparano a riconoscerle e pian piano a dominarle con l'aiuto dell'adulto.
Come in tutte le cose,  il legame che si stabilisce con l'adulto, aiuta il bambino a regolare la propria emotività.Un'adeguata educazione emotiva farà acquisire destrezza nella gestione degli stati d'animo.
A me capita di discutere , di rimproverare mio figlio, a volte purtroppo alzando la voce. Basta riconoscerlo e chiedere scusa per il modo, ma non il messaggio.
Anche questo è un allenamento necessario.
Un bambino, già a 5/6 anni, prova già tante emozioni, entrando in sintonia con lo stato emotivo di chi hanno vicino: un bambino che piange, condiziona gli altri, se la mamma è ansiosa , la trasmette a suo figlio.
Non c'è bisogno di essere speciali: basta ascoltare, percepire e capire lo stato emotivo, fare chiarezza, dare un nome alle emozioni, tristezza, rabbia, noia, gioia e con decisione e dolcezza trovare una soluzione, dare un rafforzamento positivo, per dire che,se pesante come situazione, si può superare il momento. Allenare il bambino a trasformare le emozioni in gesti , parole , disegni. 
Non screditare mai "  piangi come un bimbo piccolo" oppure no all' iperprotezione," Se smetti prendiamo un gioco in edicola".
Sicuramente la capacità di gestire le proprie emozioni, da parte dell'adulto, costituisce un importante esempio a cui il bambino si ispira. Tutto ciò anche nella gestione dei conflitti, che non devono rimanere irrisolti.
Il lavoro di educazione emotiva per un genitore non finisce mai, pensiamo a un bimbo di 5 anni, poi ad un adolescente. L'importante è parlarne, ascoltare e dargli un nome, come superarle e andare avanti.










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martedì 26 maggio 2020

In questi mesi di sconvolgimento della vita, il cibo è diventato, in positivo e negativo, un protagonista di prim'ordine: fila ai supermercati, nuove ricette e nuovi cuochi, cucina come modo di passare il tempo insieme, ma anche, per molte famiglie senza lavoro,  è diventato  un'emergenza, come non si vedeva da tempo così in grande quantità.
Basta recarsi in un centro di aiuto, o Caritas per vedere di quanto sono aumentate le famiglie che chiedono la spesa o pacchi viveri.
Il cibo è un elemento importante per la nostra salute , ma anche un modo per condividere, per festeggiare, per comunicare.
Eppure molti genitori entrano in crisi nella condivisione del pasto con i bambini, croce e delizia per tante famiglie.
Da ricordare subito l'importanza, quando il lavoro lo permette, di mangiare insieme, senza tv e cellulari, sottolineando che  il clima del pranzo o della cena condizionano molto anche l'alimentazione dei bambini.
Molti genitori rimangono stupiti, quando tornano a riprendere i bimbi dal nido o dalla scuola dell' infanzia, e ricevono l'informazione che il figlio ha mangiato pietanze, in particolare verdure, che a casa non vuole assolutamente assaggiare. L'imitazione per un bambino è fondamentale, mangiare con gli altri bimbi, con la maestra , chiacchierando, aiuta molto anche a "gustare" nuovi sapori.
Così pure, la non scelta , "c'è quello" e basta. Evitare di proporre tante possibilità di scelta.
In famiglia è necessario mangiare insieme le stesse cose.
Purtroppo le prime fasi della vita, come tanti altri campi di crescita, sono basilari per il futuro.
Uguale è l'alimentazione: l'ansia del genitore, le lotte e le rincorse, i sotterfugi per fargli aprire la bocca, la proposta di pasti alternativi, questi sono le azioni che fanno incentivare i comportamenti di rifiuto.
Fin da subito il proporre nuovi sapori, a distanza di tempo , in piccole quantità, presentandolo in un modo piacevole, sono modalità che possono aiutare a vivere questo momento più serenamente.
Così anche il mangiare con le mani, fino ad arrivare alle prime posate, dando la possibilità di pasticciare un pò, ma senza sciupare. Ecco l'altro valore da non scordare: in Italia ogni anno vengono buttati via dai 10 ai 20 milioni di tonnellate di prodotti alimentari.
Coinvolgere nella spesa, cucinare insieme, fargli fare la propria porzione che deve consumare, nessun spuntino prima di un pasto....e se salta un pasto non succede nulla!


sabato 23 maggio 2020

In questo periodo, tante certezze non lo sono più, tante abitudini sono cambiate.
Tra tante cose, sicuramente  c'è stata una ricerca della spiritualità e della preghiera che ha stupito.
Da piccino, ricordo come nella mia grande famiglia si pregava spesso, tutti insieme, per un lutto, per proteggere le coltivazioni dall'arrivo del temporale, nel mese di maggio per il rosario alla Madonna.
Questi momenti mi incuriosivano molto e mi facevano emozionare per quanto erano sentite, dai miei genitori, nonni, zii, quanta fede e serietà e profondità trasmettevano anche a noi bambini.
Ma la domenica, la festa, era al centro di tutto. Chiaramente compresa la partecipazione alla Messa.
Stabilito che la spiritualità e la ricerca di trascendenza è innata nell'uomo, bisogna avere il massimo rispetto per il mondo dei bambini, immedesimarsi nelle loro esigenze, fantasie, paure e osservazioni anche quando ci chiedono di DIO.
Fin da piccoli si hanno capacità per percepire il soprannaturale, intuizioni che, come adulti, ci mettono in crisi, ma ci colpiscono per la profondità istintiva.
 Verso 4/5 anni i bambini pongono domande filosofiche e  chiedono agli adulti conferma di come hanno compreso loro l'anima, la morte, Dio. Non importa fingere, diciamo ciò che sappiamo o sentiamo, oppure ci informiamo.
Il senso religioso è come una pianticella, bisogna darle le condizioni ottimali di crescita, coerenza e testimonianza degli adulti, ma soprattutto usare la pazienza per vederla crescere con i suoi tempi.
Quando parlo di coerenza, intendo anche rispetto dei luoghi e dei momenti, altrimenti nel bambino si genera tanta confusione  (ad esempio non è che si può giocare o mangiare ovunque, questo vale per una chiesa ma anche per il letto per dormire).
Mi piace considerare il pensiero di Winnicott e vedere Dio paragonato, per un bimbo, ad un oggetto transizionale, per affrontare tempeste e trovare conforto e sicurezza, sapendo che lì c'e la mamma e tutto l'amore del mondo.
Quando poi i bambini crescono, aumenta l'autonomia e l'autocoscienza, cercano in Dio e nell'Angelo Custode una relazione certa e valida per sentirsi più sicuri in questo loro cammino di crescita. Ecco allora che, chi ti accompagna in questo viaggio, può davvero fare la differenza.



mercoledì 20 maggio 2020

Se la cura educativa è mossa dall'interessamento per l'altro, a promuovere il suo benessere, è ora di far cadere tutte le richieste, obbligatorie, a maestre ed educatrici " state in sezione perché fuori si ammala" oppure " Tira vento, mio figlio non deve uscire ". Sono falsi miti.
A parte il fatto che stare chiusi in casa, o in una stanza , tipo sezione, andar bene con 20 amichetti, non è proprio salutare e ora più che mai le regole per convivere con gli altri ce lo dimostrano, che giocare all'aria aperta anche in inverno è un piacere che i bambini possono continuare a vivere per ridurre le possibilità di finire infettati da germi.
Nella mia infanzia era normale giocare fuori, inventarne di nuovi per i nostri amici, fare circuiti con la terra, giocare a carampana, o passeggiare per prati e boschi.
Poi improvvisamente, le abitudini sono cambiate come le proposte educative, o scordate. Improvvisamente ecco che la natura riprende il suo posto , anche nella scuola.
Outdoor education è il nome indicato, per la metodologia utilizzata e la filosofia che la mette in pratica. E' ritornare a "giochiamo e stiamo all'aperto".
Stare in giardino, vivere sui prati aiuta la capacità di socializzare, migliora l'iniziativa personale e la curiosità, utilizzando tutti 5 i sensi.
E' una forma di relazione diretta con la realtà fondamentale per lo sviluppo cognitivo.
Un detto svedese dice "...non c'è brutto tempo, ma vestiti non adatti...". Lavorare all'esterno con il sole, pioggia, neve, saltare nelle pozzanghere, sporcarsi con il fango, richiede un equipaggiamento adatto, vuole dire tempo per prepararsi e tempo per rientrare e pulirsi, ma ne vale la pena.
"Egli vuole toccare tutto, maneggiare tutto, non opponetevi a questa inquietudine: gli suggerisce un tirocinio molto necessario. È così che egli impara a sentire il calore, il freddo, la durezza, la mollezza, il peso, la leggerezza dei corpi, a giudicare dalla loro grandezza, dalla loro forma e di tutte le altre loro qualità sensibili, guardando, palpeggiando, ascoltando e soprattutto confrontando la vista con il tatto e valutando a occhio la sensazione che produrranno sotto le sue dita. (Rousseau, 1762, cit. Oliverio, Oliverio Ferraris, 2011)


lunedì 18 maggio 2020

Grazie, prego, scusa.....tre parole brevi e semplici, ma difficili da memorizzare e da interiorizzare. Eppure fanno o farebbero la differenza.
In questo periodo abbiamo riflettuto molto sul rispetto delle regole, per il bene di tutti.
Ma non può essere solo di regole e non solo per questo momento
Oggi mi voglio soffermare sull'educazione al RISPETTO, che stride abbastanza con ciò che vediamo intorno a noi .
 Penso in particolare ai piccoli:  i bambini tendono ad imitare i genitori, ma vengono anche influenzati da ciò che vedono in TV, pensiamo ad alcune trasmissioni dove chi urla più forte pensa di aver ragione, o nello sport, dove vincere viene prima di tutto.
Sta a noi creare, con loro, il clima giusto con i valori giusti
Essere rispettosi, fin da bambini, aiuta a essere sicuri di sé, imparando a non prevaricare gli altri e a rispettare ciò che ci sta intorno.
Questo può essere il risultato di buone pratiche, buone abitudini da vivere quotidianamente in famiglia e a scuola, come in palestra e nel tempo libero.
Come non ricordare una partita di calcio tra bambini, dove alcuni genitori, per una decisione dell'arbitro ritenuta errata, vennero alle mani. O ancora , proprio in questi tempi, come non rimanere stupiti davanti ad adulti che con i loro bambini tolgono le limitazioni per non accedere allo scivolo del parco perché vietati?
La metodologia migliore rimane sempre la coerenza degli adulti che  trasmettono l'importanza del rispetto della comunità, delle persone e delle cose.
Un bimbo deve imparare a controllare i propri impulsi e l'adulto lo può aiutare  quando, ad esempio, chiede scusa se ha sbagliato il tono, di un richiamo.
Il rispetto non è l'obbedienza che è ottenuta senza discussioni e basata spesso su punizioni o paure. Infatti così si può capire perché un ragazzino a casa è obbediente e a scuola no.
Proviamo fin da subito  ad insegnare queste tre parole grazie, prego, perdono,
ricordando cosa dice il pedagogista brasiliano Paulo Freire "l'educazione non cambia il mondo, cambia le persone e le persone cambiano il mondo"



sabato 16 maggio 2020

Le paure...compreso il coronavirus

Viene spontaneo, in questo periodo, riflettere sulle paure, su tutte le paure dei bambini, anche il coronavirus.
Rimango sempre molto stupito quando i bambini della scuola dell'infanzia raccontano di aver visto, anche da soli, determinati film (il signore degli anelli, film di guerra, gli avengers), oppure " sai che al telegiornale hanno fatto vedere un ragazzo che ha ucciso con una rivoltella".
Poi riguardi gli stessi bambini, mentre ascoltano una storia o una favola letta dalla maestra , con un'attenzione e una partecipazione direi totale, coinvolgente. Bambini che durante la lettura si chiudono gli occhi, o rimangono a bocca aperta, cercando di immaginare con la loro fantasia le scene e i fatti.
In base all'età, possiamo elencare diverse paure vissute dai bambini: il buio, l'abbandono, i mostri e fantasmi, le urla e la violenza e tante altre.
Davanti a questi vissuti un'aspetto è fondamentale: l'atteggiamento degli adulti.
Lo psicologo Lazarus definì che le emozioni nascono dalle credenze e non dalla realtà e le credenze dei più piccoli , per cui anche le paure, sono più aperte agli aggiornamenti, al superamento.
Ma il superamento passa anche attraverso il nostro ascolto, il nostro rispetto del vissuto del bambino , la pazienza e l'affetto, l'esserci come un'opportunità per superare le paure.
Necessario è il rispetto dei tempi e la modalità di comunicazione del bambino: se tutti i racconti vengono manifestati apertamente, maggiore è la probabilità di estinzione, in qualsiasi modalità, verbalizzazione, disegno, racconto di storie e favole.
La nostra capacità di osservazione ci farà capire anche i messaggi non verbali.
Attenzione alle nostre emozioni, alle ansie trasmesse ai bambini che vengono amplificate come contagio emotivo, così pure attenzione ai mass media , a ciò che guardano: NON E' GIUSTO CHE POSSANO GUARDARE TUTTO . Inoltre niente frasi giudicanti del tipo "ormai sei grande non puoi aver paura del buio"
Fa riflettere  quando un ventenne ricorda paure avute da piccolo , rimaste impresse, che condizionano ancora il suo vissuto.
" Nessuno è disposto ad aprire il proprio cuore se non si è certi che l'altro è in ascolto"
L.J.Cohen




giovedì 14 maggio 2020

" Guarderò attraverso la finestra dei tuoi occhi per vedere te " Frida Kahlo pittrice messicana

Tempo fa, mentre stavo guardando un servizio in tv , mio figlio piccolo mi si avvicinò e mi disse che mi doveva chiedere una cosa importante . Io risposi, sempre guardando la tv " dimmi ti ascolto".
Silenzio. " Babbo ti ho detto che ti devo dire una cosa importante , guardami per favore".
Tolsi anche il volume alla tv. Mi doveva chiedere se il giorno dopo poteva fare i compiti da un suo amico.
Fin dalla nascita il contatto visivo è emozionante, dopo il periodo di ombre che vengono seguite dal bimbo, si arriva, nel tempo, ad uno sguardo reciproco che è esperienza comunicativa unica.
Per capire un bambino, comprenderne i bisogni, le paure e le aspirazioni, occorre volerlo guardare insistentemente negli occhi.
Guardandolo, intanto è un atto di cura, sospendi giudizi, e gli chiedi di fidarsi, di farsi accompagnare.
Credo che purtroppo ciò non è vissuto pienamente neanche dagli adulti: un insegnante che parla del figlio al genitore guardando solo il registro, un medico che ti rivela la diagnosi scrutando il computer senza mai guardarti negli occhi.
Nel contatto di sguardi, i cervelli cercano la stessa lunghezza d'onda e a beneficiarne è la relazione.
L'empatia è un ingrediente fondamentale per accompagnare la vita di un bambino alla sua piena fioritura e consolidare un legame affettivo che è dono di libertà.
Chiaro che lo sguardo del bambino non sarà molto prolungato e quando stanco gira la testa dall'altra parte. Così come guardare un oggetto o lo stesso genitore è, per i piccoli, un modo di aiutarli anche nel linguaggio.
Comunque ricordiamo che imparare a guardare negli occhi è una buona abitudine da ricercare, perché è sicuramente uno dei mezzi più potenti di comunicazione. Fretta e distrazione sono nemiche dell'arte di educare anche nello sguardo.
" L'anima è la nostra dimora; i nostri occhi le sue finestre, le nostre parole i suoi messaggeri."
Kahlil Gibran- poeta e pittore libanese naturalizzato statunitense.


martedì 12 maggio 2020

"Le regole e i "no" sono come dei paracarri ai lati di una strada, sono punti riferimento, non debbono cambiare di posizione, non possono decidere di esserci o non esserci"
Paolo Crepet - sociologo e psichiatra

Uno dei vocaboli più usati in questi 3 mesi è sicuramente REGOLE.
Anche perché continua è la discussione e il dibattito se vanno rispettate le regole, per combattere il contagio del virus, oppure perché c'è chi non le rispetta e si sente più furbo.
Eppure le regole sono sempre esistite, nella comunità civile e religiosa, nelle società sportive, in qualsiasi tipo di gioco, di lavoro, nel commercio.
 Ma oggi mi soffermo sulle regole di una famiglia.
Le neuroscienze oggi ci dicono che una famiglia con un positivo sistema di regole e la capacità di immedesimazione dei genitori nelle emozioni dei figli , portano quest'ultimi a crescere più tranquilli e sereni.
C'è chi non lo sa, ma il cervello, con i "paletti", produce ormoni della calma e benessere.
Un neonato si guarda intorno, per vedere il mondo come funziona. Più passa il tempo e più osserva, più si comporta in base a ciò che vede:" basta urlare e la spunto, sputo ciò che mangio cosi decido io quello che voglio, visto che me lo chiedono decido tutto io ...." attenzione perché una persona , anche un bimbo, si crede onnipotente. I risultati li scopriremo quando diventa adolescente.
Lo scopo delle regole è proteggere, crescere nell'autoregolazione, nel benessere.
Come un fiume ha bisogno di argini, per arrivare al mare, per crescere autonomi e indipendenti, oltre all'affetto e al volersi bene servono educazione e regole.
Ma stabilito ciò, va ricordato quante e quali e soprattutto come devono essere le REGOLE:
limitate, ad esempio a tre anni ne possono recepire e rispettare 6 o 7;
concrete, " riordina subito" dipende a chi viene detto , ma se si invita  a mettere le costruzioni nel proprio contenitore è più chiaro, oppure " tra un pò vai a letto", meglio "finito il cartone , a letto";
semplici e positive , " vi ho detto di non fare a botte", meglio " gioca con tua fratello";
condivise tra genitori e coerenti con la vita della famiglia.
Chiaro che ci sono anche i gesti provocatori e di sfida, e quello è il momento che il bambino ci mette alla prova e chiede, a modo suo, qual è la cosa giusta da fare.
Bambino, Ragazza, ImbronciatoCome pure le regole non rispettate, soprattutto dopo i sei anni, viaggiano con sanzioni, stabilite insieme.
Un altro aspetto è l'attenzione ai ricatti " se mangi tutto ti do la cioccolata", ma anche NO, non se ne esce più. I NO fanno crescere, basta avere interiorizzato, come genitore, la regola e non cedere ai capricci. La fermezza e l'autorevolezza sono basilari.
"L'autorità è importante, abbiamo sbagliato a calpestarla:significa aver idee precise, intervenire e imporsi, rimanendo però su un piano affettivo. Non è il comando secco, da caserma.
Un figlio deve sentirsi dire: non posso accettare quello che hai fatto, ma sono qui, ti voglio eti vorrò sempre bene.Tutto si svolge all'interno di una relazione di sentimenti"
 Vittorio Andreoli- psichiatra e scrittore



sabato 9 maggio 2020

"Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.
I ricchi comprano rumore.
L'animo umano si diletta nel silenzio della natura, che si rivela solo a chi la cerca."
Charlie Chaplin
E' un periodo che spesso viene da dire BASTA, a questo rumore assordante, ai numerosi strilli sovrapposti, a questi sapienti che hanno verità in tasca....
Poi spenta tv, cellulari e tutto il resto, fuori il mondo ha dato una visione di sé, impensabile: il SILENZIO del giorno, della sera, il silenzio delle città, i rumori della natura in città.
Effettivamente viene da chiedere se esiste ancora il silenzio, davanti a noi adulti che non sappiamo ascoltarci, che urliamo e cerchiamo di parlare più forte dell'interlocutore, o alla musica a tutto volume che proviene dall'auto che passa alle 7 della mattina.
Eppure il silenzio è uno stato di mente e corpo, fondamentale per il nostro benessere.
Ci aiuta rigenerarci, a rielaborare ciò che è accaduto, a riposare.
Il silenzio è più vissuto come vuoto, come qualcosa da riempire. Quasi avessimo paura di confrontarci con noi stessi, facendo un'eco di incontri avuti o fatti accaduti e con  la certezza di sentirsi inadeguati , davanti alle riflessioni, agli"esami di coscienza" che ne possono uscire . Ma soprattutto aver paura di ascoltare l'altro che potrebbe davvero avere ragione.
Ora volgiamo lo sguardo ai bambini e d'istinto mi viene da ricordare la tipica frase" Basta, ora fate tutti silenzio o vi metto in punizione". Non è certo l'imperativo  o il richiamo che aiuta i piccoli a scoprire il silenzio , ma piuttosto capiscono che non bisogna parlare .
Ma anche se gli adulti oggi fanno fatica a viverlo e testimoniarlo, per i bambini il SILENZIO è importante per interconnettersi con gli altri, scoprire il piacere di ascoltare.
Per cui non va imposto , ma vanno create le condizioni perché si manifesti spontaneamente.
La concentrazione, la calma, la curiosità , il gustare il presente diventano allora competenze che si acquisiscono e non scompaiono. I sensi si amplificano permettendo di scoprire cose, pensieri, emozioni e un attenzione al mondo circostante fatto di persone e natura.
Partendo già dal volume della nostra voce, al creare un clima di quiete, che non è farli sentire degli zombie davanti alla tv,  eviteremo giornate piene di confusione e li aiuteremo a valorizzare ritmi e pause come preziosi momenti di quiete.
Proponiamo loro di ascoltare anche brani musicali, di ascoltare una storia, di fare un giro insieme e individuare quali suoni e chi appartengono.
" Il silenzio delle labbra cucite non è silenzio. Si può raggiungere lo stesso risultato tagliandosi la lingua, ma nemmeno quello sarebbe silenzio. È silenzioso colui che, potendo parlare, non proferisce alcuna parola inutile."  Gandhi


venerdì 8 maggio 2020

il diario muto di un bimbo

"La pittura è solo un altro modo di tenere un diario" Pablo Picasso.
Proviamo a pensarlo da subito fin dalla nascita, quando ancora non c'è la parola.
Fin dall'inizio della vita, osservando la realtà, il bimbo si accorge che molte cose trascinate producono tracce.
Pian piano saprà cogliere un rapporto tra i suoi movimenti e gli scarabocchi che lascia sul foglio, fino a che, verso i tre anni incomincerà a verbalizzare cosa sta rappresentando.
Da qui inizia quella "produzione" di disegni muti, che ci raccontano, come in un diario, le proprie emozioni, le paure, la propria realtà e la fantasia. Il bambino racconta di sé senza timore, senza filtri e finzioni.
Il passaggio dallo scarabocchio ad un disegno, sono poi accompagnati dall'aspetto verbale, ti raccontano cos'hanno rappresentato, fino a definire come vedono la famiglia.
" Che bocca storta che mi hai fatto" oppure "ti sistemo io gli occhi", sono gli interventi sbagliati al momento sbagliato.
 Meglio "me lo racconti?", per i bambini è la loro comunicazione, l'espressività vale più di un milione di parole.
Nel tempo capirà l'importanza della qualità più che la quantità...nel tempo.
Dai disegni possiamo capire tanto, e da una certa età anche dai colori. Si disegna ciò che non si riesce a verbalizzare.
Disegnare aiuta a controllare il gesto, l'impugnatura, il coordinamento tra occhio e mano.
Ecco perché è importante che non passino tanto tempo davanti ad un tablet o smartphone, con immagini colorate e vivaci in poco tempo, ma con lo svantaggio di non stimolare il movimento del braccio e la mano del bambini.
      Fondamentali sono le stimolazioni, non gli obblighi.

 Pastelli, matite, colori, fogli dovrebbero essere sempre presenti dove ci sono bambini. Chi è più in difficoltà, potrà essere aiutato a disegnare con le dita, ad esempio colori alimentari e yogurt, colori a dita, sulla sabbia, con i gessetti.
"Preferisco il disegno alle parole.Il disegno è più veloce, e lascia meno spazio alle bugie"
Le Corbusier - architetto e pittore



giovedì 7 maggio 2020

coronavirus e bambini....che fatica

Dopo 2 mesi di chiusura in casa con i bambini, notizie di esplosioni di stress e stanchezza , da parte dei genitori.
Non entro in merito sui provvedimenti presi per questa pandemia, sicuramente quello che è accaduto e continua ad accadere è potente e non lascia indifferenti, anche se fa tristezza pensare che il numero dei deceduti ormai è considerato un dato.
Come non considerare che questi avvenimenti, notizie, esperienze , lasceranno il segno nella nostra vita e in quella dei bambini.
Bambini che se aiutati , possono superare più agevolmente, il tutto, per questa loro straordinaria capacità di assorbire il male, ma soprattutto il bene.
Qualcosa comunque va chiarito o ribadito.
I bambini , come all'inizio anche alcuni adulti, hanno vissuto il tutto come vacanza: poco rispetto degli orari, costruzione della giornata condividendo giochi , letture , esperienze di cucina, che nella vita quotidiana, normalmente non accadono.
Poi la vacanza in casa è diventata lunga e difficile da gestire : perché non è mai stata vacanza.
L'importanza della routine, per un bimbo, è basilare. Il rispetto dei tempi e degli orari, di alzata e di riposo la sera, sono necessità, così come alcune regole e rispetto di consuetudini da mantenere, per vivere meglio anche questa situazione.
I bambini si stanno innervosendo, sono stanchi, certo .
Quando capiscono che la relazione umana, fisica non può avvenire attraverso un cellulare o un video, fanno fatica a darsi e capire una motivazione.
Una decisione di organizzazione della giornata, stabilendo anche quali sono i contributi di ciascuno in base all'età, può aiutare la vita insieme. Apparecchiare, riordinare i giochi o i libri, leggere insieme,
telefonare a qualcuno, ascoltare musica...tutto ciò fissandoli in una schema giornaliero conosciuto anche dal bambino, fa si che anche davanti alla frustrazione, si può e si deve andare avanti, non c'è il vuoto del dopo. Questo potrà aiutare anche la gestione dei bimbi da parte dei nonni
Inoltre il rispetto dei ruoli: i genitori non sono educatrici , maestre e viceversa.
Il genitore è presente con le sue modalità : il dialogo, l'affetto, la carezza, il riprendere con un si o no, trasmettendo l' amore, le emozioni non solo con un'attenzione , ma anche con gli atteggiamenti e la voce .
Se io adulto non ne sono convinto, un bimbo, anche piccolo, è il primo a capirlo.
Little Boy, Nascondere, Triste, BambinoAnche la possibilità di scegliere insieme di inventare qualcosa di nuovo e diverso, "trasgredendo"ciò che si era stabilito, può essere una modalità, ma non la consuetudine.
Penso ad un inserimento di un bimbo al nido o al primo anno di scuola dell'infanzia: viene stabilito un percorso di conoscenza dell'ambiente e delle educatrici, tenendo conto delle abitudini e vita familiare di ognuno. La costanza e la pazienza sono fondamentali, per non scoraggiarsi anche quando dopo 1 mese un bimbo piange ancora . Non è che non si fanno più determinate cose.
Poi improvvisamente, tutto finisce , il bambino è sereno e incomincia a vivere pienamente ogni momento e routine della giornata.
"Sperare significa credere che qualcuno ci ama
significa mettersi in cammino verso un altrove
significa anche osare di vivere in altro modo"    Enzo Bianchi








martedì 5 maggio 2020

Ma esiste ancora la pazienza?

" La pazienza è amara, ma il suo frutto è dolce" J.J. Rosseau, filosofo, scrittore, musicista svizzero.
In questo tempo, in un mondo di " adesso", sapere cosa significa PAZIENZA , in particolare la pazienza educativa è davvero complicato.
Nel tentativo di anticipare sempre di più il domani, effettivamente non facciamo altro che perderci l'ora, qui e in questo momento.
Siamo circondati da una natura che è il simbolo della pazienza, pensiamo alla vita sotto la neve, o il bulbo che diventa tulipano. La natura ci dice che il tempo ha un suo valore che dobbiamo rispettare.
A scuola c'è un'attività che è un  classico: piantare sementi  di grano , basilico, prezzemolo, ognuno nel proprio vasetto .
Vedere ogni mattina, i bimbi che curiosano, innaffiano, danno un nome al primo germoglio...è un percorso di pazienza e di attesa. Per cui i bambini, nella giusta situazione, vivono la pazienza, possono desiderare, ma non ribellarsi al trascorrere del tempo.
Purtroppo siamo noi e la nostra società che chiede la velocità , la notizia istantanea.
Attendere è un privilegio, per cui ecco anche i genitori che chiedono l'anticipo a scuola  " perché così non perde l'anno", ma di quale anno stiamo parlando ? Del gioco, delle scoperte, della spensieratezza e spontaneità, ed essere così pronti a concorrere in questa sfida continua che è la nostra storia.
In realtà fin dal nido, i bimbi si prendono  tempo, per fare e rifare, amano ripetere perché da sicurezza, perché, acquisita completamente una competenza , di lì si riparte per nuove scoperte e certezze.
Bambini, Ragazzo, Occhiali, CarinoI bambini non sanno misurare il tempo, avviene gradualmente, perciò è importante che si abituino a tollerare frustrazioni e ritardi, come percorso di apprendimento.
Insomma, non tutto e subito. Introdurre piccole attese e farle rispettare è il modo giusto per apprezzare di più le cose che non solo si osservano,  ma si usano a lungo.
Da evitare, davanti a un dono, un gioco, il pericoloso "ricevere- guardare-non mi interessa più- cambiare".
Le cose belle accadono a chi sa aspettare e sa pazientare.
"Le case felici sono costruite con mattoni di sapienza" H.E.Kohn



domenica 3 maggio 2020

Sentire e ascoltare: quali le differenze

"Sentire è facile perché esercizio dell'udito, ma ascoltare è un'arte perché si ascolta anche con lo sguardo, con il cuore, con l'intelligenza ". Enzo Bianchi, monaco laico , fondatore della comunità di Bose.

Avendo avuto qualche problema d'udito , anch'io ho sperimentato suoni "sparati" nelle orecchie , seduto all'interno di una cabina come se fossi a Rischiatutto.
 In base al volume e all'intensità del suono, dovevo alzare la mano, per segnalare se SENTIVO.
Ma non mi è mai stato chiesto di guardare la dottoressa , i suoi occhi, per sintonizzarmi con lei.
Oggi più che mai ASCOLTARE è diventato un gesto da eroi, pensiamo ai programmi politici o agli stessi dibattiti parlamentari.
Nella scuola dell'infanzia, la mattina inizia con il circle time, un momento vissuto in cerchio, in cui oltre alla presentazione dell'attività della giornata da parte della maestra, i bambini parlano e raccontano di se stessi. Ascoltare il racconto della domenica vissuta con la propria famiglia, o le paure legate alla salute di un nonno , oppure la gioia del regalo ricevuto, fa davvero capire che i bambini vogliono che tu faccia parte del loro mondo, cercano di condividere emozioni e sentimenti, oppure cercano conforto e coraggio.
L'importante è non essere distratti o disattenti perché anche ogni comportamento e gesto di un bimbo è un modo di comunicare.
Quando entro in una sezione, per chiedere una cosa alla maestra, capita di vedere un bimbo che si accosta e perché venga ascoltato , le tiri il grembiule.
Gli adulti sono un punto di riferimento, la loro attenzione è fondamentale  e di qui parte la fiducia .
Nel tempo, se è mancato l'ascolto, a fatica lo si recupera ....pensiamo all'età dell'adolescenza.
Bambino, Madre, Figlia, Padre, Inverno
Può capitare che la nostra attenzione venga richiesta da un figlio, in un momento che facciamo altro e siamo distratti, non liquidiamolo velocemente e distrattamente. Rassicuriamolo dicendo che ci sarà un momento di ascolto totale. Facciamo in modo che diventino appuntamenti costanti e rassicuranti ricordando comunque che siamo interessati a ciò che ci vogliono raccontare.
Ricordiamoci che ASCOLTARE è diverso da sentire, perché ci vuole attenzione , silenzio, controllo
per captare il messaggio di chi abbiamo davanti, senza correre il rischio di elaborare la nostra risposta mentre l'altro ancora sta parlando.
Solo così, anche i bambini, capiranno che stiamo dando a loro l'importanza che meritano creando quel clima di attenzione e rispetto fondamentale.
"Parlare è un bisogno. Ascoltare è un arte" Goethe


giovedì 30 aprile 2020

Gli adulti facciano gli adulti

"Il bambino è sensibile a un punto estremo, impressionabile in modo tale che l'adulto dovrebbe sorvegliare tutti gli atti e le parole, perché esse gli rimangono scolpite nella mente".
Maria Montessori-il bambino in famiglia 1936

Già la grande pedagogista Montessori, ci segnalava una cosa importante, più che mai oggi attuale: gli adulti facciano gli adulti.
Siamo in un periodo storico in cui, molto spesso, i genitori non sanno più dove condurre, in questa vita,  i propri figli. Fanno fatica ad avere certezze  morali, razionali, spirituali.
Sono aumentate le paure di non essere bravi genitori, di fare troppi errori.
Ed ecco allora la necessità di chiedere aiuto agli specialisti, per chiedere consigli.
Da sempre si sa che non si nasce genitore, ma si diventa.
 Un genitore è una persona, che sicuramente non è perfetta, ma deve essere AUTENTICA.
per essere un educatore affidabile, questa è la prima cosa.
Ogni tanto chiediamoci che cosa vedono i nostri figli quando ci guardano: persone che stanno bene con se stesse?
I dubbi, le indecisioni, ci demoliscono, ci mettono in crisi.
Ragazzo, Genitori, A PiediMa oggi servono  genitori AFFIDABILI, che chiedono obbedienza, perché diano indicazioni nella vita.
Adulti  appassionati della vita, che sanno riflettere e prendere le proprie decisioni con coerenza.
Persone autorevoli che danno LIMITI, senza cedere alle pressioni, ma offrono relazioni significative.
Quando a scuola sento un genitore che chiede al proprio figlio di 3-4-5 anni "Ti vengo prendere prima di pranzo, dopo pranzo o nel pomeriggio?" penso subito ad un bambino che, come è normale che sia, mette alla prova, ma di fronte, chi ha?
 "Non saranno né la televisione, né internet a creare disagio ai bambini e agli adolescenti, quanto una certa indisponibilità degli adulti ad esserci."
Paolo Crepet-La gioia di educare

martedì 28 aprile 2020


Oggi più che mai si riconosce l'importanza dei primi anni di vita del bambino, i primi 1000 giorni, già dal concepimento. E' il periodo in cui si costituiscono le fondamenta sul quale costruire l'esistenza.
E' il momento in cui il cervello si sviluppa più che in qualsiasi altro momento e l'ambiente circostante in cui si cresce è fondamentale.
Alcuni valori possono nascere ed essere acquisiti fin da subito, come il rispetto per le persone e per le cose.
"Se ognuno fa qualcosa, allora possiamo fare molto" Don Pino Puglisi  sacerdote ed educatore ucciso dalla mafia nel 1993.
Per far crescere i nostri bambini in un mondo migliore ci vuole il contributo di tutti.
Pensando a quel che accade nella società, che si vede o legge nei social o in tv, chiaramente  lo strumento più efficace per un'educazione alla gentilezza, all'accoglienza, alla generosità  è l'esempio dei genitori.
Considerando che i bambini assorbono tutto ciò che trasmettiamo, anche inconsapevolmente (pensiamo al linguaggio non proprio adatto o al bullismo), sicuramente ci dobbiamo ricordare che un aiuto ci viene dall'esperienza ludica, che ci porta occasioni  irripetibili di acquisizioni di competenze e valori.
Poi ci sono sicuramente modalità, che da sempre esistono ma a volte passano di moda, come DIRE DEI NO, no motivati e decisi, sapendo che le azioni hanno delle conseguenze. Osservando la vita della scuola, soprattutto al momento del ritorno a casa, assisto a scene dove i bimbi dettano legge, oppure parlando con alcune mamme, percepisci che sono i piccoli che decidono quando andare a dormire.MA ANCHE NO
Educazione al rispetto è partire dalle cose di tutti i giorni, come il cibo non sprecato, la luce accesa senza motivo, il rispetto dei giochi in casa e al parco pubblico, l'essere grati per ciò che viene donato.
Attenzione però, non con una obbedienza di paura, ma con un'obbedienza spontanea che viene dall'esempio che diamo ai nostri bimbi ogni giorno.
"Facciamo più quello che è giusto, invece di quello che conviene. Educhiamo i figli ad essere onesti, non furbi". Tiziano Terzani

lunedì 27 aprile 2020

A scuola si o no....idee a confronto

" E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante"
A. De Saint-Exupery
Come spesso accade i bambini , gli adolescenti "vengono " lasciati per ultimi .
Per chi non ha vissuto nel pieno questa pandemia, ma solo attraverso giornali, comunicazioni, tv,
è difficile capire o valutare obiettivamente, la gravità di ciò che sta succedendo e  le soluzioni giuste da adottare.
Non vanno mai scordate tutte le situazioni di dolore che ne sono uscite e che lasciano segni indelebili nella storia di tante famiglie.
Ma in queste famiglie ci sono anche i bambini che hanno vissuto o scoperto dolori, tragedie, pianti.
Bambini che improvvisamente sono passati da giochi e lezioni con i compagni, gruppi di amici, sport, letture, alla chiusura totale in casa, spesso piccole e senza spazi esterni se non il balcone.
Certo il pericolo non è finito . Ma se i bambini sono il futuro della società, accudiamoli totalmente cercando di andare oltre.
Oltre nel decidere che le scuole riaprono a settembre, che si può richiedere il bonus baby sitter.
NON E' QUESTO.
Prima di tutto sperimentiamo ed arriviamo a settembre con proposte ben definite , sicurezze, per ciò che si può, per le famiglie, obiettivi organizzativi, pedagogici, educativi presentati ora non a fine agosto. La famiglia deve conoscere , capire, organizzarsi.
In questo periodo dove tutti sappiamo tutto , dove chiunque sa qual è la cosa giusta da fare e dove come sempre "sbagliano i governanti", anch'io ho una proposta...d'altronde la comunità funziona così.
L'importante è con i dovuti modi, senza l'insulto o la derisione , come a mostrare di avere tutta la sapienza disponibile. In questo i bambini CI GUARDANO E IMPARANO molto bene dai nostri atteggiamenti.
La mia idea è questa: partire fin da maggio, con le scuole dell'obbligo, ma solo le classi che chiudono il ciclo. In questo modo spazi e insegnanti in abbondanza, per organizzare  il percorso scolastico, per dare, attraverso la relazione di persone, una degna e significativa conclusione al percorso educativo. Questo può servire anche come sperimentazione per capire come ripartire a settembre. Tutto ciò nel massimo rispetto e attenzione di tutti
Bambini, Persone, Finestra, Pioggia, Meteo, RagazzoPoi a giugno l'ultimo anno dell'infanzia, e perché no , l'ultimo di nido , con tutte le educatrici e maestre,perciò a piccolo gruppo.
Come non poter pensare ai bimbi di 5 anni che chiudono la loro esperienza all'infanzia senza il loro punto di riferimento: la maestra.
Per ultimo : necessario dare indicazioni per i mesi estivi. Perché no?
 Pensiamo seriamente che tutti stiano in casa con i nonni, per chi ha questa possibilità ?
Anche questo non può  rimanere un vuoto.
                                                                                                                          Idee in libertà.



domenica 26 aprile 2020

"Se desideri conoscere il divino, senti il vento sul viso e il sole caldo sulla tua mano " Buddha.
Del periodo di insegnamento alla scuola media , due viaggi d'istruzione mi sono rimasti nel cuore, entrambi con un elemento in comune, la natura.
Il parco nazionale d'Abruzzo e le foreste casentinesi che circondavano il santuario de La Verna.
Entrambi luoghi significativi, ma il secondo è indimenticabile.
Accompagnati da guide forestali e poi dai frati, i ragazzi ci stupirono : ascoltavano, osservavano, curiosavano, erano entrati pienamente nel clima dell'esperienza : la scoperta della natura e la spiritualità.
COSA HO IMPARATO : che, come in tutte le cose, se vuoi rendere partecipi delle tue emozioni e valori, per primo ci devi credere pienamente,tanto da essere affascinante come persona.
Inoltre NATURA e SPIRITUALITA' viaggiano insieme, S.Francesco ne è un esempio.
Questo è vero per tutti in particolare con i bambini piccoli.
Del periodo rinchiusi in casa , ai bambini è mancato proprio questo: giocare con i sassi,guardare le margherite, scavare buchi per trovare lombrichi, vendere gelati immaginari di erba e foglie.
Poi ...correre in un prato e guardare in alto l'aquilone che vola o il sole che splende.
E ancora rotolarsi in un prato o con palette e secchiello fare buchi per cercare la talpa.
Adesso valorizziamo ciò che ci sta intorno e scopriamo la felicità di un bimbo per essere parte di questo mondo donato.
Questo dovrà sicuramente essere il futuro prossimo, col caldo e il freddo, anche da piccolissimi.
Ricordo in una visita ad una scuola finlandese, bimbi di 2- 3 anni , sotto la pioggia alla temperatura di 0 gradi, che scorrazzavano tra le pozzanghere e "paciaravano" con il fango.
A noi invece, la natura non basta, o ci spaventa la sua "monotonia"
Uscita ad un agriturismo di bambini di 3-4-5 anni, per vedere gli animali e gli alberi da frutto.
Le educatrici sono tornate a scuola delusissime, perché nell'aia della fattoria c'era anche il complessino che insisteva che si facessero balli e canti mimati.
La natura è vita e la natura ci chiede di rispettarla e viverla pienamente con i nostri bambini.
Tanto da scoprire che esiste anche il silenzio portatore di messaggi infiniti.
" Solleva la natura, Dio è sotto" Victor Hugo.





venerdì 24 aprile 2020

"Non sei mai troppo vecchio, troppo strambo o troppo selvaggio per prendere un libro e leggerlo a un bambino" Dr.Seuss scrittore e fumettista statunitense
In questo mesi si è parlato molto di libri e letture, per la scuola, per passare il tempo, letture in video o in biblioteca
Se una cosa fa bene, LEGGERE, crediamoci e partiamo senza troppe ansie, ma con i giusti accorgimenti.
Sicuramente le letture mettono in relazione due o più persone, in relazione per raccontare sentimenti, emozioni, paure, coraggio e...per divertire.
Innanzitutto bisogna scegliere bene i libri, non tutto è "commestibile".
 Poi il linguaggio usato, le immagini, il luogo  per creare l'attesa.
Pensando alla lettura e gli  adolescenti, è sorprendente osservare in una sezione di nido (anche 9-10 mesi) o infanzia, il silenzio, lo stupore e l'attenzione dei bimbi. Alla scuola media tutto è cambiato.
Chi legge deve crederci, senza moralismi o incertezze, sapendo che è un aiuto ad acquisire familiarità con il discorso,con i suoni e le parole.
 Deve scegliere anche il momento giusto.
Ricordo in una sezione di nido, mentre facevo osservazione, l'educatrice iniziò a leggere una storia a 12 bimbi di 2 anni. C'era l'attenzione, la magia del silenzio....peccato perché era ora dell'arrivo dei genitori per l'uscita: questo era un riempitivo, niente a che fare con la lettura.
Lettura però, non è teatro o spettacolo. Lettura può essere possibile ( in base all'età) anche senza immagini, perché così ognuno è libero di viaggiare con la propria fantasia.
Oggi ci sono libri per ogni gusto, alcuni studiati apposta per aiutare i bambini a gestire esperienze complesse: da un lutto, alla separazione dei genitori, o semplicemente dalla visita dal dottore.
E' chiaro, può accadere, che qualcuno sia distratto, o si annoi perché non è il momento.
Ma non bisogna cedere e con pazienza e disponibilità, cercare in un altro momento, l'attenzione e la curiosità dei bambini.
"Parla, canta e sorridi al tuo bambino, fin da quando viene al mondo: la tua voce lo accarezza, lo conforta, lo circonda.
Aspetta con calma che ti risponda.
Viaggia con lui tra parole e colori, trasforma il suo mondo in piccole storie: fagli capire, con gesti e parole, la tenerezza dell'essere insieme.
Le storie che ascolta lo portano in volo, gli danno parole che non conosceva, gli mettono in fuga i mostri più cupi, rispondono quiete a mille perché.Leggi ogni giorno con il tuo bambino"
poesia di Rita Valentino Merletti scrittrice e formatrice per corsi di educazione alla lettura


giovedì 23 aprile 2020

" Il pensiero è separato dagli oggetti e l'azione nasce dalle idee più che dalle cose: un pezzo di legno comincia ad essere una bambola e un bastone diventa un cavallo" L.S.Vygotskij psicologo e pedagogista russo  studioso dello sviluppo del pensiero e del linguaggio.

Nel cammino della vita, fin dalla nascita, il gioco simbolico è un percorso fondamentale della crescita.
Attorno ai 2 anni di vita, gli studiosi, ritengono che questo processo abbia inizio e il pensiero è separato dagli oggetti e l'azione nasce dalle idee, più che dalle cose.
Quando i bambini giocano, utilizzando oggetti che come per magia diventano altro e vengono inseriti in storie di vita quotidiana, oppure" diventano" la principessa, la maestra , il dottore, attraverso ciò  sviluppano e strutturano l'aspetto cognitivo, affettivo, relazionale e arricchiscono il lessico.
 QUESTO è IL GIOCO SIMBOLICO.
Il bambino allarga il proprio campo d'azione e conoscenze, per superare i limiti delle sue possibilità nella realtà, apprende il simbolo, attribuisce funzioni e scopi che gli oggetti non hanno.
Inoltre cerca di creare associazioni mentali,cogliendo somiglianze nelle forme, colori e dimensioni.
Ma non solo.
Il " far finta" è un modo per comunicare sensazioni, emozioni all'adulto, sentimenti che non è capace di comunicare con le proprie parole.
Cosa può fare l'adulto....stare al gioco, fornendo tutti gli oggetti che possono essere utilizzati allo scopo: scatole, stoviglie, sciarpe, cappelli...questo anche quando è gioco di imitazione di situazioni reali che i bambini hanno visto o vissuto e che fanno rivivere.
Se poi, come per magia, siamo inseriti nella storia, assecondiamoli senza far notare che " il bastone non è un cavallo" ( lo sanno) ,stiamo al gioco e rispettiamo le loro regole.
Anzi ,è un momento utile per osservare e anche capire se ci sono azioni che il bambino usa per esternare il suo vissuto, la sua visione del mondo, le sue paure.
" Si può scoprire di più su una persona in un'ora di gioco,che in un anno di conversazione"
Platone



mercoledì 22 aprile 2020

Eugenio Montale e il dolore del bambino

"Nulla paga il pianto del bambino a cui fugge il pallone tra le case" dalla poesia "Felicità" di Eugenio Montale.
Il dolore e la sofferenza di un bambino possono arrivare improvvisamente e nello stesso modo sparire.
Se ognuno di noi, compresi i bambini, ricerchiamo la felicità, non possiamo non tenere presente, però, che nella vita incontriamo momenti di sofferenza che ci danno ansietà e stress ( ad esempio questo periodo di pandemia).
Ma il bambino ha poca esperienza di queste cose e del modo di affrontare il dolore, per rielaborarlo,
condividerlo e acquisire la competenza di reggere la sofferenza.
Il ruolo dell'adulto è sicuramente non minimizzare mai, non pensare di proteggerlo, distogliendo il suo pensiero da ciò che gli fa male. Neanche di tentare di educare il bambino a non piangere, suo diritto e modo di comunicare.
Ricordo quando frequentavo la scuola media, morì un nostro compagno per incidente stradale.
Dopo il funerale, una prof. ci disse di non pensarci più, di andare oltre....Io ci penso ancora oggi.
Il bambino ha diritto ai propri sentimenti, anche di dolore.
Va ascoltato, cercando di conoscere il mondo interiore dei bimbi, ciò che avviene nella loro mente e cuore, senza trovare per forza di chi è la colpa o a chi attribuire responsabilità.
Soprattutto senza farci condizionare dalle nostre esperienze, che se emotivamente affaticate, ne trasmettiamo lo stato d'animo.
Paola Elsa Tagliabue: [Quadri maledetti] "il bambino che piange ...
Il nostro compito è quello di creare le condizioni perché i bambini non si sentano schiacciati o provino un senso di abbandono, ma possano condividere l'esperienza con gli adulti che hanno accanto. Adulti che sappiano accettare la sofferenza e viverla con pazienza e speranza, per aiutarli ad avere fiducia in se stessi.
" Che cosa capiscono i bambini degli atteggiamenti che gli adulti hanno con loro? Avvertono se le persone amano o no la vita, se hanno paura, se hanno speranza, se credono o no in quello che dicono"
dal Catechismo dei bambini.




Paola Elsa Tagliabue
"Il bambino che piange"