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martedì 12 maggio 2020

"Le regole e i "no" sono come dei paracarri ai lati di una strada, sono punti riferimento, non debbono cambiare di posizione, non possono decidere di esserci o non esserci"
Paolo Crepet - sociologo e psichiatra

Uno dei vocaboli più usati in questi 3 mesi è sicuramente REGOLE.
Anche perché continua è la discussione e il dibattito se vanno rispettate le regole, per combattere il contagio del virus, oppure perché c'è chi non le rispetta e si sente più furbo.
Eppure le regole sono sempre esistite, nella comunità civile e religiosa, nelle società sportive, in qualsiasi tipo di gioco, di lavoro, nel commercio.
 Ma oggi mi soffermo sulle regole di una famiglia.
Le neuroscienze oggi ci dicono che una famiglia con un positivo sistema di regole e la capacità di immedesimazione dei genitori nelle emozioni dei figli , portano quest'ultimi a crescere più tranquilli e sereni.
C'è chi non lo sa, ma il cervello, con i "paletti", produce ormoni della calma e benessere.
Un neonato si guarda intorno, per vedere il mondo come funziona. Più passa il tempo e più osserva, più si comporta in base a ciò che vede:" basta urlare e la spunto, sputo ciò che mangio cosi decido io quello che voglio, visto che me lo chiedono decido tutto io ...." attenzione perché una persona , anche un bimbo, si crede onnipotente. I risultati li scopriremo quando diventa adolescente.
Lo scopo delle regole è proteggere, crescere nell'autoregolazione, nel benessere.
Come un fiume ha bisogno di argini, per arrivare al mare, per crescere autonomi e indipendenti, oltre all'affetto e al volersi bene servono educazione e regole.
Ma stabilito ciò, va ricordato quante e quali e soprattutto come devono essere le REGOLE:
limitate, ad esempio a tre anni ne possono recepire e rispettare 6 o 7;
concrete, " riordina subito" dipende a chi viene detto , ma se si invita  a mettere le costruzioni nel proprio contenitore è più chiaro, oppure " tra un pò vai a letto", meglio "finito il cartone , a letto";
semplici e positive , " vi ho detto di non fare a botte", meglio " gioca con tua fratello";
condivise tra genitori e coerenti con la vita della famiglia.
Chiaro che ci sono anche i gesti provocatori e di sfida, e quello è il momento che il bambino ci mette alla prova e chiede, a modo suo, qual è la cosa giusta da fare.
Bambino, Ragazza, ImbronciatoCome pure le regole non rispettate, soprattutto dopo i sei anni, viaggiano con sanzioni, stabilite insieme.
Un altro aspetto è l'attenzione ai ricatti " se mangi tutto ti do la cioccolata", ma anche NO, non se ne esce più. I NO fanno crescere, basta avere interiorizzato, come genitore, la regola e non cedere ai capricci. La fermezza e l'autorevolezza sono basilari.
"L'autorità è importante, abbiamo sbagliato a calpestarla:significa aver idee precise, intervenire e imporsi, rimanendo però su un piano affettivo. Non è il comando secco, da caserma.
Un figlio deve sentirsi dire: non posso accettare quello che hai fatto, ma sono qui, ti voglio eti vorrò sempre bene.Tutto si svolge all'interno di una relazione di sentimenti"
 Vittorio Andreoli- psichiatra e scrittore



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