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giovedì 19 giugno 2025


  Due giardini, uno con bambini dell'infanzia l'altro con bambini del nido. Una semplice siepe che divide, ma dove ci sono piccoli gradini  per salire e per guardare al di là, per comunicare, e stringersi le mani. 

Spontaneamente i bambini si includono tutti, non ci sono particolarità fisiche o di lingua che dividono.
Può dividere, per un momento, il litigio per un giocattolo, per una spinta....ma poi si ricomincia a correre, a partecipare alla vita del gruppo.
 I bambini al nido non percepiscono diversità , ma cercano più le cose che accomunano che rendono complici. In questa fase l'inclusione riguarda"l'altra/o" con cui interagire. Molti bimbi hanno vissuto più o meno un periodo con la mamma o con i nonni, "scoprendo" gli altri bambini al parco, o quando ci sono amici. 
Vivere giornate intere e intense con altri, relazionarsi, condividere spazi, giochi e momenti, quelli sono davvero momenti di inclusione.
Poi dai 3 ai 6 anni, all'infanzia il rispetto delle regole di convivenza con gli altri bambini, oltre a spazi , attività e laboratori, routine, diventano motivo di scoperta delle proprie e altrui emozioni, da riconoscere e condividere, scoprendo che a volte sono totalmente diverse o uguali.
Ogni bambino deve  aver la possibilità di poter partecipare ad un percorso educativo di relazioni, acquisizioni di competenze, dove possa sentirsi accettato e stimolato nel suo cammino di crescita.
 In questo percorso è importante supportarli con la condivisione di emozioni, positive e negative.
Fare qualcosa insieme per gli altri bambini, ad esempio donare giochi, o invitare bimbi a casa, anche quelli in difficoltà, per giocare con loro e imparare a vicenda. I bambini imparano molto dagli altri bambini, un esempio è l'esperienza delle sezioni eterogenee, dove i piccoli ascoltano e sono attratti deai bimbi più grandi, cha a loro volta vogliono poter tramettere competenze, condividendo le loro capacità.
 Ecco allora anche il lavoro e il gioco di gruppo.
" I care" diceva don Milani, " mi prendo cura di te", chiunque tu sia.

lunedì 2 giugno 2025

 Castello di Brisighella (Ra)


...super eroi, magie e grandi poteri, cavalieri e fate, boschi e castelli..
La fantasia aiuta i bambini a scoprire il mondo attraverso creatività e immaginazione. 
Creare storie anche in gruppo, aiuta a relazionarsi, cercare e trovare soluzioni fa crescere nel ragionamento e nella flessibilità mentale, provare e conoscere emozioni allena  poi  a viverle nella realtà,  sapendo come gestirle.
Il ruolo dell'adulto è  quello di favorire e non contrastare la fantasia, intanto concedendo tempo per il gioco libero.
L'ambiente può aiutare, con materiale di recupero, scatoloni e scatole, stoffa e carta di giornale.
Sicuramente letture di storie e favole che aprono mondi infiniti, con le immagini che aiutano nel percorso, oppure inventarne insieme. 
In questa società dominata sempre più  dalla tecnologica e l' informatica, educare alla fantasia vuole dire, oltre all'acquisioni di competenze, condurre  e preservare i bambini nella scoperta di  un  mondo di avventure e di sorprese.


venerdì 16 maggio 2025

Fin dalla nascita  di un  bimbo, i sensi sono sviluppati in modo diverso, e sono cruciali nello sviluppo di apprendimento, emozionale e relazionale.
In questo periodo i bambini sono molto sensibili agli stimoli dell'ambiente circostante e delle relazioni quotidiane. Questi "periodi sensitivi" li rendono predisposti ad apprendere e a sviluppare diverse capacità. Il bambino, infatti raccoglie e acquisisce informazioni da ciò che lo circonda, le seleziona e le organizza. 
Ogni esperienza è importante.
Il tatto è il senso sviluppato, nella pancia della mamma, prima della 10° settimana. Per ultimo l'udito
Il gioco sensoriale è fondamentale. 
Toccare e giocare con materiali diversi, con liquidi e solidi, ascoltare musica o canzoni, o giocare con sonagli, giocare e guardare libri diversi tattili e non. Odorare vari profumi...più il bambino entra in contatto ed  esplora l'ambiente più efficace e fondamentale sarà lo sviluppo della mente.
Con i giochi sensoriali vi è  anche lo sviluppo delle capacità motorie e del linguaggio.
Chiaramente sta all'adulto decidere quante  proposte e   quali, in base all'interesse e alla curiosità del bambino....l'importante è la fantasia e la serenità.

lunedì 28 aprile 2025




Fin dalla nascita, le mani, sono per l'uomo, strumenti di conoscenza e crescita .
 Nella fascia zerosei, l'esplorazione del mondo è principalmente sensoriale.
 L'ampliarsi poi del campo visivo da possibilità di un campo esplorativo ancora maggiore e stimolante.
I bimbi fanno esperienza di tutto: cassetti e sportelli da aprire, oggetti da toccare e utlizzare, produzione di rumori e suoni da ascoltare e scoprire.
E' compito dell'adulto accompagnare e facilitare la scoperta delle cose fornendo esperienze nuove, che chiaramente il bambino ripeterà per la curiosità e stupore, la sicurezza di ripetere l'esperienza.
Spesso però forniamo al bambino "di più ", pensando al meglio, mettendoli in confusione.
Ovvero...
Abbondanza di giochi colorati, super moderni, accessoriati e soprattutto...tanti.
Ma i bambini stimolano la curiosità e l'apprendimento con le cose più semplici, che li aiutano a inventare, creare, fantasticare, imitare.
 Le nostre case sono piene di materiale di gioco: cartoni, scatole, sacchetti, mollette, bacinelle, imbuti.libri, vestiti.
Ma ancora di più all'aperto, dove la natura è fonte di ispirazione e troviamo oltre i colori, "giochi" da scoprire e pieni di fantasia, forma e peso: pensiamo alle pigne, i sassi, le foglie, i legnetti, e i fiori come i "soffioni.
Ricordiamoci allora che la libertà creativa  e crescita che offrono gli oggetti di legno, stoffa, metallo ,carta, vetro, oltre a percorsi di maturazione del pensiero, non sono paragonabili ai giochi di plastica pensati e studiati dagli adulti nei minimi dettagli, e che non lasciano spazio alla fantasia e creatività



giovedì 3 aprile 2025





...quante volte succede, di dover contare fino a 10, o di chiudere la porta e rimanere un pò da  soli perchè infastiditi, stressati o stanchi.
Anche i bambini ne hanno necessità, a volte cercano momenti di intimità per rimanere da soli.
Li troviamo nascosti dietro un divano, o accovacciati in un angolo della casa alla ricerca di evadere dalla vita di tutti i giorni, dalle relazioni di gioco.

Verso i 2-3 anni il bambino incomincia a "ricercare se stesso", scopre di essere un individuo, che può fare scelte, può dire no, può arrabbiarsi per qualcosa che non gli sta bene....cerca di affermarsi come persona, mette alla prova chi ha vicino. Ogni bambina/o ha bisogno di prendersi un pò di tempo e spazio per ricaricarsi, lontano dallo sguardo dell'adulto. Un luogo appartato dove ritrovare energia e ritrovare e capire le proprie emozioni e desideri.



 Ecco la tana, di solito un luogo appartato dove è possibile sfogliare un libro, stare con il proprio peluche o super eroe preferito, o guardare fuori cosa succede.

Uno spazio che può essere una scatolone, una casina, un mobile, oppure sotto il letto. Un luogo dove avere una riservatezza, una seconda pelle, ma che sia "visibile" da un adulto.
A volte la tana diventa anche il luogo per relazioni con gli amici preferiti...ma non tutti.
Il poter ricreare uno spazio, permette al bambino/a di sentirsi realizzati e apprezzarsi per le proprie capacità . E' un processo di autostima e contribuisce ad avere più fiducia in sè.
L'adulto deve favorire queso luogo "fantastico", fornendo materiale, favorirne la preparazione e l'organizzazione, valorizzare idee e favorendo l'autonomia e l'indipendenza.

venerdì 21 marzo 2025



Io penso che, se alla nascita di un bambino una madre potesse chiedere ad una fata di dotarlo del dono più utile, quel dono sarebbe la curiosità.
(Eleanor Anna Roosevelt)

Possiamo sicuramente confermare che la curiosità è innata, ma può essere stimolata.

Curiosità unita all'apprendimento può stimolare una maggiore propensione "all'imparare".

Andando alla ricerca del termine curioso, scopriamo che sarebbe "colui che si cura, che è sollecito nell'investigare".Sicuramente un ambiente appropriato, un contesto sereno, che garantisce il benessere emotivo, è il terreno giusto per apprendere volentieri.

Un bambino è sempre alla ricerca e scoperta di ciò che lo circonda, toccare, osservare, scoprire come funzionano le cose, o come sono fatte, da dove provengono. Hanno il desiderio innato di imparare.

Un adulto, per quanto è possibile, deve rispondere alle domande senza minimizzare, stimolando immaginazione e ragionamento, formulando insieme delle  ipotesi. A volte può essere utile rispondere alle loro domande, con un'altra domanda, per stimolare il ragionamento. Fondamentale è il rinforzo, l'approvazione quando pongono domande, senza deridere i loro dubbi, ma cercando insieme le risposte.

Non deve mancare  la lettura, diversi temi di lettura, per trovare quella più in sintonia con i propri interessi e curiosità. Ma anche visite ed esplorazioni, con passeggiate nella natura, visita a musei, zoo, planetari




venerdì 28 febbraio 2025




" il verbo leggere non sopporta l'imperativo, avversione che condivide con alcuni altri verbi: il verbo "amare" e il verbo"sognare"- Daniel Pennac
Anche in questo momento storico, pieno di cambiamenti ed evoluzioni continue, il metodo dell'educatore non cambia: pazientare, attendere, motivare. Osservare i processi di crescita dei bambini monitorando i tempi, senza fretta, senza l'ossesione di obiettivi  e standard rigidi da raggiungere.
Quando si parla di lettura e scrittura ci si chiede spesso qual è l'età giusta per iniziare, se alla scuola dell'infanzia o alla primaria.
Gli studi dimostrano, ad oggi, che i bambini precocemente alfabetizzati, non hanno alcun tipo di vantaggio. 
Certamente ci sono bimbe/i che a 4/ 5 anni che manifestano curiosità verso le lettere e l'alfabeto.
Non è  certo sbagliato un percorso adatto per riconoscere le lettere unirle e scrivere il proprio nome. Altri non sono per niente interessati. Rispettare il tempo di tutti è necessario e fondamentale, ricordando che i meccanismi della lettura e scrittura si comprendono dai 5 -6 anni.L' importante è  che l'adulto, osservatore attento, solleciti  l'interesse con un approccio ludico, senza dimostrarsi esageratamente esigente, salvaguardando i tempi e gli obiettivi della scuola dell'infanzia che hanno lo scopo di capire e scoprire bisogni, emozioni e sentimenti, le relazioni attraverso il gioco, la vita di gruppo e l'autonomia.